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Mi svegliai la mattina ancora avvolta dalle braccia tatuate di Michael. Sentivo il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente contro la mia schiena. Guardai la sveglia notando che era quasi ora del mio incontro con Malik.
Mi girai verso il ragazzo nudo con una smorfia sul volto.
-Michael- lo chiamai dolcemente accarezzandogli la guancia.
Non si mosse di mezzo millimetro.
Riprovai lasciandogli un bacio sulle labbra, ma ancora niente.
Mi schiarii la voce avvicinandomi al suo orecchio con un sorrisetto malizioso.
-MICHAEL!- gridai vedendolo alzarsi a sedere di colpo riuscendo a evitare una testata per un pelo.
-Ma sei pazza?- mi chiese lui mentre io ridevo come una matta rotolando sul letto.
In pochi secondi fu su di me a farmi il solletico mentre mi teneva stretta contro il materasso con le ginocchia.
-Oh animaletto, ti devo insegnare come si svegliano i ragazzi di prima mattina?- negai con la testa mentre le sue dita continuavano a solleticarmi il corpo scoperto.
-Non di certo come hai fatto tu- e in preda alle risa spostai gli occhi sull'orologio notando che si stava facendo davvero tardi.
-Michael- e provai a fermargli le mani -ti prego- riuscii a bloccargliele col fiatone -arriveremo in ritardo- lui mi posò un bacio sul naso prima di alzarsi dal letto.
Recuperai i vestiti che ieri sera avevamo sparso in giro per la stanza rimettendomi l'intimo e la maglietta di Michael.
-Ti aspetto in camera mia non appena avrai finito- dissi prima di lasciargli un ultimo bacio ed uscire.
Camminai sgranchendomi fino alla porta della mia stanza dirigendomi verso il bagno. Feci una doccia notando l'azzurro dei miei capelli scendere lungo il mio  corpo, persi un po' di tempo anche nell'asciugarmi i capelli e piastrarmeli. Una volta fuori Michael non era ancor arrivato, così aprii l'armadio afferrando un vestito nero aderente con le maniche a tre quarti e la gonna lunga fino ad appena sopra il ginocchio. Una volta indossato sentii la porta aprirsi.
-Ma buongiorno principessa- aveva i suoi soliti skinny neri e una maglietta dello stesso colore. Roteai gli occhi a quel nome.
-Sai che non mi piace?- ed aprii un cassetto estraendo vari gioielli per completare il mio look.
-Ma non ti piace la parte in cui fai il culo a tutti sembrando un pezzo di marmo o quella in cui la carta igienica è fatta d'oro?- mi girai silurandolo con un finto sguardo arrabbiato, ma nascondendo un sorrisetto divertito.
Mi allacciai il collier dietro al collo e misi l'anello col sigillo reale, indossai dei tacchi bassi neri abbinati prima di voltarmi verso Michael.
-Come sto?- lui mi squadrò tutto il corpo con una punta di malinconia nello sguardo.
-Mi manca vederti con jeans e maglietta- guardai il pavimento abbastanza triste. Mancava anche a me...
Presi il rossetto color carne e il mascara finendo il tutto. Poi andai da Michael prendendogli le mani.
-Purtroppo non posso continuare ad essere la ragazza che ero nel nostro viaggio. Io ho un dovere verso il mio popolo, la mia famiglia e me stessa. D'ora in avanti sarò così: formale. Magari coi capelli azzurri e le scarpe da ginnastica quando non ho colloqui e meeting vari, ma principalmente così- lo vidi stringere la mascella guardandomi fisso negli occhi.
-Supponiamo che io voglia... far parte della tua vita...- lo incitai a continuare -dovrei abbandonare gli skinny e le magliette nere?- io annuii alzando le spalle. Lui sospirò.
Sapevo che dietro quella domanda c'era molto di più, per questo non lo pressai lasciandolo libero di pensare.
Mano nella mano scendemmo fino nell'atrio: Malik era giá lì. Indossava una giacca di pelle sopra a dei pantaloni neri e una camicia, il suo stile mi sorprese.
-Signor Malik- e feci un piccolo inchino come segno di rispetto.
-Lady Sydney, Clifford- stampai il mio sorriso cordiale e diplomatico mentre Clifford lo guardava con la solita eapressione mista fra pazzia e rabbia che rivolgeva agli sconosciuti.
-Mi vuole seguiro nello studio? Vorrei parlarle di alcune questioni in privato se non le reca disturbo- lui annuì seguendomi.
Camminammo in silenzio fino alla stanza che era giá stata sistemata. Io e Michael ci sedemmo da un lato della scrivania e Malik di fronte a noi.
-Dunque, volevo iniziare scusandomi per l'attacco. Non ho dato l'ordine e il permesso, ma i miei ragazzi stanno diventando sempre più irritabili e prepotenti, vogliono giustizia. Se non fa qualcosa presto sarò costretto a dichiarare guerra e, come lei sa, non è mia intenzione- non era la prima volta che gli parlavo, era dall'attacco dei miei genitori. Se non sono morta in questi ultimi anni direi che è grazie a lui.
-Io e il mio amico Clifford abbiamo pensato alcune soluzioni. So che chiedete stabilità economica, migliorie in tutti i luoghi abitati australiani e protezione. Sono disposta a darveli non appena una corona verrá posata sulla mia testa. Ma ad una condizione- lui mi guardò incuriosito -lei si occuperà personalmente dell'esercito come comandante, potrà anche trasformare ribelli in soldati e verrano pagati come qualsiasi altro milite. Per le strutture architettoniche pensavo di partire dalle strade, passare alle scuole ed infine i palazzi. La protezione verrà fornita da squadre di militari locali retribuiti scelti da lei. Cosa ne pensa?- mi guardò sorridendo e vidi la stessa scintilla di sacrificio per la patria che entrambi avevamo.
-Perfetto, non potevo chiedere di meglio sua Maestá. A quando l'incoronazione?- e poggiò la schiena sullo schienale della poltrona.
-Oggi pomeriggio deciderò i dettagli, ma sarà a breve- il clima poi si alleggerì quando i due ragazzi iniziarono a conversare tra loro mentre io organizzavo l'incontro del pomeriggio.

Michael si buttò sul letto accanto a me. Quella giornata avevamo dato tutto.
-Ed ora?- mi chiese guardandomi serio.
-Rimane solo una questione ancora aperta- feci incrociare i nostri sguardi.
Non c'era bisogno di parole.

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora