CAPITOLO 11

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Mitch si svegliò con un terribile mal di testa e la faccia di Scott appiccicata alla sua. Ridacchiò e la scostò via, svegliandolo irrimediabilmente.

- Giorno - sussurrò il biondo con la sua voce calda mattutina. - Sono felice - ammise Mitch. Scott sembrò sorpreso - Perché? - chiese. - Perché oggi, quando ce ne andremo da quest'hotel, inizierà la nostra pausa! - esclamò l'altro sorridente.

- Pensavo amassi fare questo tipo di concerti - confessò il maggiore. - E mi piace, ma immaginati noi due che torniamo a casa, possiamo dormire, guardare la TV, fare shopping e andare alle feste fino a tardi, non è fantastico? - domandò retoricamente l'altro.

Forse si era lasciato un po' andare con il patto con Harry e aveva iniziato anche ad essere estremamente più dolce con il suo migliore amico, perché in qualche modo si sentiva in colpa e perché in fondo non riusciva a non trattarlo come se qualcosa fosse cambiato.

Ma l'idea di conquistare Harry restava la priorità, questo era sicuro.
- Sei un pigro di prima categoria - commentò il biondo, che si avvicinò pericolosamente a Mitch e si posizionò sopra di lui, sovrastandolo con la sua figura imponente.

Da prima il moro rise, poi capì le intenzioni dell'amico e sbuffò, alzando gli occhi al cielo - Non ci provare neanche -.

Scott, d'altro canto, lo ignorò completamente e iniziò a fargli il solletico in tutti gli angoli possibili dei suoi fianchi, della pancia, del petto e del collo.

- Ti odio! - disse il moro ridendo come un matto, dato che soffriva terribilmente il solletico. Il più grande smise di torturarlo e ridacchiò ancora un po', per poi fermarsi ad ammirare quegli occhi così profondi che si ritrovava davanti.

- Scott... - sussurrò Mitch prima che il biondo lo interrompesse con un lungo bacio, molto umido. Avvolse il collo del minore, mentre quest'ultimo prese i fianchi del biondo, andando a finire sotto la sua canottiera che il giorno prima non si era tolto, dicendo testuali parole "Il sesso con te stanca. O me la levi tu o non me la levo".

Mitch ricordandosi improvvisamente quelle parole ridacchio fra i baci e prese l'orlo della canottiera del suo migliore amico, mugugnando - Quindi va bene se la levo io -.

L'altro annuì, prendendo il volto di Mitch e lasciandogli tanti baci bagnati sul collo e lungo il petto. - Sei così sexy di mattina - disse, facendo ridacchiare il minore - Anche tu -.

Improvvisamente il telefono di Mitch squillò e lui non poté fare a meno di essere dispiaciuto per quell'interruzione e arrabbiato con chiunque lo avesse chiamato.

- Che c'è? - rispose in malo modo al suo interlocutore, non avendo nemmeno controllato il contatto.

Si addolcì in pochi secondi, sentendo dei singhiozzi dall'altra parte del telefono. Guardò con chi stava parlando e lo schermo segnava il contatto del riccio.

- Harry, tutto bene? Che è successo? - chiese questa volta preoccupato. - P... puoi venire, appena sei pronto, nella mia camera d'albergo? - domandò singhiozzando.

- Certo, senti, Scott può venire con me? - sentì il bisogno di chiedere. - Sa tutto, vero? - domandò Harry, riferendosi a lui e Louis e, probabilmente, alle cose che Mitch doveva aver detto a Scott. - Sì - rispose Mitch. - Allora va bene - disse il riccio. - Arriviamo - lo salutò l'altro.

- Che succede? - chiese a quel punto Scott. - Harry. Non lo so, dobbiamo andare da lui e in fretta - spiegò. Il biondo annuì sospirando e si alzò dall'amico. Si vestirono velocemente e sistemarono i bagagli.

- Ringraziami, se ieri non ti avessi obbligato, a quest'ora avremmo dovuto fare ancora le valigie - disse Mitch, prendendo la sua e portandola all'uscita.

N.A. N.A. N.A. (Non Accalappiare. Non Amare. Non Abbandonare) durante un tour.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora