CAPITOLO 29

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Inizio un capitolo con delle note semplicemente per parlare di Robin.

Avete sentito che è mancato? Immagino di sì.

Sono davvero triste per il fatto che, dopo circa sei mesi dalla morte di Jay e un po' di settimane dalla morte della nonna di Louis, anche Robin, il patrigno di Harry, sposato con Anne, ci abbia lasciato.

Malgrado ovviamente non lo conoscessi, mi dispiace molto, dato che tengo molto sia ad Harry sia ad Anne e Gemma.

Apprezzo il supporto che le Directioner hanno sempre mostrato nei confronti dei nostri ragazzi e delle loro famiglie, da momenti felici, come ad esempio le nascite, a momenti dolorosi e difficili come questo.

Sebbene Robin non fosse il padre di Harry, si è comportato come tale per circa undici anni, nonostante ci fosse anche Des, e quindi sono sicura che Harry stia malissimo in questi giorni.

Da quanto si è capito la famiglia voleva mantenere la privacy riguardo a questa notizia, ma, malgrado non sia stato possibile (perché in generale questo fandom è noto per far spargere la voce velocemente attraverso Twitter su qualsiasi cosa, anche se molte di noi si mettono di impegno, è inevitabile), spero che con la serie di #RipRobin (che ovviamente non cambieranno questa terribile situazione) le fan siano riuscite a far capire alla sua famiglia che ci saremo sempre per loro.

Detto questo, vi lascio al capitolo. Preparatevi psicologicamente…

                             ***

Il ragazzo stava percorrendo le strade di Los Angeles, ed era oramai a buon punto, riguardo ad una serie di situazioni.

Aveva scoperto più cose di quanto avrebbe potuto sperare, e alcune di queste erano davvero stupefacenti e inaspettate.

Non avrebbe mai creduto che la Modest avesse potuto organizzare tutto quello che aveva fatto negli anni passati; e pensare che Harry e Louis erano le vittime principali di quella faccenda lo faceva solamente imbestialire ancora di più.

Non riusciva ancora a credere che quei due avessero subito tutte quelle manipolazioni e non si fossero mai ribellati.

Uno dei motivi principali per cui ormai lui non era con loro da parecchi anni era quello: odiava tutte quelle manipolazioni e falsità che costituivano il mondo in cui viveva da tutti quegli anni, e sapeva che se fosse rimasto in quel gruppo, avrebbe raggiunto una tale condizione in cui nemmeno lui si sarebbe più riconosciuto.

Lui voleva essere se stesso, l'aveva sempre voluto, fin dal primo istante: per creare musica ed esprimersi al meglio.

E in quel momento voleva che anche gli altri ragazzi si riscattassero, come si erano riscattati nel breve momento di pausa che avevano avuto mesi prima.

Inizialmente non avrebbe saputo come fare: probabilmente nessuno di loro gli avrebbe dato ascolto, d'altronde perché avrebbero dovuto abbandonare tutto quello?

In fondo i One direction erano tutta la loro vita: i concerti, la musica, i fan, il gruppo, erano cose che non potevano essere abbandonate così, di punto in bianco.

Serviva qualcosa, una notizia, una rivelazione che fosse talmente estrema da fargli capire finalmente quale immenso errore stavano commettendo, restando sotto la “custodia”, della Syco, della Modest e di Simon.

Con quello che aveva trovato in tutti quei mesi, avrebbe potuto facilmente denunciare tutta l'organizzazione.

Eppure il problema maggiore era convincere i ragazzi che quella era la cosa migliore da fare.

N.A. N.A. N.A. (Non Accalappiare. Non Amare. Non Abbandonare) durante un tour.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora