L'amore perduto

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Ogni giorno sembra che voglia ricordarmi la mia vita monotona. Mi sveglio sempre alla stessa ora per prepararmi e andare all'università. Il mio meraviglioso fratello Tom, che di meraviglioso ha solo la sua stupidità, passerà fra qualche minuto davanti alla porta della mia camera e mi avviserà, con ritardo, che è in mutande.
Io gli urlerò di infilarsi qualcosa addosso e lui mi manderà affanculo.

Sempre la stessa storia. Sembra che il tempo si sia fermato per ognuno di noi, anche se sono due mesi dall'arresto di LUI.

Ormai non ne parliamo più neanche.
Io e Tom, dopo aver visto Allison e la madre partire via, ce ne siamo andati anche noi. In realtà il giorno dopo l'arresto, io sono andata a casa di Allison per sapere come steva ma lei non c'era.
Ho bussato più volte e una signora vestita di tutto punto è uscita fuori chiedendomi se fossi stata interessata all'acquisto della casa. Mi sono sentita persa davanti alle sue parole. Sapere che la mia migliore amica era partita senza dire niente è stato come un incubo avverato.

Sono andata a casa mia, l'unico posto che potevo chiamare casa, dal momento che una parte fondamentale di me era andata via chissà dove.
Tom mi ha aperto la porta e sono caduta tra le sue braccia in un pianto disperato.
Mi ha consolato tra le sue braccia e mi ha promesso di starmi vicino, ed è così che siamo partiti per New York e abbiamo fatto domanda alla stessa università.

La NYU.

So che è la stessa università di Allison e Liam, ma noi frequentiamo la parte opposta dell'università, abbiamo orari diversi E poi non so che fine abbiano fatto loro. Non so se hanno ripreso i rapporti tra loro. Ormai siamo diventati degli estranei tra noi, solo Tom mi è più vicino perché è il mio fratellastro. Non avrei mai pensato che il ragazzo che si presentò davanti casa mia con il nuovo marito di mia madre, di cui lei mi aveva parlato nell'esatto momento in cui andai ad aprire la porta, sarebbe passato dalla persona che ho odiato di più al mondo a colui a cui mi sarei aggrappata.

Per quanto riguarda il mio indirizzo ho avuto delle difficoltà, non sapevo cosa sarei voluta diventare ma alla fine ho scelto la facoltà di psicologia. Perché? Mentre stavo compilando i moduli di iscrizione la mia mente ha cominciato a vagare e mi è apparsa l'immagine di Nate. Mi sono ricordata di tutte le voci che giravano su di lui e che lo rendevano agli occhi di tutti un pazzo. Ma si può definire pazzo un fratello che voleva difendere la propria sorellina? Allora ho deciso che ogni persona deve portare alla luce se stessa e io voglio aiutarli a diventare le persone che sono, al di fuori dei pregiudizi.

Tom ha optato per ingegneria, non conosco le ragioni della sua scelta.

Apro la porta della mia stanza per dirigermi in bagno, ho ancora il trucco sbavato di ieri sera. Piccolo promemoria dell'uscita di ieri con Tom che mi ha costretta ad accompagnarlo fuori e abbiamo finito per ubriacarci. Alla fine della serata sono tornata a casa da sola, perchè Tom aveva una dolce amica con se.

<< Tom! >>
<< Vaffanculo! >> subito mi manda a quel paese non lasciandomi concludere la frase.  Mi sa che è nervoso, quella sarei dovuta essere io perché lui è in mutande.

Non appena esce, mi infilo in bagno per lavarmi e vestirmi. Scendo giù per fare colazione e trovo la ragazza rossoccia di ieri sera che cerca di infilare la lingua in bocca al mio fratellastro.

Bleah.
<< Prendetevi una stanza! >> mi lamento.
Tom si gira e dice alla ragazza di andarsi a vestire. Lei annuisce con un sorriso e va via, mentre il mio fratellastro mi passa la mia solita tazza di caffè.Non mi è mai piaciuto ma in questi mesi ne ho avuto davvero bisogno.

<< Devo andare ad accompagnare Jasmine a casa sua prima di passare all'università. Vieni con noi o ... >> non lo lascio finire che lo precedo.

<< Preferisco morire piuttosto che vedere voi avvinghiati >> sbotto, inoltre mi farà bene camminare un po' a piedi oggi.

Salgo di sopra e incontro Jasmine per le scale mentre mi passa davanti con un sorriso smagliante per salutarmi, ma io non le do tanta importanza.

Quando arrivo in camera mia sbatto la porta. Non so perchè sia diventata così arrabbiata da un momento all'altro.
Oppure sì? Forse vedere Tom con qualcuna mi ha fatto pensare a lui e alle sue stronzate di prima mattina?

Scuoto la testa per scacciare lui dalla mia mente, ma non ci riesco. Raggiungo il letto e mi abbasso per prendere la mia scatola.
La apro e al suo interno ci sono molte vecchie foto: lui che mi bacia sull'altalena e il nostro primo bacio nell'ufficio dell'agente Blake.

Rido a quel ricordo, ce l'ha scattata Brian.
Era il compleanno di Allison. Fu tutto uno sbaglio. Se non fossi inciampata nel tappeto forse quel maledetto bacio non ci sarebbe mai stato e io non mi sarei mai innamorata di Zack.
Riuscivo ad allontanare lui e le sue lusighe. Tutti gli incontri che ci sono stati, come quello in cui incontrammo Allison e Nate al loro prima appuntamento, erano incontri per allontanare lui da lei, ma io sapevo che per Zack erano come una possibilità per starmi vicino. Non ho mai capito cosa lo spingesse a provarci  con me nonostante i miei continui rifiuti e odio profondo per il suo migliore amico.

Scaccio via dalla mente i ricordi e prendo la borsa. Devo andare all'università.

Saluto Tom e prendo le chiavi di casa.
Questa casa è in affitto. Si trova in un piccolo quartiere di New York, uno dei più oscuri: Brooklyn.

Questa casa ce l'ha trovato suo padre che costantemente ci manda dei soldi per andare avanti e per l'università.
Il ladre era troppo felice che il figlio avesse messo la testa apposto pensando al suo futuro e all'università.

Zio jack era triste del mio addio a lui e al negozio di ferramenta.
Ogni mese mi spedisce un assegno di 1500 dollari.

È un secondo padre per me.
Mi ha sempre aiutata anche prima quando per me era soltanto Jack; il mio capo.

Non lo ringrazierò abbastanza per tutto quello che ha fatto.
Insieme alla solita bustarella di soldi mi spedisce anche le lettere di Nate che io tengo chiuse in un cassetto.

Ho chiesto a zio Jack di non dirgli dove sono.
Lui si ostina a scrivermi lettere aspettando una mia risposta ma sa che non la riceverà mai.
Non ho mai letto le sue lettere.

Spesso mi è capitato di scrivere a Zack.
Avrei voluto spedirgli delle lettere, ma c'era qualcosa che mi bloccava e non mi riferisco al fatto di non sapere dove cazzo fosse; ma parlo del mio fottuto orgoglio.

Rido pensando a come Brian abbia influenzato il mio linguaggio e mi assalgono i ricordi delle maratone di sputo e rutti che quei due stronzi dei miei coninquilini si ostinavano a fare la sera in mia presenza cosicchè me ne andassi a letto e loro potessero sbronzarsi finchè al lavoro in officina sembrassero due zombie assetati di sonno.

Ho sempre odio il fumo e l'alcol e Zack era l'essenza di queste due cose.
Ha cercato di sopprimere questi sue due vizi e io non l'ho mai capito abbastanza.

Pensavo che ci conoscessimo abbastanza, ma invece abbiamo messo in secondo piano il nostro amore per aiutare i nostri due rispettivi migliori amici.

Spesso lui si ubriacava nei bar perchè cerca delle soluzioni per i problemi di Nate e ci è andato più spesso quando è morta la madre e lui ha dovuto lavorare il doppio per aiutare il padre economicamente.

Io spesso facevo turni complementari ai suoi; quindi non ci vedevamo mai.
Lui entrava in casa e io già ero uscita.
Io tornavo e lui non c'era.

La sera la passavo a parlare con Allison nmentre lui stava sul divano a guardare la tv a braccia conserte immerso nei suoi pensieri.

Ho perso tutto di lui.
Lui è il mio amore perduto.

L'incubo che ho aiutato ~•~ 3 libro della sagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora