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Sydney si apriva di fronte ai miei occhi, la nostra villa nel centro si distingueva. Sospirai sentendo all'improvviso tutto cadermi sulle spalle come un macigno. Dovevo prepararmi alla mia nuova vita e avrei dovuto imparare a farlo... da sola.
-Andiamo alla villa, ti faccio entrare- entrambi avevamo perso il buonumore da ieri. Darwin stava per arrivare anche lui a Sydney scortato da un intero plotone di militari ed elicotteri della polizia pieni zeppi di cecchini giusto in caso di un presunto attacco al piccolo. L'intervento di Melbourne era andato a buon fine, purtroppo avrá conseguenze per tutta la sua vita, sempre se si sveglierà. Adelaide si stava riprendendo anche se almeno era sveglia, si pensa sia caduta in uno stress post traumatico. Il corpo di Perth è ancora nel frigorifero dell'ospedale in attesa di essere portato qui per i funerali. È morto soffocato a causa del fumo provocato dall'incendio. Ancora non me ne capacito.
Michael, in tutto questo, mi ha sempre tenuto la mano non lasciandomi sola neanche un attimo. Forse, però, la solitudine è ciò che mi serve.
-Arrivati- scesi dal pick up dopo aver preso le chiavi di casa, aprii il cancello da sola facendo entrare Michael.
Spense la macchina, afferrò il mio zaino e scese. Mi pose un braccio sulle spalle. Era la prima volta che ci tornavo dopo quattro lunghi anni.
Un domestico accorse appena ci vide entrare.
-Lady Sydney, ben tornata. Che camere vuole che sistemiamo per lei e il suo...- guardò malamente Michael -amico?- ignorai il commento sgarbato.
-Prepari la mia stanza, quella di Darwin pure e per il signor Clifford quella di Melbourne sará perfetta- continuavamo a camminare, Clifford da una parte e i domestici si stavano affollando dall'altra.
-Per il menù di questa sera, Lady?- mi girai verso il ragazzo che alzò le spalle.
-Qualcosa di semplice, non voglio niente di sontuoso- si congedò l'aiutocuoca.
-Ha chiamato il sarto per il suo abito da cerimonia...-
-Gli dica di aspettare che la principessa metta piede a casa. Darò l'annuncio ufficiale una volta aver guardato i danni a palazzo-
-I funerali?- rabbrividii.
-Aspetterò che Adelaide e Melbourne si riprendano, è giusto che partecipino pure loro. A proprosito, chiami l'ospedale in cui sono ricoverati e li faccia traaferire in quello di Sydney. Voglio pattuglie lungo tutta la strada o una squadra di aerei da caccia armati pronti ad attaccare chiunque sembri minaccioso-
-Le porto i resoconti dei disastri?-
-Sì, anche gli ultimi resoconti delle mosse dei ribelli. E convochi un incontro con i responsabili di ogni settore per domani nel primo pomeriggio, voglio rivedere le mie promesse- oramai pensavo in modo schematico e rigido.
-Il signor Clifford?- lo guardai negli occhi.
-Può decidere cosa fare. Avrei bisogno del suo aiuto in questo momento, ma è libero di scegliere cosa ritiene più giusto. Ah, devo accedere ai file della sicurezza nazionale e dei ricercati della polizia- il suo sguardo ghiaccio mi perforava. La serietà ci faceva da padrone, lui capì che il divertimento era finito e, come immaginavo, non mi lasciò nemmeno un secondo.
-Alfred, porti quel che le ho chiesto nel mio studio insieme a una tazza di tè verde e una di caffè- lui annuì prima di scomparire.
Un'ultima donna mi pose in mano un telefono cellulare.
-Pronto?- chiesi mentre Michael mi apriva la porta che indicavo.
-Buon pomeriggio, parlo con Miss Soso la segretaria della principessa?-
-Mi dica- non volevo una vera segretaria, ho sempre parlato direttamente con tutti.
-Sono Holly, il signor Malik vorrebbe parlare con lei in privato- ribelli. Bene.
-Bene, è da tempo che aspettava questo colloquio. Lo avverta che dovrá arrivare con intenzioni pacifiche, tuttalpiù ora- vidi Michael confuso.
-Non si preoccupi. Domani in mattinata?-
-Perfetto, arrivederci- ed attaccò.
Sospirai entrando in ascensore.
-Ti dico i nostri piani. Ora parleremo io e te da soli, domani mattina incontro con Zayn Malik e dopo con tutti gli altri membri del governo- parlavo a raffica con determinazione.
-E se io volessi andarmene?- deglutii sapendo che in quel momento lui era l'unico a potermi aiutare in qualsiasi senso possibile.
-Puoi. Capirei il perché. E sappi che la porta, per te, è sempre aperta. Potrai tornare quando vuoi, ma anche uscire con la stessa modalità- lui annuì soltanto. Non era il momento di baci e zucchero, lui lo sapeva bene.
L'ascensore si aprì e trascinai il ragazzo prendendolo per mano verso il piano superiore diretta verso lo studio.
Quando arrivammo davanti alla porta strinsi tremante la maniglia. Ero pronta? Sarei stata all'altezza?
La mano di Michael si poggiò sulla mia.
-Facciamolo- e mi fece un occhiolino.
Io annuii aprendo la porta alla mia nuova vita. Ora c'ero dentro al cento per cento.
Tutto era giá sul tavolo come richiesto, mi sedetti sulla poltrona avvicinando la sedia che avevano messo per Michael. Versai del tè nella tazza e iniziai a guardare numeri su numeri aapettando che il ragazzo mi seguisse.
-Sai qualcosa di bilanci, entrate e perdite?- gli lanciai una veloce occhiata mentre guardava tutto quell'ammasso di carta spaesato.
-Ho perso tre quarti dei soldati che lavoravano sulla nostra protezione più il comandante e il capitano. Pochi domestici sono salvi e di quelli non so ancora quanti pensano rimanere...- presi il telefono posto sulla scrivania chiamando il cellulare di Alfred.
-Lady Sydney?- rispose quasi subito.
-Dia l'ordine di chiamare tutte le famiglie delle persone morte nell'attacco. E chiami un'agenzia di assunzione, dobbiamo sostituire ogni persona deceduta- quando misi giù mi passai una mano sul viso.
-Dobbiamo evitare che accada ancora- Clifford mi guardava sorpreso come se non si fosse mai aspettato di vedere questo.
-Dobbiamo?- e probabilmente si chiedeva se fossi pazza o no.
-Voglio un piano da presentare a Malik domani per il quale mi consenta di proteggere la mia famiglia negli anni futuri. Tu mi devi aiutare a realizzarlo- e ci guardammo negli  occhi nel modo più intenso che potemmo. Non servivano parole, noi ci bastavamo.

Hidden princess || M.C. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora