Parigi, una nuova vita.

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L'atmosfera di Parigi doveva essere davvero romantica, ma non per me. Da quando mia nonna se ne era andata, mi si era formato un buco nello stomaco. Mi diceva sempre di inseguire i miei sogni: "Ricordati Nick, un giorno quando sarai grande,se io non ci sarò più, promettimi che userai la mia eredità nel miglior modo possibile, promettimi che inseguirai i tuoi sogni".

Ogni santo giorno pensavo a questa frase, e ora che si stava per compiere il più grande atto della mia vita, mi resi conto come il tempo trascorreva a dismisura. Ero ancora un pò incerto di questa scelta, ma non avevo altre opzioni.

Il telefono vibrò nella mia tasca, lo aprii e vidi chi era. Tirando una testata al sedile esclamai: "Merda". Era mia madre. Da piccolo ero molto legata a lei, ma da quando l'avevo trovata per le strade a prostituirsi non potei più guardarla in faccia.

"pronto?"

"amore tra qu..."

"non chiamarmi amore"

"scusa, quando pensi di arrivare?"

"penso che tra poco atterreremo, quindi facciamo tra una mezz'ora"

"okay, a dopo"

Attaccai. Non volevo reistaurare un rapporto di fiducia con lei, ne ora che sarei andato a vivere con lei, ne mai.

Il comandante annunciò l'arrivo. Atterrammo su Parigi, si intravedeva la Torre Eiffeil che la rendeva ancora più bella.

Mi diressi con i bagagli verso la strada, dove feci cenno ad un taxi di fermarsi. In pochi minuti mi trovavo davanti alla mia futura "casa".

Lei mi aprì, fece per baciarmi la guancia, ma non mi spostai,mostrai solo una piccola smorfia, non volevo essere troppo rude.

Sapeva benissimo anche lei che non ci sarei stato volentieri, ma era pur sempre mia madre.

Mi mostrò la mia camera, che si trovava al piano di sopra. Era piuttosto spenta: pareti bianche, piccolo armadio, anch'esso bianco, una scrivania accanto alla finestra ed il letto.

Mi affacciai alla finestra: notai che il cielo era cupo, sicuramente poco dopo ci sarebbe stato un acquazzone.

Mi buttai sul letto quando mi arrivò un messaggio dalla mia amica Louise.

Conoscevo Louise dalle elementari,ma si era trasferita qui prima del liceo. Ci eravamo messi insieme un paio di anni fa, ma non ci trovavamo bene, cosi abbiamo deciso di rimanere solo amici.

" Ti va se verso le quattro andiamo a fare un giro agli Champs-Elysèes?"

"Va bene"

Ci trovammo un pò prima vicino ad un parco data la mia inconsapevolezza del posto.

Ci scambiammo un bacio sulla guancia, dopodichè ci incamminammo fino ad arrivare ad un pub.

La maggior parte della gente era sbronza, ma io e Louise ci limitammo ad un drink analcolico.

"Cosa farai qui?"

"Vorrei continuare a suonare pianoforte, tu sai qualche posto?"

"Nella nostra zona non penso, ma un pò al di fuori mi sembra che ce ne sia una, però dovresti prendere tutti i giorni il treno"

"non c'è problema, allora?"

"Cosa?"

"Andiamo?!"

"ora?! Okay!"

Fortunatamente la stazione era poco distante da noi, quindi riuscimmo a prendere in tempo il treno e a raccimolare qualche soldo per pagare il biglietto.

Ci sedemmo nel primo posto che ci capitò. Di fronte a me siedeva una ragazza, che avrà avuto più o meno la stessa età. Teneva tra le coscie una chitarra. Stava leggendo un libro, ma non riuscivo a decifrarne il titolo.

Amavo leggere i libri, mi rilassava entrare in un altro mondo,un mondo tutto mio.

Lei alzò lo sguardo, come per vedere chi avesse di fronte, dopodiché si rimise a leggere.

A Louise venne la brillante idea di chiederle se ci potesse dare delle indicazioni, e lei ovviamente accettò.

Scendemmo dal treno. Durante il tragitto non spiccicai alcuna parola, erano Louis e lei a parlare. Solo alla fine mi limitai ad un "grazie" , lei ricambiò sorridendo e si avviò verso la sua aula.

Promessi rivaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora