Epilogo

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Passarono alcuni giorni dall'accaduto, Eren si era ripreso un po' dalla perdita della mamma.
Tanto, comunque, l'avrebbe rivista da lì a poco.
Si stavano coccolando nel letto, accarezzandosi a vicenda e scambiandosi qualche bacio di tanto in tanto.
Eren fece scorrere le mani dietro la schiena di Levi, da sotto la maglia ma quest'ultimo lo tenne fermo, bloccandogli i polsi .
Scosse velocemente la testa contrariato.

-Perchè non vuoi che ti tocchi li ?-
Chiese il ragazzo intimorito.

-Vedresti il mio passato, di cui non ne vado fiero ...-
Il corvino distolse lo sguardo .
Sapeva che la sua schiena era solcata da tante cicatrici che , chiunque le toccasse ,avrebbe visto il suo passato.
Spezzoni della sua vita .
Quelle cicatrici, dovute alle ali tarpate , non le aveva mostrate a nessuno.

-Voglio vederle .-
Disse il ragazzo con una luce di speranza che gli attraversava gli occhi.

-No.-
Sbuffó Levi , facendo imbronciare  il castano.

-Ti prego.-

-Non credo che saresti pronto a tutto ciò ...-
L'altro si mise seduto.

-Tu non mi hai mai parlato di te ... E ... Mi hai sempre detto che tu non ricordavi nulla del tuo passato...-

-Infatti è così... Io ricordo solo brevi momenti della mia vita ...-
Si sfilò velocemente la maglietta nera e mostrò la schiena al ragazzo, il quale sgranò gli occhi.

-Che fai ?-
Balbettò, osservando la schiena scolpita dell'altro.
Si soffermò a guardare le cicatrici violacee , in evidenza e gonfie .

Poggiò due dita su una di esse ed il corvino ansimò, sussultando visibilmente .

Subito, il ragazzo ci catapultò in una realtà tutto estranea a lui.

Osservava la scena come se fosse lo spettatore.
Si trovava in una stanza bianca , sul lettino in ferro c'era una donna con un bambino in braccio.
Sembrava morta ed il respiro parve del tutto assente .
La faccia smunta , le occhiaie evidenti sotto gli occhi, i capelli corvini che ricadevano sulle spalle e gli occhi socchiusi che le pendevano appena sulle spalle.
Il bambino piangeva tra le sue mani.
Si muoveva e si contorceva , richiedendo le attenzioni della donna.
Ma l'innocenza di un bambino non poteva arrivare al fatto che sua madre fosse morta .
I medici aprirono la porta della stanza , di cui  uno di loro aveva un defibrillatore in mano.
Un dottore con la mascherina prese in braccio il bambino e lo diede ad una figura vestita in nero presente nella stanza al momento del loro arrivo.
Aveva un cappello in testa  , occhi grigi come la tempesta , un cappello da cowboy sul capo e i capelli corvini li teneva legati in una coda bassa .
Si era presentato con il nome di "Kenny , zio del piccolo Levi e fratello della donna che era morta ".

Eren staccò subito la mano e respirò in modo ansante .

-Lei era mia mamma...-
Sussurrò il corvino a capo chino, con le braccia poggiate sulle cosce.
I capelli si appendevano , coprendo del tutto quei meravigliosi occhi che Eren avrebbe voluto osservare ogni giorno, fino all'eternità.

-Mi dispiace .-
Mugoló il più piccolo.

-Dai, vai avanti .-
Lo incitò il corvino nel toccargli un'altra cicatrice.
Eren , velocemente, slittò il pollice della mano destra sulla cicatrice che si trovava al centro della schiena .

Si ritrovò subito in un'altra parte completamente diversa .

Era in una specie di orfanotrofio.
I bambini scorrazzavano felici giocando a qualsiasi tipo di gioco, mentre venivano sorvegliati dalle maestre .
Alcuni genitori adottivi sorridevano davanti ai piccoli appena adottati e li prendevano per mano, allontanandosi felici.
Il castano soffermò lo sguardo su un bambino dai lunghi capelli neri, con il viso rivolto verso il basso, che stava giocando da solo con dei dadi in un angolo della stanza .
Ma non attirò questo l'attenzione del giovane , ma la camicia da notte bianca , tutta sudicia e sgualcita .
I bambini ,che passavano davanti a lui, non gli degnavano nemmeno di uno sguardo .

Passò ad un'altra cicatrice .

Qui Levi si trovava nella sua nuova famiglia  composta da due adulti e due bambini .
La moglie era bionda con gli occhi chiari ,mentre il marito aveva i capelli rossicci con gli occhi verdi .
I due bambini erano un maschio ed una femmina : Isabel e Farlan.
La prima che somigliava al papà con il carattere sempre felice e spensierato della mamma.
Il secondo, invece , somigliava alla donna con il carattere del padre .
Isabel aveva cinque  anni .
Farlan ne aveva tredici .
E il piccolo Levi aveva da poco compiuto i nove  anni.
I primi sette giorni furono terribili, dato che il piccolo non parlava mai e stava sempre rinchiuso in camera , quelle poche volte che mangiava era sempre lì , dato che glielo portavano i componenti della famiglia il cibo.
Ma era normale per un bambino che era vissuto sempre con uno zio quasi del tutto assente che , una volta scocciatosi di lui, l'aveva rinchiuso in un orfanotrofio.

Poi, un giorno, Farlan ed Isabel decisero di prendere in mano la situazione ed entrarono nella stanza del piccolo .

-Fratellone .-
Disse allegra Isabel , abbracciando di scatto il corvino facendogli spalancare gli occhi dalla sorpresa.

Non la respinse, come aveva fatto in precedenza con altro bambini, ma non ricambiò nemmeno l'abbraccio, rimanendo interdetto.

Da quel giorno , Levi fu sempre con loro , seguendoli dappertutto e inziando ad essere un po' più felice.
Felice di avere la famiglia più bella di sempre .

-Morirono insieme ai miei genitori adottivi.
In un incidente stradale , quando avevo diciannove anni.-
Spiegò l'uomo con un cipiglio triste sul volto , mentre veniva abbracciato da dietro dall'altro che , erroneamente , toccò un'altra delle tante cicatrici sul corpo.

Indicava l'ultimo tassello della sua vita , quello della morte .

Era una bellissima giornata di primavera .
Gli uccellini cantavano .
Il sole batteva sulle teste dei cittadini che in quella giornata volevano godersi l'aria aperta .
Poi c'era Levi, chiuso in un buco di appartamento, seduto sul suolo mentre si legava al braccio un elastico e recuperava una siringa piena di droga dal comodino.
L'ambiente era scuro ed in sottofondo musicale aveva messo un brano dei Muse : Uprising.
Infilò la siringa nel braccio e si iniettò Turro fino all'ultimo goccio, abbandonando la testa sul bordo del letto ed il braccio lungo il suo fianco , mentre muoveva la testa a ritmo di musica .
Al suo fianco ,c'era un coltellino , che lo prese in una mano, e si recise un lembo della pelle sul braccio.
In pochi minuti , aveva una ferita profonda che si aggiungeva a molte altre meno recenti .
Per ultima, lasciò la gola , che si recise con un taglio netto alla carotide.
Aveva messo fine ad una vita di sofferenze .
Di fantasmi del passato.
Ora era davvero felice , ma li , a causa del suicidio, si guadagnò  l'appellativo di angelo caduto.
Dopo essere entrato nel regno dei cieli, era troppo impuro per il signore, per questo gli tarpò le ali e lo condannò ad una vita eterna sulla terra .

Eren tolse la mano.
Il suo viso era straripante di lacrime .
Levi , intanto , si mise la maglia e lo guardò, abbassando poi la testa .

-Mi dispiace .-
Sussurrò per la seconda volta il ragazzo, abbracciandolo forte a se .

Il corvino lo strinse , chiudendo gli occhi e lasciando la testa sul petto del castano.

-Sei il mio piccolo angelo senza ali.-
Sussurrò all'orecchio di Levi, baciandogli velocemente la guancia ed accarezzandogli i capelli.

Lo amava ed avrebbe fatto di tutto per non farlo andare in altri guai.
Lo avrebbe amato e sapeva anche di non poterlo abbandonare .

#spazioautrice

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UN PO' IN RITARDO, MA VA BEH.

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Angel without wings | Ereri |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora