CAPITOLO 33

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Come previsto, la situazione tra Mitch e Scott non migliorò affatto. Sebbene il primo fosse meno arrabbiato e si sentisse in colpa, l'altro non voleva saperne di parlare ancora con lui.

Così il tenore si ritrovò senza sapere cosa fare, mentre sperava di sistemare le cose prima che la parte Asiatica del Tour iniziasse.

Harry quel pomeriggio era a casa di Mitch e Scott, poiché quest'ultimo sembrava essersi trasferito momentaneamente da Kirstie e Mitch voleva qualcuno che lo confortasse e lo aiutasse a risolvere la situazione.     

Aveva deciso di ascoltare una volta per tutte le varie spiegazioni che Mitch voleva dargli sul perché non desiderasse al cento per cento iniziare una relazione seria con Scott.

Mitch prese un lungo respiro, con la tazza di tè, preparatagli da Harry, ancora fumante nelle sue mani.

- Ti voglio parlare del perché io, dopo tutti questi mesi, non abbia ancora chiarito niente con Scott e non gli abbia detto che cosa siamo io e lui per me - iniziò, sicuro di sé.

Il riccio corrucciò la fronte. - E quale sarebbe il misterioso motivo? - chiese a quel punto.

- Travis, uno dei motivi principali - rispose il moro, poi continuò.

- Io e lui stavamo insieme, era il mio fidanzato. Ero felice, sai, era stato il mio primo grande amore. Travis era simpatico, carino, forse un po’ impulsivo, a volte. Sta di fatto che lo amavo, molto, come non avevo mai amato nessuno. Stavamo sempre insieme, eravamo la classica coppietta innamorata, che pensa che quel tipo di amore sia eterno e che non possa succedere niente che comprometta la relazione -.

Harry lo guardava interessato, non capendo dove volesse andare a parare.

- Ed il fatto è che, in sostanza, non è successo niente. Non c'era nessuna condizione per cui Travis avesse dovuto reagire in quel modo. Certo, io ero appena entrato in un nuovo mondo, fatto di piccoli concerti e pochi fan. Avevo appena vinto Sing off, capisci? Mi stavo costruendo una carriera con i Pentatonix e… - venne bloccato da Harry.

- Come ha reagito Travis? - chiese, con un accenno di disprezzo verso quel ragazzo.

- Lui… Diceva che non mi comportavo bene, che lo trascuravo, con tutti gli impegni da band, che lui si era stufato di quello che stava diventando la mia vita. E io, terrorizzato, mi chiedevo come, col passare del tempo e una carriera ancora più grande, avrei potuto soddisfare il mio ragazzo, se già dopo solo qualche concerto non sopportava più questa situazione. Alcune volte, durante i litigi più accesi, è riuscito anche a dirmi che non avevo alcun tipo di talento e che era sorpreso del fatto che uno stupido gruppo a cappella stesse durando così tanto. Mi ripeteva che facendo stronzate del genere non sarei andato da nessuna parte. Ma quale razza di fidanzato ti tarpa le ali in questo modo? - sbottò.

- Mi sentivo demoralizzato, come potevo realizzare il mio sogno, se era il peggior incubo della persona che amavo? È arrivato a dirmi di non contare più niente, insultandomi e, subito dopo, scusandosi, dicendo che mi amava. Ma quello che mi trasmetteva, ormai, non era amore, era solo un senso opprimente di essere in possesso di qualcuno, in suo possesso - continuò, mentre l'altro aveva le sue mani strette in quelle di Mitch, ancora calde a causa del tè.

- Pensavo di non valere più niente, avevo davvero raggiunto il limite. Poi, grazie alla musica e i fan che si aggiungevano, ho ripreso una piccola speranza. Ho lasciato Travis, che ormai era semplicemente da dimenticare, e ho cercato di ricominciare ad essere più egoista, per una volta, a volermi bene, ad essere positivo, sicuro di me e a smetterla di demoralizzarmi. Ad essere quello che sono adesso, e forse lo sono diventato anche troppo - ammise accennando un sorriso.

N.A. N.A. N.A. (Non Accalappiare. Non Amare. Non Abbandonare) durante un tour.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora