Capitolo 15

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[Clarke POV]

La serata mi sta letteralmente travolgendo, sono sopraffatta da un misto di emozioni che non riesco a controllare.

La gelosia per dirne una. Guardare Lexa, la MIA Lexa, muoversi così sinuosamente e in modo così sensuale, mi ha scombussolato notevolmente.

La paura. Quando abbiamo ballato strette l'una all'altra, ero spaventata, non sapevo se lasciarmi andare e farmi trasportare o rimanere controllata. Ho troppa paura di forzarla, non voglio farla scappare via da me, ne morirei, la amo troppo.

La spontaneità. Alla fine ha vinto lei, mi sono completamente sciolta tra le sue braccia e insieme siamo entrate nel nostro limbo... non esisteva più nessun altro, solo io e lei, ho provato e continuo a provare sensazioni uniche quando siamo insieme.

L'impulsività. Ho dichiarato alle nostre amiche/colleghe il mio amore incondizionato per lei, non è stata una mossa molto furba, vista la paura che ho di perderla, ma questa sono io... e oltre ad essere molto testarda, impulsività è uno dei miei peggiori difetti.

Uscite dal nightclub mi sono subito scusata con lei per il mio comportamento e per un momento ho pensato che mi volesse dire quelle tre parole importanti... ma non volendola forzare gliel'ho impedito.

Ora siamo in macchina e il silenzio regna sovrano. Mi perdo a fissarla di continuo, dio quanto vorrei sapere a cosa sta pensando. Il suo silenzio fa terribilmente male... anche io rimango zitta, la paura sta prendendo il sopravvento.

Il viaggio per arrivare a casa non dura tanto. La serata non può finire così, io devo sapere cosa c'è che non va.

"Lexa...", la chiamo dolcemente, ma lei non si gira così riprovo.

"Lexa... ti prego, guardami...", la supplico. Questa volta ascolta il mio appello e si volta verso di me... i suoi stupendi occhi si incatenano ai miei... sono lucidi e brillano risaltando il suo stupendo color verde. Sospiro per prendere coraggio.

"Dimmi cosa c'è che non va? Parlane con me Lexa...", il mio è un sussurro. Mi avvicino e le accarezzo dolcemente il viso. La sento sospirare e deglutire a fatica. Cosa c'è che non va? Dimmelo, ti prego? Mi stai spaventando...

"Clarke... posso... stare da te stanotte?". La sua voce trema come una foglia. Un sospiro di sollievo mi esce spontaneo. Le sorrido dolcemente e poso le mie labbra sulle sue per un tenero bacio.

Poi con un scatto fulmineo, tacchi permettendo, scendo dalla macchina e mi dirigo velocemente dall'altro lato per aprirle lo sportello.

"Detective Woods...". Le porgo la mano con un gesto teatrale per stemperare un po' la tensione di pochi istanti fa, lei mi ringrazia timidamente.

Le stringo la mano intrecciando le nostre dita e la trascino su per le scale.

Cerco velocemente le chiavi nella borsa, e per questo motivo sono costretta a lasciarle la mano.

Una volte entrate cerco di metterla a suo agio, mi tolgo subito quelle trappole infernali che ho ai piedi e mi libero del foulard, lei, un po' titubante, si toglie la giacca. La invito a sedersi insieme a me sul divano, senza costrizioni o esigenze. Dalla sua espressione sembra che mi voglia dire qualcosa ma che, per un motivo o per un altro, non ci riesca... di nuovo qualche timore fa capolino nella mia testa, ma cerco di non far trasparire niente.

Appoggio un gomito sullo schienale del divano e con la mano mi sorreggo la testa. Ho un sorriso sulle labbra anche se forzato. Aspetto che sia lei a parlare, l'attesa mi sta uccidendo.

"Clarke... Clarke... Clarke", riesce a pronunciare solo il mio nome. È talmente adorabile, anche con l'espressione seria quasi imbronciata. Decido di alleggerire tutta questa tensione che si sta creando con una battuta.... magari riesco a rilassarla?!?

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