Capitolo 7

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Apro gli occhi lentamente, sono ancora impastati dal sonno, non riesco a mettere fuoco... proprio niente, mi sento spaesata, ma, non so perché, anche molto bene. Provo a tirarmi su ma sono bloccata da qualcosa. Finalmente riesco a ricordare. Il braccio di Clarke mi sta ancora tenendo stretta, con fare protettivo, proprio come stanotte, quando mi sono addormentata tra le sue braccia. Volto il viso lentamente e incontro il suo... ancora nel mondo dei sogni. Cavolo è proprio una visione. Mi tiro su lentamente appoggiando la testa al mio braccio. La fisso ancora per un tempo che sembra infinito... il suo respiro è regolare, il suo viso sereno, sembra quasi stia sorridendo... Forse sta sognando... Non riuscirò mai a ringraziarla per quello che ha fatto stanotte. Non sono mai riuscita a parlarne così apertamente con nessuno, finora, nemmeno con Anya. Con lei invece, anche se all'inizio è stato difficile, sono riuscita a sfogarmi completamente, a lasciar uscire tutto il dolore, che, da anni, mi attanaglia il cuore. Quindi grazie Clarke... grazie veramente!

Non la voglio svegliare, anche perché sono solo le 5 (è ancora presto), ma, è più forte di me, la mia mano sembra vivere di vita propria... si avvicina lentamente al suo viso per accarezzarne la guancia. Il mio tocco è delicato ma carico di quel sentimento inespresso che non so spiegarmi. Lexa ma cosa diavolo ti prende?!? Non lo so, ad essere sincera... non lo so proprio cosa mi prende... so solo che non posso fare a meno di toccare Clarke... questa carezza mi inebria di un'estasi mai provata, esplorare la sua pelle morbida, tracciare i suoi contorni con le dita, mi provoca delle sensazioni che non credevo più di saper provare. E questo, da un lato mi da benessere... dall'altro invece mi spaventa a morte.

Anche se il mio tocco è delicato sento Clarke muoversi, il mio istinto è di ritrarre subito la mano, poi la vedo sorridere, ha ancora gli occhi chiusi e sta sorridendo, forse per le mie carezze... Dio cosa mi sta facendo questa donna?

Non ci mette molto ad aprire quei suoi stupendi occhi inchiodandoli ai miei... Le tolgo una ciocca ribelle di capelli dal viso. Un timido sorriso si affaccia anche sulle mie labbra.

"Scusa... Non volevo svegliarti..." il mio è un sussurro.

"Non ricordo un risveglio così dolce da anni", replica Clarke. Continuo ad accarezzarla.

"Clarke... grazie... per stanotte voglio dire... grazie per avermi ascoltato... non ero riuscita ad aprirmi con nessuno... fino a ieri ...". Il mio tono non accenna ad aumentare rimane molto flebile.

Lei si tira su appoggiandosi sui gomiti, si avvicina terribilmente a me e alle mie labbra.

"Quando vuoi", sospira a pochi centimetri dalla mia bocca. Io non capisco più nulla, è un attimo, annullo la distanza tra di noi, e poso le mie labbra sulle sue. Il bacio è dolce, tenero, innocente, e non la coglie di sorpresa... ma tutte e due abbiamo bisogno di più, infatti sento la sua bocca schiudersi leggermente dandomi il permesso di entrare, la passione mi prende... il bacio diventa intenso le nostre lingue si inseguono l'un l'altra, l'abbraccio per stringerla a me, ho bisogno di quel contatto più di qualsiasi altra cosa. Poi, d'un tratto, la paura mi assale, mi stacco di colpo da Clarke, in cerca d'aria, con il viso completamente arrossato.

"Scu... scusami Clarke... non so veramente... cosa mi sia preso", balbetto alzandomi velocemente dal letto. Cerco di rifugiarmi in bagno ma la dottoressa mi afferra dolcemente per un braccio. Non riesco a guardarla in faccia. Lexa come hai potuto comportarti così... approfittare della situazione, lei è stata gentilissima e tu la ripaghi facendo l'imbecille...

"Lexa... Lexa, per favore guardami", mi supplica Clarke. Alzo il volto timidamente, e mi perdo per l'ennesima volta nel suo sguardo.

"Non ti devi scusare di niente... ok?!?", continua la patologa.

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