Zio Jack

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Mi tremano ancora le mani per la scena a cui ho assistito poco fa.

Non ricordo niente di quello che stesse succedendo intorno;ma ricordo alcune cose.

Nate su una sedia e una corda che sbucava dal lampadario.

Non posso credere che abbia tentato il suicidio.
Voleva lasciarmi anche lui??

Tom entra nella mia stanza.

"Come ti senti?" Mi chiede.
Sono girata su di un fianco nel mio letto, con lo sguardo perso nel vuoto a pensare a chiassá cosa.

Sento il materasso abbassarsi e sono sicura che Tom si sia steso affianco a me.

"Nate è dispiaciuto" dice ad un tratto.
"Non voleva farti soffrire" afferma.

"Allora ci avrebbe pensato due volte prima di fare una cosa del genere" ribatto.

"Voleva che tutti stessero bene mettendo una fine alle sofferenze di ognuno di noi e pensa che uccidendo "L'incubo" avrebbe portato via con sè tutti i ricordi cattivi" dichiara Tom.

Davvero Nate pensa di essere così dannoso per tutti noi??
Mi alzo dal letto decisa ad andare giù in salotto per fare due chiacchiere con Nate.

Ed eccolo lì. Seduto sul divano con la testa tra le gambe pronta a rimuginare sul suo passato.

"Devi smetterla" dico all'improvviso.
Lui alza la testa e mi guarda.
Il suo viso magro e pallido mi fa fare un tuffo al cuore.

"Devi capire che tu sei speciale" annuncio " sei parte di ognuno di noi e se avessimo avuto la voglia di mettere fine alle nostre sofferenze non ti avremmo accolto qui con noi" ammetto " sei una parte di noi. Sarai anche il nostro cosiddetto "Incubo"ma ognuno di noi ha fatto in modo che tu entrassi nelle nostre vite.
Allison ti ha desiderato dal primo istante che ti ha visto e io ti ho aiutato perchè al tempo tu eri l'unica famiglia che avessi e adesso grazie a te ne ho creata una più grande.Tutti ti vogliamo bene Nate" dichiaro.

Lui fissa davanti a sè per un po' e mi guarda dopo vari secondi.

"Credo che il male non possa mai finire se io vivessi ancora per molto" dichiara " lo devo a voi tutti"ammette " la felicità dovrebbero assaporarla ognuno di noi" dichiara " e Allison mi ha dato la mia felicità" dice " adesso tocca a voi" annuncia.

Mi siedo vicino a lui e gli prendo la mano.
A quel contatto lui stringe la mia tra la sua; quasi da farmi male, ma so che lui lo sta facendo con buona intenzione.

"Ho bisogno di te nella mia vita per essere felice" sussurro abbastanza da farmi sentire.

La presa della sua mano sulla mia cessa e con cio' anche il calore che c'era tra di noi.
Lo sento distante e so che prima o poi una scena del genere, come è successo poco fa, si ripresenterà nella sua mente e lui sarà pronto più che mai a farla finita con la sua vita.

Quando sposta la mano definitivamente dalla mia, sono sicura che stia pensando a qualcosa che tormenta la sua anima.

Ho paura di cio' che gli passa per la mente.
All'improvviso si alza dal divano e si dirige verso la finestra per soffermare il suo sguardo su qualcosa fuori dalla finestra.

Guardo fuori e noto Beth parlare con Tom.
"Quando mi ha detto di chiamarsi Beth; tutto è tornato a tormentarmi i pensieri" dice.

Non so cosa fare con lui ma credo che colui che ho chiamato possa aiutarlo.

Per fortuna era qui a New York per alcuni affari di lavoro.

La porta bussa e Zio Jack fa la sua entrata in casa.
"Dove è?" Chiede rigido.

Gli indico il salotto.
Lui annuisce e con la schiena dritta si dirige verso il luogo che gli ho indicato poco tempo fa.

Zio Jack è l'unica figura paterna, che ha , e di cui si fida davvero ciecamente.

Esco fuori di casa per chiamare Tom.
Deve sapere che ho incontrato Liam; così dopo troveremo un modo per confessarlo a Nate.

"Tom" dico richiamando la sua attenzione.
Beth mi saluta con la mano e Tom mi sorride.

"Devo parlarti" dico sussurrando una volta vicino a loro due " da sola" dico guardando Beth " scusami" dico a lei.

"Non preoccuparti" afferma " sarei dovuta andare a casa comunque" sorride e io ricambio il sorriso.

Tom guarda Beth allontanarsi e quando le si gira per sorridergli ; lui rimane lì imbambolato a fissarla.

"Jasmine?" Dico di punto in bianco.
"Chi?" Dice riprendendosi dai suoi pensieri.

Credo che non abbia sentito neanche il nome che ho pronunciato.

"Non pensarci" svio la conversazione.

"Allora cosa c'è di così tanto importante da dirmi??" Dice con tono saccente.

Adesso lo schiaffeggerei.
"Sai che lavoro per Cassandra" dichiaro e lui annuisce.
"E allora?" Mi incita.

"A quanto pare conosce qualcuno" perchè ci sto girando?? Credo che si stia innervosendo.
Ho paura della sua reazione; ma è inutile girarci intorno.

"Chi conosce?" Chiede ormai con la pazienza al limite.

"Credo che stia parlando di me" la voce di Liam arriva alle mie spalle e sono convinta che sia lui dall'espressione che Tom ha dipinto suo volto.

Mi giro e Liam è proprio qui; davanti a me che ci fissa.

"Che ci fai qui?" Chiede Tom " intendo a casa nostra?" Precisa.

"Ho saputo che un certo Steven Carson è impazzito e che mentre correva verso casa pronunciava un nome <<ALLISON>> " spiega " chi poteva essere Pazzo e pronunciare Allison??" Dice " credo che sappiate già la risposta" ammette ed ha ragione.

"Da quanti tempo è scappato ??" Domanda.

"Circa due settimane" dichiara Tom.

"Hai incontrato gli altri??" Chiede Tom.

"Ci sono anche gli altri?" Domanda.

"Allison frequenta ancora il corso di lingue e va dalla psicologa per cui lavoro e Brian è stato cacciato da un università e adesso fa ingegneria insieme a Tom alla NYU" dico.

"Bene" afferma Liam " Nate , o forse dovrei dire Steven, è dentro e frequenta lingue?" Chiede
Annuisco
"Ci avrei scommesso e tu invece?" Domanda.
"Psicologia" dichiaro.

"E Zack ?" Chiede " che fa??" Domanda.

Quel nome è da tanto tempo che non arriva alle mie orecchie e l'unica risposta che posso dargli è la pura verità.

"Non ne ho la più pallida idea" dico.

L'incubo che ho aiutato ~•~ 3 libro della sagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora