Chapter 18: Risoluzione?

13 4 0
                                    


Qualche notte prima di una delle decisioni più importanti della mia vita, mentre salivo in camera, notai Markus sdraiato a terra in mezzo al giardino di casa sua.

La luna, dopo la tempesta, lo stava illuminando. Sul suo viso, però, la luna stava apparendo come scintille. Dando così rilevanza alle lacrime che stavano lentamente scivolando sulle sue guance. Quella giornata per me fu proprio uno shock, perciò decisi di parlarci il giorno dopo.

Tutte quelle rivelazione su chi ero, quelle novità opprimenti. I flash e mia zia corsa da noi da un incarico molto lontano. Tutto questo mi ridusse la testa ad un questionario con domande senza risposte segnate.

Mi tolsi di dosso quella maglietta che avevo trovato prima di cena e, libera, mi gettai sul mio morbido letto.

Nel mezzo del mio sonno sentii un forte trambusto provenire dalla casa accanto, ma ero troppo assonnata per interessarmi e mi riaddormentai.

*** ** ***
Passarono diversi giorni e li dovetti trascorrere lavorando fra le scartoffie di Alicia e a fare commissioni, su commissioni. Non ebbi momenti liberi per poter andare da Markus.

La sua faccia ricoperta di lacrime mi stava tormentando, dovevo parlarci o quella sofferenza mi avrebbe fatto star veramente male. Passai a casa loro tre o quattro volte quel giorno fatidico.

Vedendomi presentare spesso a casa loro la signora Bibi, una vecchia vicina di casa, si affacciò dal suo giardino e mi chiamò a sé.

-Buon pomeriggio, bellissima.- il suo fu un caldo saluto che mi rilassò subito. Quella sensazione durò pochissimo. Lo sguardo della signora si fece più triste ed il suo viso non lasciò con esso. Le risposi con un cenno del capo ed iniziò il suo monologo. -Cerchi i McRuis, giusto? Non ho buone notizie per te, cara. Qualche sera fa è entrata in casa loro una squadra di attacco della nostra, sempre potente e presente, Oligarchia. Hanno sparato ad ognuno di loro alle spalle, colpendoli tutti precisamente nel collo. Erano una così bella famiglia, e quel loro nuovo figlioccio, che ragazzo educato. Era anche molto carino. Sarà triste la via senza i loro litigi o la loro musica alta. Però se hanno fatto un torto alla nostra sovrana e imponente Oligarchia devono solo pagare. Ah, povera gioventù, conclusa troppo presto per colpa dei loro genitori.-

La signora continuò a parlare e a dire "che peccato qui... mi dispiace là..." tutte cose così ma la mia testa aveva smesso di ascoltarla. Ora erano sulle mie, di guance, le lacrime. Riuscì a rimettere la mia attenzione sulle parole della signora solo verso la fine del discorso - ... E poi quel tizio, buttandoli dentro un veicolo grosso e nero, disse qualcosa come: "Sono addormentati li porto dall'altra parte." Che modo elegante per un assassino per definire la morte e l'aldilà... Oh, i giovani di oggi. Mi dispiace carina, ora rientro che devo preparare il brodo per il mio vecchio marito. Tanti saluti!- così si voltò e rientrò in casa.

"Sono addormentati, li porto dall'altra parte. E se li portasse... Nel posto da cui provengo? Cioè dal Confine dei Pensieri o addirittura dai Neomorfi?! Se non fossero morti, come quella vecchia ha pensato?" piansi ancora, e tanto, ma quella piccola domanda riaccese in me la speranza. Non mi ero mai sentita così sola.

Mio padre aveva ricominciato a non tornare per due giorni di fila e Alicia sembrava scomparsa. Ero sola, veramente sola. L'unica cosa che non mi faceva sentire sola era la speranza di ritrovare Markus. Di riabbracciarlo e baciarlo... solo... un'altra... volta...

Annegai fra le lacrime, stretta al mio cuscino.

BrokenSynèsis Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora