Chapter 26: Perché Questa Stanza è Completamente Bianca?

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Si aprì dopo circa dieci minuti la porta della mia cupa stanza ne venne fuori un adolescente in tuta verde che mi chiese di seguirlo.

Non proferii parola e mi mostrai debole, mi alzai lentamente e lo seguii.

Era poco più alto di me
La tuta, da dietro gli copriva il collo con un lungo colletto; il materiale da cui era costituita la tuta era lucido, la chiusura davanti invece era presente alla destra sulla parte superiore, era a strappo. I pantaloni invece erano dello stesso materiale ma per il resto sembravano dei normali pantaloni.

"Ma tutti i Neomorfi si vestono così, che razza di moda assurda..." pensai.

Per finire portava degli stivali grigi fino alla caviglia e dentro erano inseriti i pantaloni.

-Carina, la divisa, eh? Figurati, è nuova di zecca!- interruppe i miei pensieri quel ragazzo.

-Cosa...?- risposi fingendomi ancora senza forze.

Non eravamo neanche usciti dal corridoio per raggiungere Lukas ed il ragazzo capii subito cosa stessi facendo e che fingevo.

-L'ho capito che non sei un fesso depresso, eh! Su, prendiamo il tuo patrigno e raggiungiamo il resto della famiglia. Ah, fossi in te farei di tutto per non fare casino nel tragitto. - era allegro, rilassato e socievole. Mi stava dando ai nervi.

Uscimmo dallo stanzino e passammo nel corridoio a luci spente.
"Si saranno scordati che siamo ancora qui? Gentili...."
Quella giovane guardia si stava orientando senza neanche una lampada o altre fonti di luce, per me era un miracolo se riuscivo a vederlo.

Arrivammo alla stanza di Lukas e dal vetro ancora rotto il ragazzo, come se nulla fosse chiamò mio padre e lo fece uscire.

Mio padre mi attaccò con un abbraccio e iniziammo a chiederci cone stavamo.

Le nostre parole furono poche, il ragazzo aspettò volentieri la fine della nostra riunione e poi riprese a camminare.

Una volta usciti dal buio del corridoio ci dirigemmo verso un ponte fatto a tubo che collegava l'edificio dove eravamo ad un altro.

In quel tubo l'illuminazione era dovuta solo a delle piccolissime e distanti luci led sul pavimento, per il resto era buio, si era fatta notte ed io stavo iniziando a tremare visto che indossavo solo pantaloni del pigiama ed era pieno autunno.

Se si portavano i nostri sguardi al cielo si vedevano le stelle ed altri ponti simili a quello dove eravamo.

Riposai lo sguardo sulla guardia e si mise a parlare: -Oh, non mi sono presentato, perdonatemi sono Z... ah, lasciamo il codice, sono Zero. E ho messo fuori uso l'altro sorvegliante Z16-19, troppo servile con i tipi dalla grande O e stava antipatico anche a Medìes, niente di che ehm... solo... non scoccerà più, diciamo... ahahah...- rise con talmente poca convinzione che mi misi quasi a ridere per la scena quasi comica.

Poi riflettei, "...e ho messo fuori uso... che sta succedendo sotto l'occhio di tutti? Oppure... sotto l'occhio di nessuno? Se Medìes stesse agendo talmente bene da non farsi veramente beccare? Non mi convince molto sto vecchio... e poi ... questo ragazzo starà con lui? Troppe, troppe, troppe domande. Aspettiamo e vediamo di capirci qualcosa"

- Ahahah... comunque altri tre corridoi dentro all'edificio degli uffici e delle abitazioni. - indicò avanti a sé fermandosi e poi riprese la sua energica parlata: - questo qua davanti, e troveremo i vostri familiari, è l'abitazione dei sorvegliati n°5 ha: letti, bagno con doccia, cucina... insomma come una casa vera e propria solo senza tv o tecnologie. Medìes e noi della sua squadra soltanto vi sorveglieremo, io sarò nell'abitazione accanto un monolocale per i sorveglianti... devo starvi vicino mi dicono. Così farò! Contenti?-

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