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Quando aprii gli occhi vidi il suo sguardo preoccupato e i nostri fiatoni unirsi.
-Tu- dissi poi mentre entrambi riprendevamo ossigeno.
-Tu c'eri il giorno dell'attacco- mi guardava fisso senza osare a proferire parola.
-Eri il ribelle che era venuto per uccidermi- la potenza del suo sguardo era allucinante.
-Ero venuto per uccidere i tuoi genitori, tu eri solo un divertimento. Laverne ti odiava, diceva sempre che eri una mezza cinese del cazzo e in quel periodo avrei fatto di tutto per farla contenta. Così quando ti sentii gridare sorrisi vittorioso, le due principesse, l'avrei fatta contenta. Ma quando t'ho visto seduta... eri così innocente e forte. I tuoi occhi... non volevi sopravvivere, avresti voluto salvare tutti e morire al posto loro. Ne ebbi la conferma quando gridasti a Perth di scappare, non sapevi che se solo avessi voluto lo avrei potuto uccidere. Guardando come ti avevamo ridotto e sapendo che almeno uno dei tuoi genitori era giá morto capii tutto il marcio che eravamo. Ti vedevo e riflettevi quello che più odiavo, io ero stato nelle tue condizioni e tutti mi avevano sempre dato un'unica spiegazione: il governo. Ma in quel momento realizzai che il governo era una famiglia, noi avevamo appena reso orfani dei bambini innocenti e caricato su di loro quello che noi non saremmo mai stati in grado di ottenere. Uccisi Laverne per prima, come vendetta per avermi riempito la testa di cazzate fino a quel momento. Trovai Hood, il capo banda poco più avanti che teneva bloccato un bambino di un paio d'anni ad un albero. Ci arrivò prima tuo fratello, gli tirò un pugno in faccia, ma si beccò un proiettile al braccio. Io sparai al mio compagno prima che potesse uccidere un altro Jones. Il maggiore mi fissò facendomi un segno di ringraziamento e gli indicai dov'eri nascosta. Poi uccisi l'ideatore del piano, Irwin, e coloro che avevano ucciso il re, Styles e Payne. Ero una macchina da guerra quando arrivai dalla regina. Era viva, ma sotto tiro di Horan e Tomlinson. Sapevo che non ce l'avrei fatta, loro erano due, io ero uno e la regina era disarmata. Lei però mi vide. "La mia famiglia" disse e quando annuii vidi il suo sorriso macchiata da una lacrima. Sparai ad Horan nello stesso momento in cui Tomlinson la uccise. Feci cadere a terra senza vita anche lui, corsi dalla donna che giaceva in una pozza di sangue. Ero arrivato tardi. Da quell'attacco fui per un po' all'interno della banda, nessuno sospettava che fossi stato io ad uccidere i migliori, poi me ne andai dai ribelli vivendo la vita sfuggendo dalla polizia, senza soldi, senza casa e senza niente divorato dal senso di colpa- una lacrima gli stava rigando la guancia. Io, piangevo senza freni.
Lui mi aveva salvata. Più di una volta.
-Quando ti vidi quella sera al bar mi facesti la stessa impressione della principessa. Avevi quelli stessi occhi innocenti, ma ora sono più forti. Tu però non ti ricordavi di me. Non volevo che tutto questo accadesse, volevo solo portare a termine una tacita promessa che feci a tua madre. La sua famiglia era salva, quindi ti avrei protetto anche in questo caso. Per essere sicuro fossi la principessa ti feci la richiesta dei soldi, tu accettasti senza problemi, segno che eri tu, l'unica che si può permettere una somma così alta. Avrei voluto dirtelo prima ma...- e per la prima volta vidi la sua maschera vacillare. Gli presi il volto tra le mani baciandogli appassionatamente le labbra.
-Sei il mio eroe- sussurrai quando mi staccai da lui.
-Ho distrutto la tua famiglia. Non me lo puoi perdonare- e gli diedi un altro bacio questa volta a fior di labbra.
-Io ti ho giá perdonato, ora tu devi perdonare te stesso- e si gettò su di me. Mischiando lacrime ed emozioni, entrambi tremavamo senza ritegno, distrutti come eravamo, senza pace ne tranquillità chi per un demone chi per un altro.
La ribellione portava via a tutti: famiglia, amore, speranza, pace... L'unico modo per sopravvivere era scoprire nuovi sentimenti, concntrarti ed ingannare la vita. Guardarla in faccia sorridendo gridando un "io non ho paura". Ma di paura tutti ne abbiamo, pure tanta. Abbiamo paura del passato che ci tormenta, del presente duro e faticoso, pieno di problemi ed ansie, ma abbiamo il terrore del futuro. Un terrore sordo che ci attanaglia lo stomaco facendoci affogare.
In quel momento capii che Michael aveva paura del futuro in un modo diverso dal mio, aveva il timore di non riuscire a cambiare, di rimanere il mostro che non voleva essere. Quello che però lui non capiva era un'altra cosa: quel mostro che lui descrive non è mai esistito.
Lasciai che le sue mani percorressero il mio corpo, lui lasciò che le mie accarezzassero il suo. Levammo i vestiti diventati solo d'impiccio tra di noi e non mi sentii in imbarazzo quando le sue mani e la sua bocca furono sulla mia pelle. I suoi occhi erano i primi ad avermi visto in quella condizione e sperai fortemente fossero gli ultimi perché nessuno ne avrebbe mai più avuto così tanto diritto. Lui era il solo a poter toccarmi in quel modo, l'unico che poteva vedere le mie cicatrici di quella notte. E le baciò tutte, non ne lasciò indietro neanche una.
Fu quando mi tolse i pantaloni che si fermò. Socchiusi gli occhi senza capire e poi alzò lo sguardo divertito sul mio viso.
-Penso ti sia dimenticata qualcosina- e a quel punto capii.
Lui scoppiò a ridere di gusto mentre arrossivo caldamente. Cazzo, il ciclo!

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora