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Mi svegliai al mattino con uno strano mal di pancia bestiale. Stranamente Michael non mi aveva ancora svegliato, anzi continuava a dormire beatamente.
Come al solito eravamo aggrovigliati; la mia schiena contro al suo petto, il suo braccio disteso sopra di me e una sua gamba tra le mie... ed aveva una macchia di sangue.
Subito sgranai gli occhi contando mentalmente e accorgendomi che, con qualche giorno di anticipo, il migliore amico di ogni donna era venuto a far visita alla mia umile dimora. Il problema era che, a differenza delle altre volte, avevo qualche problemino in più. Primo, un ragazzo addormentato mi teneva tra le sue braccia. Secondo, non c'era un bagno nel raggio di cinque kilometri. Terzo, anche se ci fosse stato non sarei mai uscita dal pick up con una macchia di sangue sui pantaloni grande quanto un continente. E quarto, avevo sporcato la gamba di Michael.
Una volta al corrente di tutti e quattro i miei attuali problemi decisi che avrei potuto risolverne tre mentre Clifford dormiva, ma ora il gioco stava nell'uscire dalla sua presa senza svegliarlo. Iniziai col togliere la sua gamba da in mezzo alle mie, ma appena provai ad uscire dalle sue braccia si aggrappò a me mugulando.
E poi sarei io quella che ha bisogno di un cuscino della sua dimensione per dormire.
Roteai gli occhi cambiando tattica: alzai le braccia mettendoci dentro il mio cuscino e scivolai fuori dalla sua presa.
Dopo essermi assicurata che stesse ancora dormendo gattonai silenziosamente fino al mio zaino prendendo un assorbente ed il mio ultimo cambio pulito di pantaloni e mutande.
Ora, sperando che non si svegliasse proprio in quel momento, abbassai abbastanza mutande e pantaloni per infilarmi il tampone. Poi, presa dalla paura che potesse avermi visto nonostante fossi accucciata in un angolo, alzai le mutande guardandomi dietro. Fortunatamente era ancora perso nel mondo dei sogni, così mi sfilai jeans ed intimo rivestendomi. Il problema fu infilare i jeans attilati che da seduta non riuscivo a mettere. Deglutii sentendolo russare leggermente prima di alzarmi in piedi per quanto potessi con le gambe scoperte e mi misi i jeans.
Sentii un fischio arrivare da dietro che mi fece arrossire all'istante.
-Che bella visione mattutina, animaletto- mi riabbassai mettendo i vestiti sporchi nello zaino senza voltarmi troppo in imbarazzo per guardarlo.
-Pensavo dormissi- risposi una volta che vidi il suo sorriso malizioso ed i suoi occhi velati si malizia percorrermi il corpo.
-Penso di essermi perso la parte più divertente- corrugai le sopracciglia senza capire -Quella in cui le tue dita spingevano un oggetto nella tua...- non gli lasciai finire di parlare che afferrai la prima cosa che trovai lanciandogliela addosso.
Michael scoppiò a ridere parandosi il volto con le braccia mentre la scarpa rimbalzò contro i suoi avambracci.
-Uuuh una principessa aggressiva- e fece un ruggito giocoso. Mi nascosi il viso rosso pomodoro con le mani sperando smettesse di prendermi in giro. Lo sentii trafficare con qualcosa ma ancora non volevo guardare dato che continuava a ridere.
Poi una fitta alla pancia mi fece corrugare il volto in una smorfia si dolore e mi sdraiai sul materasso portandomi le braccia alla pangia.
Michael smise immediatamente di ridere, buttò dei fazzoletti di carta sporchi in un lato e mi venne vicino. Coi polpastrelli mi sfiorò la guancia.
-Hai bisogno di qualcosa?- mi chiese premuroso. Lo guardai sorridendo debolmente.
-È un problema se ci muoviamo tra un po' di tempo?-  chiesi mordendomi un labbro.
-No, assolutamente- poi si allontanò appena per rovistare dentro alla sua borsa dei vestiti.
Allungò una mano porgendomi una pillola.
-Antidolorifico- lo presi buttandomelo in bocca ed ingoiandolo.
-Grazie mille Michael- lui si stese accanto a me in modo che gli occhi fossero alla stessa altezza.
Iniziò ad accarezzarmi il braccio prima che un'altra fitta mi facesse storcere il viso.
-Tutto a posto?- annuii semplicemente. Mi sentivo estremamente debole.
-Michael, mi canti qualcosa?- chiesi come se mi aspettassi un no come risposta.
Lui si irrigidì e smise di toccarmi.
-Io non canto per nessuno- e nei suoi occhi la malinconia era ben presente.
-Hai cantato per me quella sera- dissi alzando le spalle. Lui si fermò per qualche secondo a guardarmi il viso, potevo vedere le rotelle muoversi nel suo cervello pensare a qualsiasi demone avesse dentro.
-Non volevo urlassi di paura- mi guardava dritto negli occhi.
-Allora dimmi qualcosa di te. Tu di me sai tanto ed io di te non so niente- vedevo gli occhi scurirsi, ma non disse di no subito. Passò qualche minuto di silenzio prima che iniziasse a parlare.
-Sono nato e cresciuto a Sydney. Fin da piccolo sono sempre stato una peste, addirittura non ho frequetato l'asilo perché le maestre non riuscivano a tenermi, riuscivo a scappare tutte le volte- io ridacchaiai pensando ad un piccolo Michael che scappava ovunque. -Mia mamma era disperata. Non sapeva più cosa fare con me, così un giorno decise di mettermi in una delle scuole più severe della città. Nonostante andassi in punizione ogni singolo giorno nemmeno loro riuscirono a tranquillizzarmi. Mi arrampicavo sugli alberi, tiravo i capelli alle mie compagne e facevo a botte coi ragazzi uscendone sconfitto la maggior parte delle volte. Poi, arrivato alle medie, scoprii lo skateboard. Nella periferia di Sydney tutti i ragazzi si muovevano così una volta arrivati alle medie, ma per me era molto di più, era un modo per sfuggire alla realtà sfrecciando veloce per le strade distrutte. Purtroppo poi arrivarono i ribelli, mi reclutai ed ora siamo qui- troncò bruscamente. Io mi allungai per abbracciarlo sorridente.
-Grazie mille per avermi raccontato una parte di te- lui non disse niente se non stringermi più forte come se me ne potessi andare via. Continuammo a parlare raccontando episodi della nostra infanzia a Sydney, io dentro alla mia villa tra le mille nascite dei miei fratelli e lui nella periferia sempre in mezzo a pericoli vari. Poi però la debolezza iniziò a farsi sentire, chiusi gli occhi, ma prima di addormentarmi giurai di aver sentirto Michael chiedermi cosa gli stessi facendo.

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora