Capitolo 14

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Il mattino seguente mi sveglio e mi accorgo che mio marito non è al mio fianco, probabilmente sarà uscito per andare a lavoro con il padre, dato che sono ormai le dieci ed io, come sempre, amo dormire fino a tardi. Fortunatamente anche Mia dorme abbastanza da farmi stare tranquilla. Credo sia l'unica cosa che ha ereditato da me.

A svegliarmi è stato il suono del campanello. Sicuramente sarà Stella che vuole sapere se Diego ed io abbiamo chiarito. Mi alzo a fatica e vado alla porta, ma non è la mia migliore amica, bensì il ragazzo del bar che mi ha portato la colazione. Ringrazio e vado a letto a gustarmi le bontà che mio marito mi ha fatto recapitare.

Leggo il bigliettino che mi ha scritto e lo perdono all'istante: "Buongiorno amore mio. Ti amo".

Mi sistemo al centro del letto mentre guardo mia figlia dormire nella culla accanto a me e mi incanto perché è davvero bella. Ogni giorno lo diventa sempre di più. Sono fortunata ad avere tutto questo amore. Cosa altro potrei chiedere?

Prendo il cellulare e scatto la foto alla colazione appena arrivata e la invio nel gruppo dei nostri amici, scrivendo: "Mio marito sa come viziarmi".

I nostri amici cominciano a prendere in giro Diego dicendo che è davvero innamorato di me.

Poco dopo, mentre sto dando l'ultimo morso al cornetto, sento la porta aprirsi e mio marito chiamarmi. Mi raggiunge in camera da letto e si siede accanto a me.

"Chi te l'ha mandata?" chiede quasi arrabbiato.

"Tu, ovviamente" rispondo certa.

"Assolutamente no. Non sono stato io. Non sono l'unico a viziarti probabilmente" afferma sarcastico.

Mi soffermo a pensare a chi possa essere stato, ma non mi viene in mente nessuno.

DIEGO

Sento il campanello e mi dirigo alla porta furioso. Sono geloso di mia moglie, anche tanto. Dopo tutto quello che abbiamo passato credo sia normale e non voglio che nessuno me la porti via, soprattutto se questo nessuno non ha un nome e deve essere scoperto.

"Ciao Armando, dimmi!" esclamo aprendo la porta al mio amico.

"Volevo chiederti se per caso potevi prestarmi la maglia che avevi l'altra sera" chiede.

"Si certo, ce l'ho in camera. Vieni!".

Armando mi segue ed io prendo la mia maglia dall'armadio, consegnandola al mio amico.

"Aurora, scusami, non ti avevo proprio vista" sospira Armando guardando mia moglie che indossa solo la mia maglia.

"Non c'è problema" ammette Aurora.

Accompagno Armando alla porta dato che mi sto innervosendo e ritorno da Aurora per cercare di capire chi è stato ad inviarle la colazione.

Prima di raggiungerla sul letto vengo interrotto dal suono del mio cellulare e sento che il suo, suona contemporaneamente. Sicuramente sarà un messaggio nel gruppo dei nostri amici.

Lo apro e mi soffermo a guardare quello che c'è scritto: "Missione compiuta. La colazione è arrivata, credo stiano litigando".

Ad inviarlo è stato Armando, colui che poco fa è uscito da casa mia. È stato lui ad inviare la colazione a Aurora, solo per farci litigare. Non riesco a capire che problemi mentali abbia la gente. Quel messaggio non doveva essere inviato nel gruppo e avrà sbagliato ad inviare, infatti il resto dei ragazzi sono increduli davanti a quell'ammissione.

Aurora mi fissa sconvolta, io sono furioso e corro fuori casa sperando di trovarlo nei paraggi. Nessuno tocca la mia donna, se non io. Nessuno le fa regali, se non io.

Fortunatamente è a pochi passi da casa e comincio a correre per raggiungerlo in fretta. Lo chiamo e si volta, mentre io gli fiondo un pugno in pieno viso.

"Non ti permettere più di avvicinarti a Aurora, chiaro?" gli chiedo, ma lui è troppo impegnato a fermare il sangue che gli scorre sul viso per rispondermi.

Ritorno in casa e corro da mia moglie, che mi sta aspettando sul divano.

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Amo per vivere (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora