Chapter 19: Diario di S•Giorno I

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Okay ora sto correndo. Perfetto. Addirittura verso il Confine dei Pensieri, che coraggio. Invadere l'ignoto per un ragazzo e la sua famiglia...” -Aspetta...- mi fermai dalla corsa giusto il tempo di pronunciare quella parola. “Non è per... Lui ...o loro. Ma per il mio passato che mi sto gettando nel vuoto più totale.” così corpo e mente riiniziarono a correre.

È completamente buio. Faccio fatica a vedere dove stia mettendo i piedi ma sto procedendo regolarmente. Ma senti che bella compagnia che ho in questa corsa serale!”  per tutta l'area i grilli cantavano. Era come un sottofondo dinamico che mi stava motivando a procedere. L'aria fredda autunnale mi sfiorava le guance e mi portava brividi per tutto il corpo.
Mi misi su il cappuccio del mio mantello per contrastarli.

Nel mentre, però, inciampai su una radice che spuntava fuori e rotolai per terra.

Non mi fermò.
Ebbi la forza di rialzarmi e la mia corsa nel nulla ripartì.

Dopo quelle che mi parsero ore di sola oscurità giunsi davanti ad una grotta. Solo in quel momento estrassi la torcia elettrica ed esaminai la grotta.

Vuota.

Mi distesi a terra, mi coprì con delle lenzuola e riposai.

                        *** ** ***

La mattina giunse velocemente.

Fui svegliata dal sole già alto che mi stava colpendo la fronte coi suoi raggi.

Una volta completamente cosciente osservai in dettaglio la grotta.

“Dalla grandezza pare la mia camera da letto ed è anche accogliente come la mia camera da letto.” camminai in tondo, accovacciata, strusciando le mani sulle pareti. Osservai ogni difetto e perfezione del luogo. Ero veramente assuefatta per come mi sembrasse casa mia.

Wow... Che bel nascondiglio! ” sul mio volto comparve un sorriso a trentadue denti. “Se questo luogo fosse stato... Mio?” arrivai al luogo opposto della caverna dove trovai una branda polverosa.

-E questo?- incuriosita mi misi a spolverarla, tossii un paio di volte, sotto lo sporco c'era una sorta di telo di un materiale simile a quello della mia casacca che ricopriva un letto di paglia e rametti secchi. A destra di esso era evidente un cambio cromatico del terreno. Mi misi a scavare e riuscì a trovare un diario fatto con foglie, pellicie, il materiale della coperta e cortecce “Chiunque lo abbia tenuto ne sentiva un forte obbligo a continuarlo...”.
Lo iniziai a leggere, queste erano le parole sulle prime pagine:

Diario di S.•Giorno I

Sono un evaso. Ho bisogno di tener conto delle mie azioni o qui ne esco pazza, pardon, pazzo.
Non se mai qualche essere umano recuperi questa accozzaglia di foglie che ho rilegato. Ma lo spero.
Ci sono quei bellissimi uomini in verde, capeggiati da dei pazzi, folli, rinnegati di testa vestiti con completi, sapete no? Giacca nera, camicia bianchissima, quasi trasparente, cravatta, pantaloni a sigaretta e mocassini scricchiolanti.

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