Chapter 2: La Spiegazione e L'Ambientazione

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Passai diversi giorni in quella monotonia grigia della stanza d'ospedale, le infermerie mi guardavano storto, i dottori sembravano tentati di non fare bene il loro lavoro. Non capivo proprio perché dovessero trattare così un loro paziente. Persi il conto dei giorni che trascorsi là dalla noia, eccetto per quei giorni in qui Elliot mi veniva a trovare durante il pomeriggio. Finché non arrivò il giorno in cui tutta la famiglia fu riunita attorno a me con aria allegra e festiva.

- I dottori dicono che domani potrai uscire, contento?- disse Giuli, e sui visi dei figli spuntò un leggero sorriso. - Ehi, ragazzi guardate che dovrete lavorare per pulire la camera degli ospiti! - il sorriso sui loro volti scomparve, ma apparì sul mio. -Ma' non è giusto però! - protestarono in coro i fratelli McRuis

-Lo avete voluto salvare voi e voi lo farete sentire a casa! Forza, in marcia! Buona notte Markus a domani!- fece così per uscire dalla stanza. Si avvicinò quasi per stendersi su di me Asia. Mi diede poi un bacio sulla guancia. Elliot mi guardò con un po' di risentimento, mi sa che sua sorella lo coccolava un bel po'.

-Ciao, mio nuovo fratellino!- disse Asia, poi uscì anche lei
-Ciao Markus! Riposati, e aspettaci domani. Ah, poi domani ci sarà anche mio....nostro padre, non vedo l'ora di presentartelo!-
Sorrisi in risposta e lo salutai con la mano.

Cenai con una foga inimmaginabile, poi riflettei sul fatto che non mangiavo da giorni ed ancora su come ero finito in quel boschetto in cui Elliot mi trovò; mi addormentai senza risposta.

- Tu, inutile vigliacco finalmente ti ho beccato!- Ma di chi è questa voce e chi sarebbe il vigliacco, forse sto sognando cosa mi successe quel giorno? - *anf anf*- ansimavo per la corsa - Oh, cavolo dove mi nascondo? - Nascondermi? E da chi? Non riesco a vedere sento solo la mia voce e quella di....di.... AAAAAAAHH... non ricordo! Perchè? Perchèèèè?? - N°00129! Qui, vieni! - Numero? Io? Ma se sono un ragazzo, per quale motivo mi chiamano con una cifra?- N°00089, sei fuori anche a te! Grazie al Cielo!- era sicuramente la mia voce, ma era come se non mi appartenesse
-Sì, ma muoviti quello stronzo è vicino, nasconditi vicino a me! -
-Cazzo, grazie mia dolce Sena .-
-Sì, sì niente smancerie mentre uno stronzo armato ci segue!!
-Ah, beccati i piccioncini!- sentì un gracchio, penso un rumore di una radio
-Gente, ne ho due. Passo.- di nuovo il gracchio della radio
-N°00089 e N°00129 alzate i vostri didietro da terra e seguitemi- Vedo ora la ragazza che sferra un pugno nell'addome del tipo e correre via. -Forza idiota vieni!- Ora non vedevo, di nuovo. Capii solo che mi voltai e cominciai ad aizzare le mani contro il tipo ed urlai alla ragazza di scappare lei esitò ma corse via, mentre la osservavo mi sentii l'aria sfiorami il viso ad un altissima velocità.

Mi svegliai poi di colpo, in tempo preciso per l'alba uno dei paesaggi più belli cui potessi ammirare.

Non riuscivo ad addormentarmi, aspettai con ansia Giuli per farmi venire a prendere.

Quando arrivò mi portò a casa. Εra già ora di pranzo ed un po' mi lamentai, ma i figli mi dissero che era normale per lei, allora la scusai. Una volta arrivati.
un uomo dall'aspetto ben curato e dall'aria serena, si avvicinò e abbracciò Giuli. -Oh, Lukas! Sei sempre così dolce con me.- disse questa frase con un volto di serenità e amore tutto rivolto a, evidentemente suo marito.

-Ehm.... Salve! Io sono Markus, penso di essere il tuo nuovo... figlio? Fa un po' strano dirlo ma ne sono felice.- mi tremava un po' la voce dalle tante emozioni che provavo. -Ah, già il mio nuovo figlio.... - dicendo questa frase cambiò volto più volte, dalla faccia serena da innamorato a serio per finire poi in un sorriso enorme. - Ben-ve-nu-tooooo !!!! -

Passò giusto il tempo di esplorare la casa, ed ambientarmi almeno un po', che Giuli ci chiamò a tavola, e trascorremmo la nostra prima cena tutti insieme, poi Lukas disse una cosa che mi sconvolse: -Lo sai che non sei di qua, che non sei come noi e che non dovresti essere qua da noi?- io risposi quello che sapevo, nulla. Non rimasi zitto, dissi proprio che non sapevo nulla e che non sapevo neanche chi ero, Lukas annuì e rimase per un po' in silenzio, poi aggiunse che dovevamo stare attenti a non essere scoperti.

-Papà, posso chiamarti così?- annuì - Bene, vorrei chiederti perché non sono come voi anche se siamo identici e parliamo la stessa lingua e perché non devono scoprirmi?- fece un profondo sospiro come se stesse in pensiero per quello che mi stava per dire.-E' una storia risalente a un bel po' di anni fa: La razza umana stava facendo un balzo eccesivo nella tecnologia, ed i possessori di tale energia erano pochi, sfruttando questo si unirono creando fortissimi eserciti che si divisero e sconfissero ogni tipo di esercito, mafia, forza dell'ordine e agenti segreti. Divennero così i legittimi proprietari e governanti della Terra. Nacque così l'oligarchia Neomorfista. Il mondo era abbastanza tranquillo eccetto qualche rivoluzionario idiota che provava a farsi sentire ma c'erano gli Zemors, ovvero creature o androidi che lo sistemavano per sempre, senza pietà e pubblicamente. Le due popolazioni o razze come le vuoi chiamare, nacquero per le idee di qualche Neomorfo che decise di dare diversi stili di vita: i Neomorfi sono coloro che credono nelle guerre e nella tecnologia più potente. Noi i Tradiun, o semplicementi umani, accettiamo che la scienza proceda piano, per non autodistruggersi come segretamente la filosofia Neomorfista sta facendo con le persone che ci credono. -

-Okay.... Ho capito spero di poter godermi molto tempo con voi nel "mondo" degli umani!- dissi un po' affranto dalla spiegazione di Lukas
-Ora, però, scusatemi ma vorrei andare a stendermi... Con permesso- mi alzai e mi diedero la buona notte, cosa che non sarebbe successa, perché sognai di nuovo.

Vedo uno sfondo cambiare molto spesso un'unica frase che diceva:
< Sena, otre axe, recda it> <Sena ti amo, ricordatelo> Umano antico. Ehi, come faccio a saperlo?!

Passò una decina di giorni in cui la notte sognai, il volto di una bella ragazza a cui rivolsi quella frase in umano antico, mi chiesi in continuazione il perché, ma senza risultati.

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