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Il pick up sfrecciava a velocitá inaudita per le strade. Subito non ero riuscita a capire il motivo, ma quando degli spari iniziarono a farsi sentire facendomi accapponare la pelle, provai a sbirciare dallo specchietto laterale: cinque macchine della polizia ci stavano inseguendo.

Clifford aprì una scatola posta nella capotta dell'auto facendosi cadere un fucile sulle gambe.

Un brivido di paura mi percorse la spina dorsale quando lo lanciò su di me.

-Spara- disse fiondandosi in velocità provando ad evitare i colpi di proiettile dei poliziotti.

-Non lo so fare!- esclamai cercando di controllare la voce che mi era uscita stridula sicuramente.

Lui sospirò pesantemente abbassando il finestrino dalla sua parte, afferrò il fucile con due mani ed uscì di metá busto dalla macchina.

-Guida!- mi urlò lui e, nonostante la mia totale ignoranza in fatto di guida e il problema che non sapessi nemmeno il mio nome in quel momento, afferai il volante con entrambe le mani e allungai un piede sul pedale dell'acceleratore ringraziando Dio che la strada fosse perfettamente dritta.

Potevo sentire Clifford sparare ed imprecare. Sentivo le lacrime avvicinarsi pericolosamente e dovetti deglutire l'aria per provare a rimanere concentrata il più possibile e non lasciarmi andare al panico. Era come un videogioco, uno enorme e tremandamente reale.

In quel momento mi ricordai di non aver mai giocato a videogiochi.

Sentii un grugnito provenire dal ragazzo ancora per metá sospeso nel vuoto mentre gli spari dal retro sembravano sempre più lontani.
Clifford rientrò passandomi il fucile fumante e spostandomi bruscamente, poi accellerò ancora più di quanto pensavo fosse possibile e saettammo per le strade desertiche nelle quali stavamo circolando giá da un po'.
Passammo qualche altro tempo in silenzio mentre oramai le lacrime avevano giá iniziato a rigarmi le guance. Clifford, che sembrava addirittura abituato, ripose al suo posto il fucile posando solo un'occhiata veloce su di me.

-Che c'è da piangere? È stato solo un tentato arresto- alzò le spalle sorridendo nello stesso modo in cui sorrido io dopo una bella doccia calda.

-Solo un tentato arresto? Per un momento avevo paura saremmo morti- dissi disperata cercando di non urlare e di calmarmi.

-Finchè sei con me non morirai- certo. Non moriremo. Sempre se io non lo soffochi di notte. E poi perché mai avevo impedito il suo arresto? Era un criminale se la polizia lo cercava.

Oddio Sydney in che guaio ti sei cacciata.

-Tu sei un ribelle?- me ne uscii guardando i suoi capelli riflettere la luce del sole.

-Te ne sei accorta solo ora, animaletto?- mentalmente iniziai ad insultarmi per la mia stupidità.
Come avevo potuto affidare la mia vita nelle mani di un ribelle?

-Da dove vieni, animaletto? Da palazzo? Forse pure lì hanno visti dei ribelli- ridacchiò lui guardando la mia faccia a metá tra lo spaventato e l'arrabbiato.

-Scusa se i capelli verdi evidenziatore non mi hanno proprio intimorito- ed era vero. Di certo Clifford era pazzo, misterioso e strano, ma non incuteva timore di primo impatto. Di certo non ci avrei mai lasciato giocare insieme mia figlia, ma di certo non l'avrei mai classificato come "possibile attentatore alla mia vita". O almeno non seriamente.

-Non ti ho fatto paura?- chiese con lo stesso tono di voce usato per la mia precedente domanda.

Ed ammetto che era strano rispondere di no, ma per lui fu anche più sorprendente ascoltarlo.

Ci perdemmo entrambi nei nostri pensieri zittendoci di colpo. Nonostante sapessi che non mi avrebbe fatto del male, principalmente perché bisognoso di soldi, ora dovevo cercare di evitare al centouno per cento la remota possibilità che mi scoprisse. Sono pur sempre una reale e, dopo i miei genitori, so per certo che alla maggior parte delle persone noi non piacciamo. Direi che preferirebbero vedere noi morti piuttosto che Chris Hemsworth camminare nudo per le strade. Il che poteva essere logicamente accettabile per il loro punto di vista, ma dato che tenevo alla mia vita e speravo nel poter dare inizio ad un cambiamento, potevo affermare con convinzione di non voler morire prima del compimento degli ottant'anni.
Questo viaggio, però, stava mettendo la mia vita su un piatto d'argento per i ribelli, inoltre Clifford era colui che avrebbe potuto porgerla ai commensali. Di conseguenza dovevo sperare che tenesse la cloche sul piatto nascondendomi e proteggendomi ancor più di quello che avrei potuto fare personalmente.

Il resto della giornata la passammo in macchina in silenzio, entrambi troppo impegnati nei nostri discorsi mentali e, nel mio caso, sonnecchiando qualche ora dalla noia.

Una volta scesa la sera Clifford si fermò in un parcheggio nascosto dopo aver dichiarato apertamente di essere stanco di guidare. Lo lasciai scendere per primo mentre mi mettevo lo zaino in spalla. Mi stiracchiai le braccia e, richiamata dalla voce di Clifford, aprii la portiera saltando giù da pick up. Uno strano suono mi incuriosì e mi portò a guardare il suolo.

Non riuscii ad evitare un urlo di terrore notando un amichevole serpentello a poca distanza dal mio piede.

Clifford arrivò di corsa con occhi sbarrati e una pistola in mano. Appena lo vidi scattai tra le sue braccia stringendomi alla sua maglietta tremante nascondendo il volto nel suo petto. Lo sentii irrigidirsi mentre posava una mano sulla mia schiena.

-Uccidilo. Ti prego uccidilo- gridavo senza ritegno.

Odiavo i serpenti, ne ero letteralmente terrorizzata. Così non mi sorpresi quando il ragazzo, dopo aver guardato un po' in giro, scoppiò a ridere e sparò un colpo. Ancora in preda alla paura strinsi in un pugno la sua maglietta.

-Capitano corragioso, il tuo mostro feroce ha appena fatto un volo di tre metri- io mi staccai appena guardando il volto divertito del ragazzo. Gli occhi illuminati dalla luce rossastra del tramonto riflettevano un po' di arancione così come i riflessi sui suoi capelli verdi.

Arrossii staccandomi quando mi accorsi della vicinanza tra i nostri corpi e della mia totale perdita di controllo.

-Lo so, ho paura dei serpenti- ammisi portandomi indietro una ciocca di capelli.

Lui si limitò a ridacchiare facendomi segno di seguirlo sul cassone.

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora