6. Sempre peggio

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Da quello scontro verbale con Louis nel suo studio, Harry cominciò a fare sesso con chiunque gli piacesse anche solo in minima parte.

Si faceva scopare dai soldati nel cortile del palazzo, da qualche schiavo nei posti più disparati del giardino e perfino da alcuni nobili in visita all'imperatore.

In breve tempo le voci sulla sua condotta cominciarono a circolare e, in altrettanto breve tempo, tutti iniziarono a definire Harry una vera e propria puttana.

Louis sentiva ciò che si diceva di suo marito, ma non ci faceva caso, a lui interessava solo avere accanto a sè Marco, il suo amante, e ciò che faceva il ragazzo riccio non lo toccava.

L'imperatore in persona gli aveva chiesto più volte come potesse tollerare un comportamento simile, ma il giovane erede al trono aveva sollevato le spalle e aveva risposto che il suo era un matrimonio di facciata e nulla di più.

Perfino sua madre Valeria, un giorno, l'aveva preso da parte e gli aveva intimato di riprendere il marito perché non era conveniente che il futuro imperatore fosse sposato ad una prostituta, ma Louis rispose ancora una volta che non gli importava e che, per quanto lo riguardava, Harry poteva farsi scopare da tutta Roma.

Il riccio, dal canto suo, si vergognava sempre di più di farsi trattare come una sgualdrina, ma ogni volta che qualcuno sparlava un po' di più di lui sperava che Louis si sarebbe arrabbiato e gli avrebbe almeno rivolto la parola.

Infatti, dal giorno del loro quasi litigio nel suo studio, il ragazzo dagli occhi blu non aveva più parlato al marito e quest'ultimo ne era rimasto addolorato.

Un giorno si fece trovare da Louis completamente nudo su uno dei triclini della sala da pranzo con uno schiavo dalla pelle scura che spingeva violentemente dentro di lui.

Il marito, però, si era limitato a rivolgere ai due un'occhiata fugace e poi era uscito senza dire nulla.

Harry, allora, preso da un attacco di rabbia, aveva allontanato da sè il suo amante occasionale senza lasciargli finire il " lavoro", si era alzato e si era allontanato come una furia dalla stanza.

Si era rifugiato così nel giardino interno del palazzo, vicino alla fontana con la statua della dea Venere, ed era scoppiato a piangere per la rabbia e per il dolore che sentiva nel cuore.

Amoris flamma ( Larry Stylinson) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora