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Eravamo in strada da un po' quando il cielo si scurì a causa delle nuvole nere. Clifford parcheggiò appena si accorse dell'imminente temporale. Imprecando si sistemó in un parcheggio.
Entrambi scendemmo e le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere. Strinsi lo zaino notando un fulmine squarciare il cielo e stringendo i denti preparandomi al tuono.
-No, no, Syd- e il tuono arrivò insieme al mio urlo.
Subito mi raggomitolai al suolo incurante dell'acqua che iniziava a cadere sempre di più. Michael imprecò mentre afferrandomi mi buttava sul cassone. Unendosi a me e ringraziando il fatto che non fossimo ancora poi così bagnati.
-Syd, è solo un cazzo di temporale, ti vuoi rilassare- Clifford si piazzò di fronte a me prendendomi le mani. Cercai di rilassarmi concentrandomi sul suo tocco.
Lasciai a terra lo zaino, ma un altro tuono mi fece schizzare contro il ragazzo che cadde di schiena sul fondo non coperto dal materasso.
-Cazzo Sydney- iniziai a tremare mentre le sue mani mi circondarono.
Mi trascinò faticosamente con sè fino al materasso prima di sdraiarcisi sopra assai stanco.
Un altro tuono.
I pezzi più grossi di terra mi cadevano sulle mani che erano andate a proteggermi la nuca.
La voce di Michael era lontana quando arrivò l'ennesimo scoppio.
Alzai leggermente il viso ma la nebbia di terra quasi mi accecava, riuscii solo a vedere la culla da esterno di Adelaide ora distrutta in due al suolo. Adelaide, dov'era finita?
Sbarrai gli occhi trovandomi la maglietta di Michael tra le mani.
-Sydney sono qui, non succederà niente- mi disse accarezzandomi i capelli e avrei voluto crederci, ma ecco che un boato ed ero di nuovo sdraiata a terra. Questa volta però riuscii a muovermi tossendo dalla mia posizione, gattonai in fretta fino alla culla di Adelaide dalla quale la sentivo urlare a pieni polmoni. Dov'era la mamma?
Alzai la culla che si era rovesciata  scoprendo la piccola in lacrime. Me la portai al petto stringendola a me ed arretrando senza alzarmi in piedi. I miei occhi cercavano qualcuno al mio fianco quando un altro scoppio mi fece raggomitolare attorno alla piccola come per proteggerla.
-Melbourne!- gridai ma non vedevo nessuno.
Iniziai a piangere quando una figura nera incappucciata mi si faceva sempre più vicina con una pistola in mano.
-Melbourne!- gridai disperata sentendo che la fine mia e di Adelaide era arrivata.
-Sydney!- la voce di Perth si fece sempre più vicina. Vidi il piccolo bambino di soli sei anni corrermi in contro.
-Fermati! Perth, cerca Darwin!- il ribelle era a pochi passi da noi.
Tremavo, piangevo, avevo paura, dannatamente paura.
Poi arrivò. Il suo viso era su di me, le sopracciglia aggrattate e sembrava pensare.
-Che cazzo...- era un ragazzo, non molto più grande di me. Mi guardava dall'alto, aveva una chioma rossa fuoco e gli occhi ghiaccio.
Non riuscii a smettere di singhiozzare e di piangere. Altro che fine gloriosa...
Lui si fermò a fissarmi negli occhi e stranamente la sensazione di morte svaniva. La pistola era sempre puntata verso di me, ma non sparava e sembrava non volerlo, stava combattendo un'altra battaglia.
-Mike!- la voce di una ragazza arrivò da davanti a noi. Io guardai in direzione di Perth che ci fissava immobile.
-Mike spara- una bionda comparve sulla scena al fianco del ragazzo, ma lui non sembrava sentirla, era fisso su di me.
-Mi hai sentito? Premi quel maledetto grilletto idiota- il ribelle sembrò risvegliarsi da quello stato di trans in cui sembrava caduto, poi si girò verso la sua compagna prima sorridendo, poi però con un gesto rapido le puntò la pistola in fronte e prendendola di sorpresa sparò.
Urlai quando vidi cadere il corpo senza vita della ragazza.
-Ci vediamo all'inferno, stronza- poi mi gettò la pistola e se ne andò. Io la raccolsi e nonostante non la sapessi usare non mi importava. Con una mano strinsi Adelaide e con l'altra l'arma, mi alzai e raggiunsi Perth ora nascosto tra gli alberi.
-Tieni Adelaide, vado a cercare gli altri- ma non ce ne fu bisogno. Un Melbourne ferito che aveva per mano Darwin arrivò dopo poco.
In un secondo fui tra le sue braccia. Lui mi stringeva senza forze, col braccio ferito da un proiettile.
-Siamo tutti vivi Melbourne, ci siamo tutti- e quando lui negò con la testa capii che in realtà noi eravamo salvi, ma non tutti.
Chiusi gli occhi sentendo qualcosa premere sulle mie labbra. La visione stava scomparendo nonostante i continui tuoni e la pioggia. Le labbra di Michael erano sulle mie e non mi lasciavano scampo, erano il mio appiglio alla realtà.
Le sue mani afferrarono la stoffa della maglietta sui miei fianchi facendomi capire la sua esistenza non solo nella mia fantasia.
Allungai le mani tra i suoi capelli dopo essere riuscita finalmente a lasciarmi indietro il ricordo doloroso.
E una nuova domanda si faceva spazio nella mia testa: era lui?

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora