Avete mai sentito parlare del vaso di Pandora?
Nella mitologia greca viene raccontato di un mondo pacifico e tranquillo, senza guerre o scontri, un giorno Zeus regalò un prezioso vaso a Pandora, una ragazza stupenda ma con un solo difetto, un difetto donato lei da Hermes, ovvero la curiosità, a giovane ignorò le raccomandazioni del Dio dei fulmini ed invece di tenere chiuso il vaso decise di aprirlo e liberare ogni male e caos che esso conteneva.
Ed è proprio quello che è successo ora.
Rebecca ha aperto il vaso di Pandora non appena ha lasciato entrare gli assistenti sociali.Guardo i quattro uomini vestiti di grigio in giacca e cravatta, con capelli pieni di gel ed uno sguardo severo e poco affidabile, osservo come i loro abiti siano stirati perfettamente e senza neanche una piega, esattamente come il loro volto, ancora non segnato da nessuna ruga, visi pallidi e freddi, senza emozioni.
La piccoletta indietreggia spaventata e si avvicina alle mie gambe nascondendosi dietro di esse e tenendosi stretta ai miei jeans scuri, come per paura che possano portarla via di forza.
"Lei è il signor Irwin?" Chiede ancora il signore in mezzo, alto e snello con gli occhi azzurri e glaciali, capelli biondo cenere e un paio di occhiali argentei appoggiati sul naso a punta e spigoloso proprio come il suo volto.
"Sì, sono io" dico riprendendomi e riuscendo a parlare, l'uomo annuisce leggermente mentre avvicina la sua mano pallida al taschino della giacca grigia gessata.
"Piacere di conoscerla di persona, io sono Jeffrey Stinson, servizi sociali, immagino lei sia la minore" dice 'uomo guardando Rebecca ed avanzando."No, no, no, hey spilungoni, nessuno vi ha chiamati, uscite da casa mia" Dice Calum alzandosi con fare protettivo non appena vede gli uomini avvicinarsi a Rebecca.
"Signore, stiamo facendo solo il nostro lavoro la prego di non alzare i toni con noi" dice uno di loro lanciando un'occhiataccia a Calum il quale ha stretto i pugni lungo i fianchi mentre osserva gli uomini con odio.
"Io alzo i toni come mi pare e piace, questa è casa mia, non avete nessun diritto di entrare come dei Men In Black e avvicinarvi a Rebecca nessuno vi ha mai chiam..."
"Li ho chiamati io Calum" dico abbassando lo sguardo e fermando il moro il quale si bocca irrigidendosi e guardandomi incredulo, come se gli avessi detto di aver ucciso il suo cane."Ma... Ashton cosa vogliono da noi?"Chiede la piccoletta mentre continua a tenere le sue dita strette sul tessuto dei miei jeans e con i suoi occhi mi guarda spaventata.
"Piccoletta, tranquilla non ti faranno niente" dico io per tranquillizzarla ma l'espressione di terrore nei suoi occhi rimane ancora."Signore, deve solo firmare questi due moduli per iniziare con la ricerca di una casa migliore per Rebecca e poi porteremo la minore in una casa famiglia ospitale dove potr..." Smetto di ascoltare il signore non appena vedo la piccoletta guardarmi con gli occhioni ancora lucidi, guardo i suoi occhi nocciola che mi stanno chiedendo aiuto, mi chiedono di non lasciarla sola, di non permettere loro di portarla via da me, e subito quegli occhi non appartengono più a lei, non vedo più piccoli codini biondi, non vedo più un vestito rosa, vedo solo un volto pallido e una ragazza con una parrucca di capelli rossicci mentre mi ripete quella frase.
"Rebecca è una rosa, la lascerai morire o la farai crescere?"
"Fermo, fermo, non firmo questi fogli, non ho alcuna intenzione di mandare mia figlia in una casa famiglia, disdico tutto, fate finta che non vi abbia mai chiamato, ora siete pregati di andarvene da casa mia, voi ed i vostri fogli" dico riconsegnando la penna argentea che Jeffrey mi aveva consegnato.
"Oh, grazie a Dio, stavo per prenderti a pugni fratello" dice Calum sospirando ed io sorrido ma gli agenti rimangono fermi impalati nel bel mezzo del mio salotto mentre guardano i foglio."Non possiamo" dice uno di loro ed io li guardo male.
"Che vuol dire che non potete? La porta è proprio dietro di voi, noi ci teniamo Rebecca, ho annullato la chiamata addio" dico io cacciandoli via ma loro mi guardano quasi dispiaciuti, come se fosse morto a me il cane stavolta.
"Non è stato lei a chiamarci questa volta" dicono ed io spalanco gli occhi mentre Calum sbianca un'altra volta.