Capitolo 26

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Vi consiglio di far partire Light degli Sleeping at Last, buona lettura.

Nella mia vita ho imparato tante cose, ho imparato che correre via dalle situazioni scomode non sempre è la cosa giusta da fare, ho imparato che nascondere i propri demoni maggior parte delle volte non serve per sentirsi meglio ed ho anche imparato che a volte lo sbaglio più grande è quello di lasciare persone che non lo meriterebbero.

Ho abbandonato molte persone lungo questi anni convinto che da solo sarei riuscito a fare tutto e convinto che ogni cosa che facevo era giusta, ho sempre preferito correre dietro a fari luminosi piuttosto che soffermarmi sulla bellezza delle piccole luci che mi passavano accanto.

Charlotte era una di queste, era una piccola luce non molto visibile che brillava silenziosa sul mio tragitto, io l'ho vista e l'ho consumata fino all'ultimo lasciandole solo una piccola scintilla prima di riprendere a seguire come un'idiota la luce più forte che spesso mi accecava e non mi svelava i loro difetti, mentre Charlotte non li hai mai nascosti, era una luce che illuminava ogni cosa senza mai coprirla, una luce troppo preziosa per gli stupidi come me.

Ho commesso talmente tanti sbagli che non riuscirei neanche a contarli insieme alle stelle, ho perso il conto delle volte in cui ho rifiutato un opportunità speciale ho anche smesso di piangere sul mio passato pieno di macchie nere provocate da me, ma ognuno di questi errori mi ha fatto capire una cosa, mi ha fatto capire che quelli come me possono impedire agli altri di sbagliare e commettere l'errore più grande della loro vita.

Ed ecco perchè sono qui.


"Ashton dove stiamo andando?" La piccoletta si guarda attorno confusa mentre insieme mano nella mano camminiamo lungo i corridoi bianchi ed anonimi dell'ospedale.
"Stiamo andando da una persona speciale" le sorrido dolcemente mentre alcuni medici ci guardano incuriositi dalla nostra presenza ed altri invece sono troppo impegnati con il loro lavoro per fare caso ad un ragazzo, una bambina tutta rosa ed un delfino azzurro.

Camminiamo in silenzio fino ad arrivare davanti alla porta di Charlotte, una porta bianca senza alcun numero o scritta, una semplice porta che mi ricorda quella che anni fa avevo sbattuto in faccia alla ragazza della luce quando aveva cercato di avvisarmi di Rebecca.

La piccoletta mi continua a stringere la mano mentre le nostre dita rimangono intrecciate, osservo come curiosa si osserva attorno confusa, guardo come questa creaturina sia così simile a Charlotte, osservo la sua pelle pallida avvolta da un vistoso vestito rosa che svolazza ogni qualvolta corre o salta facendola assomigliare ad una delicata ballerina, osservo come i suoi capelli color del miele le cadono sulla schiena finendo in piccole onde delicate e mi soffermo sorridendo sui suoi occhi nocciola proprio come quelli di Charlotte, belli quanto i suoi.

Sorrido ancora una volta guardando la porta e prendo il coraggio per appoggiare lentamente la mano sulla maniglia e abbassarla aprendo la porta e lasciando che la luce del corridoio illumini la stanza la quale è illuminata solo da una piccola lampadina posta sul comodino accanto al letto dove Charlotte è sdraiata mentre legge con uno sguardo concentrato il suo piccolo libro e la luce le illumina dolcemente il volto.

"Ashton quante volte ti devo dire che devi buss..." le parole della ragazza si bloccano non appena i suoi occhi si puntano su di noi, le parole rimangono sospese in aria nel silenzio della stanza mentre Charlotte socchiude le labbra guardando il suo miracolo accanto a me, i suoi occhi dapprima stanchi si fanno lucidi nel guardare la piccoletta.

Rebecca mi stringe forte la mano mentre guarda sua madre davanti a lei, i suoi occhi sono aperti ed increduli difronte a quell'immagine e la sua bocca è immobile mentre continua a guardare Charlotte, le sue dita mi stringono ancora più forte come per essere certa che tutto ciò sia vero.

DADDY\\ ASHTON IRWINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora