Capitolo ventuno

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Eren aveva passato quel test e non poteva negare il fatto di essere stato aiutato dal corvino , grazie alla sua invisibilità.
Mise lo zaino in spalla, riponendo tutti gli oggetti scolastici all'interno, e , prima di lasciare la classe insieme ai suoi due amici più fidati, lanciò un'occhiataccia gelida a Jean, nonché la faccia da cavallo.

Quanti lo irritava solo con la sua presenza.
Quell'atteggiamento da spavaldo che lo faceva sembrare un dio sceso in terra , quando poi non era nemmeno la merda di cane che tutti evitavano di calpestare .

Inoltre , come da routine, dopo scuola , i tre amici si salutarono davanti al vicolo e , con Levi , si diresse verso casa .
Quei pochi minuti che stavano passeggiando per arrivare all'abitazione li spesero per parlare un po' di ciò che era successo in classe.

-Mi sei piaciuto particolarmente oggi ... in classe .-,
Disse il corvino, per spezzare il silenzio.
Ma , in realtà, fremeva dalla voglia di sentire ancora una volta la voce del castano .

Non sapeva cosa gli stava succedendo, ma c'era qualcosa , nel suo stomaco, che si aggrovigliava ogni qualvolta il ragazzo faceva per parlare o , semplicemente, quando lo guardava negli occhi .

-uhm ...-
Il castano ritornò alla realtà, voltandosi verso l'uomo.
-Non sono così ...umh...da stimare . Gli ho solo detto ciò che pensavo.-
Roteò gli occhi dall'altra parte, visibilmente imbarazzato, mentre le sue gote si tingevano di un rosso molto acceso .

-Gli hai dato una bella lezione .-
Gli disse semplicemente il corvino e,arrivati sulla soglia di casa , il castano inserì le chiavi nella serratura della porta, per poi aprirla .

Poggiò lo zaino a terra , vicino all'attaccapanni , tolse il giubbino e si sfilò il capello .

-Aspetta .-
Sussurrò Levi , facendo voltare il ragazzo confuso verso di lui .
Si mise in punta di piedi e passò una mano fra i capelli castani dell'altro, per poi sorridere in modo raggiante .
-Cosí va molto meglio.-

Eren si sistemò la maglietta , sorridendo a sua volta .

Percorse tutto il corridoio, con Levi che stava al suo fianco come per paura che qualcosa gli potesse fare del male , ed andò in cucina, dove trovò la mamma intenta a poggiare gli scatoloni sul suolo .

-Ciao, amore .-
Gli sorrise lei, aprendo una scatola di quelle, prima di averla appoggiata sulla tavola.

-Hey ...-
Sorrise, andandosi a sedere vicino alla penisola dove c'era già il piatto già preparato.
Tolse il coperchio ed iniziò a mangiare .

-stai già preparando per Natale ?-
Mormorò, mangiucchiando il suo posto .
La donna annuì, anche se questo, Eren , non poteva vederlo dato che era voltato di spalle a lei .

-Sí, mancano pochi giorni .
Oggi mi hanno dato anche la giornata di riposo, così possiamo stare più tempo insieme .-
Disse, sistemando le decorazioni sull'albero spoglio.

-Aspetta che finisco.
Così ti aiuto .-
Propose Eren .
La donna lo ringraziò ad alta voce e lo raggiunse vicino alla penisola , dall'altra parte, in modo tale da stare faccia e faccia con il proprio figlio .

-Com'è andata a scuola ?-

-Bene .-
Sussurrò a bassa voce , cercando di nascondere ciò che realmente lo turbava, ovvero il litigio avvenuto con Jean .

La donna gli pizzicò la punta dell'orecchio destro, facendolo mugolare un :"Hey ", e sorrise :- Sai che a me puoi dire tutto . Dai, cos'è successo?-
Poggiò le braccia conserte sul bancone e si specchiò negli occhi smeraldini del figlio .
Era proprio proprio vero : le madri erano le uniche a capire i figli .

Appoggiato alla soglia della porta , c'era Levi a braccia conserte che cercava di rimembrare qualcosa del suo passato ma , nonostante i molteplici sforzi, non riusciva a ricordare.
Tabula rasa.

-Jean...-
Sussurrò Eren .

La madre mise le mani sui fianchi e si imbronciò , contrariata :- Ancora quel bulletto ? Cosa vuole da te ?-

Eren sospirò.
Era spacciato .
Non poteva nemmeno mentire perché la madre se ne sarebbe accorta.
Quindi , optò per dire la sola verità :- Lui...- deglutí a vuoto, volgendo lo sguardo verso il suolo.
Non poteva farle ancora del male .

Non volle guardala in faccia , mentre lo diceva .
Avrebbe potuto scorgere tutto il dolore della donna .

La voce gli tremava :- Quella puttana della madre se la fa con papà.-

La mamma, per un attimo, sgranò gli occhi , poi la sua espressione mutò in un secondo .

-Eren !-
Il balbettio nella voce si poteva scorgere a chilometri di distanza.
Alzò la mano e diede uno schiaffo sulla guancia del figlio .
-Non parlare delle persone in questo modo !-
Urlò ancora , ma era visibilmente chiaro che l'unica cosa che voleva fare era quella di scoppiare a piangere , ma non davanti al figlio.

Eren rimase interdetto , con occhi e bocca spalancati, anche lui con un'espressione triste sul volto .

Poi, abbassò la testa e si alzò:- mi dispiace .-
Sussurrò, andandosene in camera , seguito dal corvino che preferì non dire nessuna parola .

[...]

Passò più di un ora in cui Eren era rinchiuso ancora nella stanza .
La madre , invece , era attanagliata dai rimorsi.
Ah...se non avesse tirato quello schiaffo al figlio.
Ora si trovavano a decorare l'albero, ridendo e scherzando.
Ma , dopotutto, non si poteva più tornare indietro.

Non volevo reagire così , ma non voleva nemmeno che il figlio pensasse troppo al padre .
Ormai , era storia chiusa e lei già ci aveva messo una pietra sopra .
Non poteva passare l'intera vita a rimuginare sul fatto di dove aveva potuto sbagliare con l'ex marito .

Decise, comunque, di fare il primo passo nel parlare con Eren .
Quindi , bussò alla porta e , prima di parlare , sospirò:- Eren ...-
Il ragazzo stava stretto sotto le coperte, piangendo , mentre il corvino lo coccolava , passando una mano lungo la schiena , e , appena sentì la voce della mamma, balzò in posizione seduta sul letto .

-Mamma ?-
Sembrava quasi una domanda .
O forse lo era ?

-Eren...mi dispiace .
Non volevo tirarti quello schiaffo.
Mi perdoni ?-
Eren non poteva vederlo, ma il volto della donna era rigato dalle lacrime salate .

-Non scusarti...-
Intervenne lui .
-Non hai fatto nulla.
Mi dispiace a me , più che altro...-
Sussurrò, sospirando.

Un sorriso nacque spontaneo sul volto della donna , mentre si asciugò il volto con la manica della maglia:- Senza rancore?-

-Senza rancore...-
Disse lui.

-Sai, ho fatto dei biscotti al cioccolato...e...non vorrei mangiarli da sola , mi fai compagnia?-

Il ragazzo non rispose , ma aprì la porta e si fiondò direttamente tra le braccia di sua mamma.

-Ti voglio bene !
Scusami!
Non lo faccio più !
Non volevo farti arrabbiare!-
Urlò, piangendo tanto .
La donna lo scollò quel poco da togliergli i grossi lacrimoni che ancora bagnavano il viso del più piccolo e gli stampò un bacio sulla fronte.

-Andiamo, dai .-
Sorrise lei , sentendo i singhiozzi di lui, e gli afferrò la mano, conducendolo al piano di sotto .

Levi , a braccia conserte, si godette la scena con un sorriso soddisfatto sul volto .

Era proprio una famiglia particolare.

Mangiarono quei gustosi biscotti tra un paio di chiacchiere e risate .

Eren aiutò Carla ad addobbare tutta la casa e finirono molto tardi , tanto che , verso sera , si misero sotto le coperte , davanti alla tv , con una tazza di cioccolata calda tra le mani .

#spazioautrice

A quanti di voi piacciono le creepypasta?
.
A quanti di voi piacciono le creepypasta yaoi?
E , ora, a quanti di voi piace la coppia Ticci Ben ?
Se la risposta a queste tre semplici domande è un 'sì ' sappiate che io ho iniziato a scrivere un'altra storia sulla Ticci Ben che potete trovare sul mio profilo.

Angel without wings | Ereri |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora