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Eravamo in viaggio da qualche ora, i paesaggi cambiavano e avevamo appena sorpassato una cittá. Non avevo mai visto come fossero se non in qualche foto o attraverso i vetri anti-siluro della mia limousine.
La gente non era più cordiale come mi raccontava mia mamma, nelle periferie c'era il degrado più completo e il centro cittá non ovunque era curato. Per Clifford tutto era normale, ma per me tutto era diverso e nuovo. -Cazzo- se ne uscì Clifford ad un certo punto. Guardai dallo specchietto delle jeep tenere entrambe le corsie dell'asfalto seguendoci. Clifford mise la freccia a destra prima di accostare.
-Ora, non so chi tu sia, ma non sei una ribelle. Stai zitta e stai al gioco. Scendi- aprii la portiera facendo quello che mi aveva detto. Corsi al suo fianco e subito mi mise una mano sulle spalle. Arrossii quando tirandomi a lui si avvicinò alle jeep in folle sulla strada.
-Hey, Clifford!- disse la voce di un ragazzo su una jeep.
-Hemmings? Hey amico!- un biondino dal volto angelico si avvicinò a noi, in particolare al ragazzo verde abbracciandolo fraternamente come due amici di vecchia data.
-Quanto tempo, che si dice? E sei passato da viola a verde? Che storia fra!- io li guardavo leggermente spaesata e intimorita. Nonostante il viso innocente gli occhi avevano una strana luce diabolica e crudele.
-Vado a Sydney, me la godo, tu?- si mise le mani in tasca aspettando la risposta di Hemmings.
-Il solito, preparando attacchi, rubando a destra e manca, la lista dei morti che sale... ma oooh non mi presenti questo bocconcino?- Clifford, prontemente, mi strinse a se con un braccio.
-Non fa per te Hemmings- ma il biondo lo ignorò abbassandosi alla mia altezza.
-Hey bocconcino, come ti chiami?- feci un sorriso cordiale e controllato come insegnatomi.
-Soso, Brook Soso- Clifford mi guardava a metá tra lo stupito e il meravigliato.
-Soso? Seriamente?- il biondo scoppiò a ridere.
-La sfortuna di essere per metá orientale- alzai le spalle facendo un occhiolino al mio guidatore che scrollò la testa divertito.
-Bene, Hemmings, noi ripartiamo- il biondo si fece serio di colpo.
-Clifford, ricorda, non è una tua zona. Sei fuori dalle bande, questa è zona mia. Sai le regole, no?- e rividi la cattiveria che mi fece congelare sul posto.
-Faremo una fermata in un parcheggio per la notte, per domani sera saremo fuori i confini della città. Non devi temere- la serietá tra i ragazzi mi fece accapponare la pelle.
-Ci so vede Clifford!- il biondo saltò sulla jeep prima che questa si rimettesse rumorosamente sulle strade.
Salimmo sul pick up, Clifford arrabbiato ritorno a guidare alla ricerca di un parcheggio per la notte.
-Chi era?- chiesi pretendendo una risposta.
Lui non me la diede.
-Chi. Era?- scandii.
Ancora non mi rispose.
-Ti ordino di dirmi chi era- il mio tono freddo e da comandante uscì fuori.
-La regina ha fatto una brutta fine- grugnì lui.
-Ne salirá un'altra a breve- e lui scoppiò a ridere in una profonda risata amara.
-Pensi che qualle povera bambina viziata di Sydney, tutta soldi e senza cervello, che passa la vita sulle copertine di ogni rivista e spot pubblicitario possa davvero durare tanto? La uccideremo dopo nenache un giorno di trono- un brivido di paura mi percorse la schiena ma lo ingoiai.
-Siete forti, ma non invincibili- strinsi i pugni controllando il tono di voce.
Spostò gli occhi ghiaccio diventati furenti come il fuoco portando il viso a pochi centimetri del mio. Aveva fermato il pick up e non me n'ero neanche accorta.
-Ho giá ucciso in passato. Queste mani hanno visto più sangue di quanto tu ne abbia mai visto in televisione. Non avrei problemi a rifarlo per migliorare le sorti del paese in cui vivo- ringhiò ma non mi mossi. La mia educazione prevaleva in ogni occasione e ne fui grata.
-Tu non hai gli occhi di Hemmings. Non hai gli occhi dei ribelli. Mi avresti giá fatto del male se fossi come tutti gli altri, ma non lo sei- lui mi guardò, vedevo le emozioni combattere nelle sue iridi che erano come dei passaggi per il suo inconscio.
-È vero, non farò del male a te, come non lo farò alla principessa, ma questo non vuol dire che io sia dalla parte dei buoni- ed uscì dall'abitacolo diretto verso il cassone.

Clifford non dormiva nonostante fosse notte fonda. Io nemmeno. Avevo la testa piena di pensieri e per la prima volta capii che la mia vita, una volta regina, era in pericolo. Non avrei mai portato i miei fratelli a vivere con me, di conseguenza.
-Animaletto?- non risposi alla voce di Clifford.
-So che sei sveglia- strinsi gli occhi non muovendomi di mezzo centimetro. Lui sospirò.
-Ok. Mi dispiace. Ma rivedere Hemmings è stato come rivivere ricordi che non volevo rivivere. Ed hai ragione. Ho ucciso e me ne pento ogni secondo. Non di tutti, insomma, quasi tutte le vittime erano bastardi teste di cazzo che se lo meritavano- soppressi una risatina a quell'affermazione colorita.
-Non ti farei mai del male, sei troppo innocente per fartene- sospirò come se fosse agitato -e dei reali non mi interessa più niente. Per questo non ho una banda, perché non ho più voglia di rischiare la vita senza scopo- mi girai ritrovandomi i suo occhi brillare grazie alla luce della luna riflessa.
-Nessuno però ha mai avuto il coraggio di avvicinarsi a me se non ribelli. Per questo ho accettato che tu venissi con me, perché sei l'unica che per la prima volta non è fuggita- non potei non avvicinarmi a lui sorridendogli.
Lì decisi. Non mi interessava che lui fosse un cattivo ed io una brava, perché poteva tranquillamente essere visto nel modo contrario.
Lo abbracciai di mia spontanea volontà allungandomi contro di lui. Le sue mani mi cinsero steingendomi ancora di più a sè, come se non volesse lasciarmi sola.
-Io mi fido di te, Clifford- e nascosi il viso nella sua spalla.
-Chiamami Michael-
-E tu chiamami Sydney-

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora