Entrai in casa e subito la voce di mia madre mi accolse:
"Nick, dove sei stato oggi?"
"Non sono affari che ti riguardano" risposi seccato.
Salii le scale per arrivare alla porta della mia camera. Girai il pomello color oro ed entrai. Mi buttai completamente sul letto, lasciando cadere sulla morbida coperta il cellulare ancora attaccato alle cuffie che emanavano ancora musica.
Una voce che proveniva dal di sotto annunciò la cena.
"Arrivo!"
Mi scambiai, mettendomi l'unico pigiama che avevo e scesi di sotto.
"Perchè non hai le pantofole?"
Mia madre mi aveva sempre trattato come se avessi ancora undici anni, visto che l'ultima volta che la avevo vista era proprio a quell'età, ma poco mi importava. Mio padre non mi aveva mao fatto mancare niente.
"Non mi andava"
Mi accomodai al tavolo, se anche quello si poteva chiamare cosi, data la misera larghezza.
Nonostante tutto aveva sempre saputo cucinare bene e quella sera mi ritrovai proprio sazio alla fine della cena.
"Grazie, era tutto buonissimo, vado di sopra sono un pò stanco"
"Va bene, a domani"
In realtà non ero proprio stanco, quindi decisi di accendere il computer che mi ero portato da San Francisco e guardare qualcosa su tumblr.
Era meraviglioso quel sito: mi faceva trovare un sacco di ispirazione per le mie foto.
Ah giusto, il mio secondo hobby era fotografare.
Fotografare mi aiutava a riempire quel voto che c'era in me, ed ora la mia fonte di ispirazione sarebbe stata quella misteriosa ragazza.
*
Il giorno dopo non chiamai Louise, mi recai da solo a quella scuola dove si sarebbe tenuta la mia prima lezione. Ma questa volta con me portai anche la mia fotocamera in caso ci fosse statto l'oppprtunità di scattarle qualche foto di nascondo. Diciamo che mi sentivo un paparazzo.
Sul treno la misteriosa ragazza non si era fatta proprio vedere, probabilmente si era fatta accompagnare da quella macchina dell'altra sera.
Appena entrai riconobbi subito la stessa melodia del giorno precedente e subito mi riaddentrai in quell'enorme salone, questa volta non mi feci notare e riuscii a scattarle una foto usando lo zoom da dietro la colonna.
Mi colse di sorpresa quando iniziò a cantare la canzone, stavo proprio per cliccare il tasto del flash,ma la sua melodica voce mi interruppe. Ero estasiato da tanta bravura mai vista prima.
"Chiudi la bocca che entrano le mosche" esclamò lei.
Ovviamente mi ero fatto cogliere di sorpresa e mi lasciò alquanto in imbarazzo.
"Senti io ho lezione, la prossima volta che mi vuoi fare una foto puoi chiedermelo? Non amo essere fotografata, sopratutto da un tipo che malapena conosco".
Oh bene, anche la prima figura di merda era fatta, complimenti Nick.
La seguii con la coda dell'occhio per poi riprendermi le mie cianfrusaglie e entrare nella sala dove si teneva la lezione.
La mia insegnate era una donna molto giovane e abbastanza formuosa, ma preferiva farsi chiamare Clarisse.
Era di buona presenza e gentile per come si era presentata.
Subito senza nessun indugio mi chiese di suonarle un pezzo, di cui rimase a dir poco a bocca aperta.
Mi faceva star bene suonare se poi mi si facevano anche dei complimenti.
"Non avresti nemmeno bisogno di lezioni, che ne dici di iniziare subito a duettare?"
"Mi scusi Clarisse,ma io non so cantare"
Prima che potè rispondermi emanò una piccola risata: "Ma no certo che no, intendevo solamente dire se ti piacerebbe accompagnare una ragazza del nostro istituto"
"Oh, va bene" sorrisi.
Non potevo crederci, solamente il primo giorno e già mi ero trovato uno scopo.
Ci stringemmo la mano. Mentre io stavo preparando le cose per andarmene lei mi fermò e mi chiese:
"Gia te ne vai? Non ti andrebbe di conoscere la ragazza?"
Non potei che accettare se non altro. Cosi presi i miei pochi spartiti e entrammo nell' aula di fronte alla nostra.
Non potevo credere ai miei occhi. Avrei dovuto accompagnare la ragazza misteriosa.
"Quindi già vi conoscete?"
Dovevano aver notato la mia espressione facciale per pormi questa domanda.
Lei mi sorrise muovendo la mano in segno di saluto. Io mi limitai ad alzare la mano per contraccambiare.
Mi avvicinai al suo orecchio: "Non mi avevi detto che sapevi cantare, come non mi hai detto il tuo nome"
Lei abbassando la testa sorrise e stringendomi la mano disse: "Piacere Isabelle"
Isabelle, era sicuramente di Parigi. Si poteva notare anche da come si vestiva e il suo atteggiamento, cosi francese.
"Nick" sorrisi
La lezione durò davvero poco.Mi dispiaque un po, ma adesso avrei proprio voluto vedere dove sarebbe andata.
Uscì di fretta come il giorno precedente,ma fortunatamente riuscii ad afferrarla e fermarla.
"Si può sapere perchè sei sempre cosi di fretta?!"
"Lasciami stare!" urlò,lasciando la presa della mia mano.
Tutto ad un tratto era diventata rude, la sua infinita dolcezza era sparita.
Feci una foto alla macchina nera che l'aveva portata via e la esaminai a casa.
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Promessi rivali
Подростковая литератураlui: fragile e timido. Il suo mondo cosi chiuso lo porta ad una vita desolata, fino a quando non incontrerà lei.La sua personalità cosi opposta alla sua, solare e pronta sempre a tutto. Presto entrambi, capiranno di avere molte cose in comune, ma sa...