CAPITOLO 13

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- Papà! - Louis si sentì richiamare da Freddie non appena aprì la porta della sua vecchia casa. Non fece in tempo a spalancare le braccia, che il bambino si aggrappò alle sue ginocchia, facendo sì che Louis lo avvolgesse in un abbraccio stritolante.

- Mi sei mancato, piccolino - lo salutò riempiendolo di baci, non potendo fare a meno di notare quanto fosse cresciuto. A quella piccola età cambiavano continuamente.

Gli sembrava molto più alto, con i capelli castano chiaro più lunghi e grandi occhi azzurri che continuavano a fissarlo. Aveva ciglia lunghe e scure che rendevano il suo sguardo più intenso e profondo, lentiggini quasi impercettibili ricoprivano le sue guance e quel sorriso lo richiamava alla madre, Briana.

Si rivedeva in quel marmocchio sorridente, sempre allegro e giocherellone. Sprizzava energia e allegria da tutti i pori, proprio come faceva Louis sin da piccolo. L'unica cosa su cui non si ritrovava erano quei grandi occhi azzurri.

Certo, la tonalità era la stessa, ma c'era qualcosa, forse la forma o una semplice sfumatura, che non lo rispecchiava in quelle pozze d'acqua tanto simili alle sue.

Anche se gli occhi di Freddie sembravano essere davvero penetranti e famigliari, quindi non si pose ulteriori questioni.

Non si era mai pentito di aver avuto un bambino, era la cosa migliore, ma allo stesso tempo più spaventosa, che gli fosse potuta capitare.

Malgrado lo amasse con tutto se stesso non lo aveva visto in alcuni dei momenti più importanti della sua vita: le prime parole, i primi passi…

Lui avrebbe voluto esserci, ma non poteva. Non amava la donna che lo aveva messo alla luce, non poteva vivere una vita normale, senza concerti e movimento, ma soprattutto non poteva vivere senza Harry.

Aveva passato notti intere a pensare a come sarebbe stato bello avere Freddie tutto per sé e poterlo accudire con il suo ragazzo. Ma non poteva fare questo torto a Briana, in fondo era sempre la madre.

Pensando proprio a lei, la vide sbucare da dietro la porta con un sorriso mentre si mordeva il labbro, quasi nervosamente.

- Ciao, papà - lo salutò con un abbraccio, dopo averlo raggiunto all'entrata. - Come stai? - la accolse con un sorriso sincero, ma allo stesso tempo malinconico, per ovvi motivi.

- Tutto bene, con Freddie è tutto a posto e sono serena - rispose la ragazza bruna dagli occhi azzurri, convinta - Tu? - aggiunse un po’ più timorosa.

Lui sforzò un sorriso, per mostrarsi forte agli occhi di quella donna e soprattutto agli occhi di quel bambino che gli aveva cambiato la vita, suo figlio.

- Io… - si fermò subito, sentendo già che la sua voce si sarebbe smorzata e, soprattutto, non sapendo cosa dire.

Non stava bene, non stava bene per niente.

Malgrado fosse lì con la sua famiglia, mancava la parte più importante, quella fondamentale, quella su cui ricadeva tutto l'amore che riusciva a provare per qualcuno.

E quel qualcuno, escludendo i famigliari e Freddie, era Harry. Solo e irrimediabilmente Harry. Ma lui non c'era, non c'era mai.

- Possiamo parlarne dopo? - sussurrò e Briana annuì. Louis si stupì, di solito era molto più acida e meno comprensiva. Chissà, forse anche le iene come lei avevano un cuore.

Non fece in tempo a formulare altri pensieri, che il piccolo Freddie picchiettò il dito contro la guancia di Louis, per richiamarlo. - Cosa c'è, Freddie? - domandò lui, mentre il figlio lo guardò sgranando gli occhi e quasi urlò - Nonna! -.

N.A. N.A. N.A. (Non Accalappiare. Non Amare. Non Abbandonare) durante un tour.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora