POV Ana
Sono le 8:00. Sto preparando la colazione a Teddy mentre dorme ancora, l'asilo ha orario dalle 9:00 alle 16:00. Spero che gli orari del servizio delle pulizie riescano a farmi essere presente quando lui finirà all'asilo. Nel caso così non fosse, devo assolutamente trovare una baby-sitter. Magari posso chiedere al portiere chi vive all'appartamento vicino al mio, magari posso preparare una torta,presentarci e vedere se posso chiedere una mano con il bambino. -Mamma- -Piccolo mio dimmi- mi avvicino al letto e noto i suoi occhietti ancora chiusi per il sonno. -Non voglio andare all'asilo- -Perché amore mio?- – Non conosco nessuno- -Ma tu sei un bimbo bello e simpatico, vedrai che farai subito amicizia.- Annuisce poco convinto. Gli scompiglio i capelli prendendolo in braccio- E' l'ora della colazione- -Siii- Lo guardo mangiare il latte con i biscotti e mi piange il cuore. Speriamo che i bambini all'asilo lo facciano sentire subito accolto, non voglio che si senta escluso. Dopo colazione ci prepariamo, laviamo i dentini e poi lo aiuto ad indossare il grembiulino azzurro chiaro. Prendiamo lo zainetto e andiamo all'asilo. A piedi ci vogliono circa dieci minuti quindi facciamo una piccola passeggiata insieme prima di separarci. Varchiamo il cancello e noto che ci sono molte mamme o papà ad accompagnare i loro bambini. Con Teddy non è mai uscito fuori il discorso del suo papà, sarà che ha sempre visto mio padre e in alcuni casi Ethan quando veniva a trovarci con Kate, ma ho paura che prima o poi mi farà la fatidica domanda. Arriviamo davanti la sua classe e una ragazza si avvicina a noi. Teddy si nasconde dietro la mia gamba, è sempre stato un timidone. -Salve lei è...- -Miss Steele. Ci siamo trasferiti l'altro giorno. Lui è il mio bambino Theodore Steele.- -Ciao Theodore io sono Francesca, la tua insegnante. Ti va di venire a conoscere gli altri bimbi?- -Vai amore- Annuisce e prende la mano della maestra- Senta Teddy è molto timido. Per qualsiasi cosa mi chiami la prego.- -Stia tranquilla. Lo farò.- Do un bacio sulla guancia al mio bambino ed esco dall'asilo. Una volta entrata in macchina controllo sulla cartina l'indirizzo della agenzia. Non avendo né un telefono ultra moderno né tantomeno un navigatore in macchina, devo arrangiarmi alla vecchia maniera. E' già tanto che la macchina ancora cammini. Metto in moto e parto, spero di non arrivare in ritardo o mi gioco il posto. Margaret ha dato una bella raccomandazione su di me, non vorrei certamente deluderla. Venti minuti dopo sono nell'ascensore che mi condurrà all'ufficio del capo. Sono così agitata che mi tremano le gambe. Il pling dell'ascensore mi avvisa di essere giunta a destinazione. Mi viene incontro una signora, assomiglia molto a Margaret -Anastasia vero?- -Si sono io.- -Piacere io sono Giorgiana, la cugina di Margaret. Vieni nel mio ufficio che parliamo meglio.- Annuisco e la seguo. Ci sediamo l'una di fronte l'altra. -Sai devo essere sincera con te. Quando mia cugina ti ha raccomandata quasi non volevo crederci. Come fa una ragazza laureata come te a non trovare lavoro?- -Margaret non le ha detto nulla?- -Riguardo il fatto che sei una mamma single? Certo che lo so. Ma non è questa la mia domanda- Sospiro. Se neanche lei mi ritiene adatta sono nella merda totale. -Mi hanno tutti rifiutato, dicendo che avendo un bambino non era l'ideale. Loro cercavano gente disponibile al 100% e per loro non lo ero. La Grey Publishing mi ha addirittura buttato a terra dicendo che con le mie capacità non avrei avuto neanche il posto di segretaria.- Mi scruta. Io ho un magone in gola e vorrei solo piangere. Mi sento una fallita, l'unica cosa buona della mia vita è il mio piccolo amore. -Capisco. Non mi stupisco della Grey Publishing. Non ha una buona nominata, sa prima a gestirla c'era Jack Hyde, un caro amico del Signor Grey. Solo che da tre mesi è andato via per motivi familiari e la conduzione è passata in mano a quella serpe di Elena Lincoln. Con Jack prima le cose andavano molto meglio.- -Lei come fa a sapere tutte queste cose?- -Oh semplice, io lavoro a casa di Mrs Grey, la madre di Mr Grey. Abbiamo un bel rapporto e spesso mentre pulisco lei rimane con me a parlare di quanto suo figlio abbia perso il lume della ragione. Non le va a genio quella donnaccia. Pensa ha dieci anni più di lui. Capisco che una donna matura possa avere qualcosa in più, ma quel ragazzo meriterebbe più una giovane come lei, ecco.- Arrossisco per il complimento. -Si figuri, Mr Grey non mi guarderebbe mai come si guarda una vera donna.- -Non dire sciocchezze mia cara. Non hai assolutamente nulla da invidiare a quella donna. Comunque parliamo di lavoro- -Quali sarebbero i tuoi orari?- -Io posso dalle 9:00 alle 16:00. Ma se riesco posso anche fare dalle 7:00 in poi. Giusto il tempo di trovare una babysitter.- -No cara tranquilla questi orari vanno bene. Allora fammi guardare un po' cosa c'è. Mmmh. Si questo ti potrebbe andare. Dalle 12:00 alle 15:00 dovresti pulire gli uffici dell'ultimo piano della Grey House. Dove lavoro appunto Mr Grey. In quegli orari l'azienda chiude per la pausa pranzo, eccetto in casi eccezionali di riunioni. Per adesso puoi iniziare così. Poi se esce fuori altro te lo dirò. – -Grazie.- -Vieni ti do la tua divisa. I nostri prodotti li troverai li nello sgabuzzino adibito a noi. Quando arriverai li, chiedi alla receptionist di Taylor. Lui sa già tutto e ti mostrerà dove sono gli oggetti e potrai pulire tutto.- – Grazie Giorgiana- -Ma figurati cara-. Mi passa la divisa e il biglietto con l'indirizzo del posto. Speriamo di non fare figuracce. La saluto e torno a casa. Esco e noto che piove forte, ovviamente sono senza ombrello. Corro verso la macchina ed entro di corsa. Sono leggermente bagnata, devo correre subito a casa a cambiarmi se non voglio avere il raffreddore domani. Metto in moto e mi immergo nel traffico di Seattle.
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Scherzi del destino
FanficAnastasia Steele, appena laureata alla WSU University decide di andare a vivere a Seattle, in cerca di una vita migliore. Christian Grey, uomo ricco e potente, amministratore della Grey Hold. Inc e della Grey Publishing, ha fatto di Seattle il suo r...