Capitolo quarantuno

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Levi si girò nel letto sentendo un caldo terribile che partiva dalla sua fronte e finiva sulla punta dei piedi, come se fosse stato in un deserto.
Tutto ciò che penso era che stesse sognando, dato che a prescindere non poteva provare le diverse sensazioni.
L'ultimo ricordo era quello di Eren che moriva davanti ai suoi occhi per colpa di Erwin , e sperò tanto che fosse stato un incubo.
Desiderava svegliarsi aggrappato ad Eren come tutte le mattine e , forse, era proprio così .
Si ritrovò a smuoversi , allora ricerca del corpo che tanto bramava , ma rimase deluso quando toccò il vuoto.
Aprì gli occhi di scatto , guardandosi intorno.
Non era nella stanza di Eren , ma era una piccola stanzetta con due letti singoli ed un comodino a separarli .
Le pareti erano di un giallo canarino ed a terra c'era il parquet scuro .
Ancora quella sensazione di calore pervase il corvino ;ed ora che era anche sveglio , poté capire che non era un sogno .
Lasciò perdere questo e si stiracchiò , facendo scricchiolare tutte le ossa causato dal pesante sonno che aveva distrutto la stanchezza di quelle settimane.
Vagò con lo sguardo sulla stanza fino a soffermarsi sulla riguarda che giaceva sul letto adiacente .

Continuò a guardare la figura, che dormiva tranquillamente mugolando nel sonno.
Non poté riconoscere il volto, visto che era voltato e la luce era poca .
Sperò tanto che fosse Eren, anche se era tanto impossibile visto che era stato ammazzato da quel lurido schifoso.

-mamma...-
Sussurrò e riconobbe subito la voce del castano che, in quell'istante, si tirò su .
Iniziò a stropicciarsi gli occhi e sbadigliò.
Il cuore di Levi fece un doppio salto e non riuscì a non trattenersi dal sorridere appena riconobbe quegli occhi verdi ,grazie all'ausilio dell'ultimo spiraglio di luce che filtrava in quella stanzetta non del tutto così buia .

-Eren...-
Balbettò il corvino, riuscendo a stento ad accendere la piccola lampada bianca posta sul comodino.
Tremava ed aveva solo voglia di saltagli addosso.
Fu più che felice rivedere quel moccioso, una volta che anche la flebile luce illuminò il volto color caramello del castano.

-Eren !-
Il giovane fu atterrato dall'uomo che pianse dalla gioia , stringendosi di più a quel corpo caldo che credeva di aver perso.
L'altro, visibilmente confuso , staccò Levi e , com l'intenzione di guardarlo con aria di rimprovero per aver disturbato il suo sonno , provò una morsa al cuore quando quest'ultimo incominciò a piangere con le guance rosee e le lacrime che le salvavano, facendogli diventare gli occhi lucidi.

-Levi ... -
L'uomo lo guardò , tirando su con il naso e chiudendo un occhio  , quando il ragazzo gli tolse delle lacrime sulle guance .
Gli accarezzò le medesime e l'altro strusció la faccia sul palmo della sua mano, come per voler ricevere tutto il calore .

-Ti credevo morto ... Erwin ... Tu ... La gola...-
Il castano continuò ad accarezzare il suo viso e Levi gli diede una rapida occhiata al collo, notando che del taglio non c'era nemmeno l'ombra .

Spostò lo sguardo verso le labbra così invitanti del ragazzo e gli diede un bacio passionale :- mi sei mancato.- gli disse , mentre l'altro gli accarezzava la schiena .

Si mise meglio sulle gambe del corvino, mentre quest'ultimo gli avvolse le braccia intorno al suo collo , incominciando a tempestarlo di dolci e torturati baci.
Il castano mugoló , aggrappandosi alle natiche di Levi , facendolo sobbalzare :- non posso... Non possiamo.- guardò nelle iridi color tempesta del corvino .
Quelle iridi di cui si era follemente innamorato:- ti farei solo del male .- mugoló di nuovo, abbassando il volto con un cipiglio triste disegnato su di esso.

Il corvino pose due dita sotto al suo mento e lo baciò con più foga :- me ne fotto. Voglio essere tuo, perché ti amo.-
Il castano non se lo fece ripetere due volte che , con riluttanza , si stese sul letto e liberò latro dalla maglia.

Angel without wings | Ereri |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora