Capitolo ventidue

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Le vacanze di Natale erano arrivate , finalmente.
Le strade erano tutte addobbate di luci e decorazioni .
L'ambiente dei negozi e dei bar erano molto accoglienti , dato che in tutti ( nessuno escluso) c'era almeno un albero di Natale .
Le strade imbiancate di un grande strato di neve che rendeva il tutto molto più bello da vedere .
Le famiglie unite che passeggiavano per le stradine , mentre il coro composto da tanti bambini dell'orfanotrofio passeggiava andando a rallegrare l'atmosfera delle case .
La madre di Eren , non trovava un attimo di pace nemmeno durante le vacanze, era a lavoro perché l'avevano chiamata urgentemente a causa di un tizio che si era strozzato con un gamberetto, ma non era l'unico, quindi Eren non sapeva a che ora sarebbe tornata .
Si premette allo schienale del divano, mentre si crogiolava nella morbidezza del maglione comperato due giorni prima, e fece un sorso dalla tazza straripante di cioccolata calda.
Levi scese le scale .
Si era offerto per dare una sistemata alla stanza del ragazzo, dato che sembrava non vedere uno spray antipolvere da millenni.
Si sedette vicino al ragazzo, che intanto stava fissando l'albero di Natale davanti a sé .

Lui non sembrò nemmeno accusare la sua comparsa in scena , buttando giù la cioccolata calda mentre le sue papille gustative fremevano dall'estasi della sostanza che stava bevendo .
La cioccolata, per lui, era la peggiore droga mai inventata .
Ti procurava indipendenza però nemmeno te ne accorgevi .

-Eren...-
Sussurrò piano Levi, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo e facendolo sobbalzare.

-Mh...non ti avevo sentito arrivare .-
Balbettò, rilassando le spalle per un istante e poggiando la tazza sul tavolino .
Si sistemò la coperta che aveva sulle gambe ed appoggiò, automaticamente, la testa sulla spalla del corvino .

-Levi ...-
Dopo due minuti, fu il ragazzo a parlare .
Intento ancora a fissare le tante lucine accese sull'albero che lo rendevano un qualcosa di meraviglioso, illuminando in modo flebile gli oggetti nelle vicinanze.

Si sentiva solo il ticchettio dell'orologio, a parte la fusione dei respiri dei due .

--Dimmi...-
Sussurrò Levi a sua volta , affondando una mano fra i capelli morbidi del ragazzo .
Non aveva mai smesso di pensarlo e nemmeno di ripeterlo : adorava i suoi capelli morbidi.
Lo rilassavano ogni volta che li accarezzava .

-Mi puoi raccontare un po' di te ?-
Questa cosa gli domandò .
Era da qualche giorno che il castano pensava e ripensava al passato di Levi, ma ancora non sapeva che lui non ricordava proprio un cazzo della sua vita passata .

-Se lo ricordassi...-
Sospirò, accomodandosi meglio sul divano, in modo tale da far mettere il ragazzo tra le sue braccia, con la testa appoggiata sulla sua spalla, e con lo sguardo rivolto verso la porta .

Se fosse entrata la mamma in quel momento, l'avrebbe sicuramente preso per un pazzo e non avrebbe esitato a mandarlo dallo psicologo più vicino , dato che la donna non poteva ancora vedere la figura di Levi .

-Non ricordi proprio nulla del tuo passato ?-
Provò ad azzardare Eren .

Levi intrecciò le dita fra i suoi capelli e scosse la testa ,anche se il castano non poteva vederlo.

-Ricordo a malapena come sono morto.-
Staccandosi da quell'abbraccio , Eren guardò il caduto negli occhi , ma la cosa straordinaria era che si trovavano distanti un palmo della mano.
Ci fu di nuovo una fusione del colore degli occhi di entrambi .
Quel contatto visivo era l'unica cosa che appagava realmente, ma non del tutto, il più piccolo, che si ritrovò a poggiare la mano sul petto scolpito dell'Angelo.

Erano una calamita quegli occhi, come suggeriva il colore stesso di essi .
Si morse il labbro e distolse lo sguardo, reprimendo a tempo i pensieri su di Levi.
Staccò velocemente la mano, schiarendosi la voce ed allontanandosi quel poco che bastava da far sì che ci fosse un bel po' di spazio tra i due .

-Come sei morto ?-
Prese la coperta per i bordi e se la portò fino a metà faccia , mentre Levi distolse lo sguardo per poi poggiare il gomito sul bracciolo del divano .

-Incidente .-
Non specificò il tipo.
Lo disse con estrema disinvoltura, poggiando poi la testa sulla mano chiusa a pugno .

Angel without wings | Ereri |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora