"Io vado a trovare un mio amico, sta qui vicino. Ti chiamo quando ho finito."
Annui.
Mi addentrai in quell'enorme edificio. Le stanze erano piuttosto grige e spente. Si sentivano diversi tipi di musica che provenivano da vari strumenti.
Mi incuriosì particolarmente una melodia che arrivava dalla stanza proprio di fronte a me, mi sembrava di conoscerla, cosi decisi di entrare.
Mi accostai al cornicione della porta cercando di capire chi fosse a emanare quella bellissima melodia.
Ecco si, ora riconoscevo la canzone. Era sicuro che la conoscessi, dato che era la mia preferita. Si, ora ne ero sicuro, era Same love di Macklemore. Amavo quella canzone come non avevo mai amato nessuno.
Questa volta mi avbicinai di più al suono, mi spostai su una colonna.
Intravidi una ragazza e senza intimorirmi mi avvicinai a lei. Notai che era la stessa ragazza che avevo incontrato in treno e che a sua volta mi aveva indicato la strada per arrivare fin qui.
Era cosi concentrata che non si accorse nemmeno della mia presenza.
"Suoni pianoforte?"
Ma che domanda gli aveva appena fatto? eccerto che lo suonava, dovevo essere proprio stupido.
Lei alzò la testa e riconoscendo il mio volto quasi sobbalzò.
"Oh ciao"
"Da quanti anni suoni?"
Domandai sempre più avvicinandomi, andandomi ad appoggiare con un gomito sul luminoso pianoforte nero.
"Quattro, diciamo."
"Stavi suonando Same love, o mi sbaglio?"
"Si diciamo che me la cavo, ma in realtà non suono pianoforte."
Questa frase mi lascio perplesso, volevo sapere cosa suonasse se non quello strumento.
"Continua pure a suonare"
Lasciando cadere sul suo viso i candidi, lunghi ricci, appoggiò le lunghe dita sui bianchi tasti e premette, facendo intonare nuove melodie.
Dalla bocca mi sfuggì qualche parola della canzome. Sentendomi cantare lei sorrise emanando una misera risata. Mi irrigidii e tornai serio, rivelando una piccola smorfia in segno di imbarazzo.
"Nono, continua..andavi forte"
disse lei, continuando a suonare l'amata canzone.
"Meglio di no" risposi grattandomi la testa.
Ad un tratto si fermò di colpo e con una piccola mossa alzò la manica della giacca e lesse l'ora dall'orologio e subito innarcò le sopracciglia.
"Caspita è tardissimo! Scusami, devo andare a lezione, ci vediamo"
Con una rapida mossa le afferrai il polso e le feci fare una mezza gira volta che la portò faccia a faccia con me.
"Emh scusa, ma non ho niente da fare potrei venire a vedere la tua lezione, giusto per farmi un'idea"
"Certo" sorrise lei sfoggiandomi uno dei suoi migliori sorrisi.
*
Finita la lezione lei si alzò velocemente, mise la chitarra nella custodia e senza nemmeno salutarmi usci dalla porta, come se avesse qualcosa di importante da fare.
Cercai di seguirla senza farmi vedere, ma quando la vidi entrare in una macchina non potei più seguirla.
Era strano il fatto che una ragazza come lei, di cui non sapevo ancora il nome, mi aveva cosi tanto incuriosito, a tal punto di seguirla in ogni sua mossa.
Ed è li che compii la mia prima pazzia: mi iscrissi alla scuola, ma non solo per seguire le lezioni,ma per saperne di più su lei. Volevo vederci chiaro su questa storia e questo era il modo migliore per poter indagare.
Mentre stavo uscendo fuori dall'edificio, Louise mi chiamò dicendomi che tra pochi minuti si sarebbe fatta trovare nella precedente stazione.
"Allora cosa hai fatto oggi?"
"Mah, niente di che"
"Non me la racconti giusta Parker"
Sapeva che avevo sempre odiato il mio cognome e subito si scusò.
Io indifferentemente presi le mie amate cuffie e feci partire la mia playlist preferita, abbandonando completamente il mondo esterno.
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Promessi rivali
Teen Fictionlui: fragile e timido. Il suo mondo cosi chiuso lo porta ad una vita desolata, fino a quando non incontrerà lei.La sua personalità cosi opposta alla sua, solare e pronta sempre a tutto. Presto entrambi, capiranno di avere molte cose in comune, ma sa...