Capitolo ventirè

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Erano rimasti lontani, seduti sul divano, per svariati minuti.
Nessuno dei due spiccicava parola .
Eren guardava le luci dell'albero di Natale e Levi ... Levi respirava soltanto, senza muovere nessun muscolo.
Senza guardare in faccia il castano.
Se l'avesse fatto se ne sarebbe innamorato, e non voleva che accadeva una cosa del genere.
I loro respiri erano l'unica cosa che si sentiva.
Quella fredda stanza non era altro che un grosso palco dove le emozioni venivano represse da entrambi i lati .
Il castano fece la sua mossa , facendo rimanere di stucco l'altro .
Allungò la mano verso la sua ed intrecciò le dita con quelle del corvino .
Sospirò appagato a quel contatto; Levi non si ritrasse dalla presa , ma strinse ancora di più la mano di Eren .
Voleva trasmettere il fatto che lui c'era sempre .
Non voleva abbandonarlo.

-Levi...-
Un sussurro da parte del castano, strappò via l'angelo dai suoi pensieri , che altro non fece che starsene lì, con la testa voltata .

Non doveva innamorarsi.
Era tutto ciò che gli stava passando per la testa , in quel momento.

Mugoló.

-So che non dovrei dirtelo , ma ...- rimase in bilico la frase , mordendosi il labbro e soppesando le parole che pretendevano di uscire dalla sua bocca .

-Ma ...? -
Finalmente parlò.
Eren sospirò ed allentò la presa dalla sua mano, allontanandola man mano fino a poggiarla sulla coperta .

-Nulla...-
Sussurrò flebile.

Nessuna domanda da parte di Levi , che rimase in silenzio .
Voleva godersi il calore che aveva emanato la mano di Eren .

Ma lui già aveva capito .
Lo aveva intuito, più che altro : entrambi già erano innamorati l'un dell'altro.

Un amore , per come dire , non puro .
Un amore che preferivano tenerlo dentro e non mostrare .
Un amore che sarebbe marcito con il tempo .

[...]

La mattina arrivò silenziosa , quando meno se l'aspettavano .
Eren si risvegliò tra le braccia di Levi , seduti ancora sul divano come la sera prima .
Non sentiva nessun'altra presenza in casa ; segno che la madre ancora non era venuta da lavoro .
Si incantò a guardare quello spettacolo che altro non era il corvino che giaceva tra le sue braccia, dormiente .
Accarezzò i ciuffi di capelli che cadevano sulle sopracciglia e poi passò a tastare le sue labbra con i polpastrelli.
Le trovò improvvisamente morbide e ... fredde.
Fredde come la morte .
Beh , a dire che Levi era davvero morto.

Un mugugno infastidito provenne dalla bocca di quest'ultimo, che riaprì lentamente gli occhi , facendo subito arrossire il ragazzo che staccò velocemente la presa dalle sue labbra e si alzò, facendo cadere supino l'uomo sul divano.

-Vado a prepararmi la colazione .-
Disse in modo sbrigativo , allontanandosi istantaneamente verso la cucina.

Levi rimase lì, a fissare il soffitto candido come la neve che stava cadendo quella mattina .
Pensò a come si sarebbe comportato con il ragazzo .
Un dolore lancinante al braccio lo fece contorcere in due dal dolore , ma non urlò.
Non voleva farlo preoccupare.
Si alzò velocemente la manica della felpa che gli aveva prestato Eren e guardò l'arto con sopra una macchia nera .
Non era ne troppo grande , ma nemmeno troppo piccola da passare inosservata.

Si abbassò la manica , quando sentì dei passi trascinati verso il divano e scorse la figura del più piccolo intento a sedersi sul divano con una tazza di latte caldo tra le mani .

Lo osservò : sembrava parecchio incerto se bere il liquido o no .
Quando accusò lo sguardo del corvino su di lui, alzò la testa verso la sua direzione e soffiò sul liquido .

Posizionò i per terra e si fece leva , per potersi alzare dal divano .

-Dove vai ?-
Chiese il più piccolo con una scintilla di curiosità negli occhi, mentre poggiava la tazza sul tavolino posto al fianco del divano .

-Vorrei farmi una doccia .-

L'altro annuì e si alzò anche lui, facendogli segno di seguirlo.

Lo accompagnò nella sua stanza , andando ad estrarre degli indumenti dall'armadio, che subito pose piegati fra le mani del corvino .

-Ecco.-
Prese un paio di boxer nel cassetto in basso e Levi non poté fare altro che ammirare quel sedere divino che si ritrovava il castano, ma subito distolse lo sguardo quando poggiò l'ennesimo indumento sulla pila di vestiti .
-Il bagno sai dov'è.-
Sospirò , per poi andarsi a sdraiare sul letto e cacciare fuori il cellulare dalla tasca , per poter rispondere velocemente ad un messaggio che gli aveva inviato la mamma .
Un messaggio in cui annunciava che sarebbe ritornata tardi da lavoro.
Come al solito.

Levi andò in bagno, lasciando che il caldo getto della vasca la riempisse tutta , e poggiò gli abiti più vicino possibile, sopra al lavandino.
Intanto, che aspettava che la vasca si riempisse, iniziò a spogliarsi ed a scorgere un'altra cosa che sarebbe subito caduta all'occhio .

Quella macchia sul braccio non era l'unica che si era formata .

Angel without wings | Ereri |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora