CAPITOLO 16

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Harry si era dimenticato quanto fosse rilassante poter sentire il suo dolce profumo alla menta sul collo, quanto fosse gratificante poterlo toccare con le sue felpe enormi e, probabilmente, anche fregate dal suo armadio, quanto fosse piacevole poter accarezzare il suo viso con un accenno di barba, quanto fosse bello poter guardare quegli occhi color mare, poterlo baciare e sussurrargli un dolce “Ti amo”.

Eppure fu ciò che fece nell'esatto istante in cui Louis Tomlinson aveva varcato la soglia di casa Hoying-Grassi, facendo una sorpresa ad Harry, essendo tornato un giorno prima del previsto.

Quest'ultimo gli era saltato addosso, felice come non mai, e lo aveva ricoperto di baci e frasi sdolcinate come “Mi sei mancato”, “Ti amo”, “Non riesco ad addormentarmi con il pensiero di te e me separati da un oceano”.

Cose che avevano fatto alzare gli occhi agli altri due, Scott e Mitch, che si erano limitati ad una stretta di mano e un abbraccio, un po’ impacciati, per poi acconsentire quando Harry, come un'adolescente alle prese con la prima cotta, aveva implorato i suoi “genitori” di farlo rimanere quella notte, prima della continuazione del tour in sud America, in quei primi giorni di novembre.

I due avevano accettato, sebbene ci fosse stata una condizione imposta da Mitch: non scopare nella sua stanza. Una condizione più che ovvia, dato che aveva concesso il suo letto matrimoniale ai due.

Ecco perché, dopo una serata di chiacchiere e risate, si erano ritrovati entrambi, appunto, sul letto del moro, in boxer e canottiera.

Malgrado fosse la mezza, nessuno dei due aveva intenzione di andare a dormire, troppo emozionati di essere di nuovo insieme.

Così si erano ritrovati a raccontare le cose successe in quella settimana.

- Ho rincontrato tutte le mie sorelle e i miei fratelli - iniziò Louis, con il sorriso sul volto, mentre il suo petto poggiava sulla schiena dell'altro, le sue mani, infilate dentro la canottiera del riccio, accarezzavano il ventre di quest'ultimo, e le sue labbra, di tanto in tanto, gli lasciavano leggeri baci sotto l'orecchio.

- Ti sono mancati? - domandò il minore. - Moltissimo - ammise l'altro. - Come stanno Daisy e Phoebe? E i due gemellini? - chiese Harry. - Sono cresciuti tutti, i due diavoletti non la smettono di muoversi, sembrano proprio come me, mentre le altre due sono davvero belle e ormai sono grandi, delle adolescenti - spiegò il maggiore.

Poi continuò - Sai, un po’ mi dispiace non esserci sempre durante la crescita dei miei fratelli, vederli fare le prime esperienze, che sia il primo giro in bici per Ernest o il primo ragazzo per Phoebe, vorrei che non avessero solamente la figura del nuovo marito di mia madre - confessò.

- Sono convinto che loro ti vedano come un secondo padre, o, come minimo, come un punto di riferimento. Insomma, Lottie ti segue in tour, Fizzy continua gli studi, come le due gemelle, e Phoebe sembra addirittura interessata al canto, ha una bellissima voce - lo rassicurò Harry. - Ovviamente, ha preso tutto dal fratello - scherzò Louis, per poi farsi serio.

- Ho rivisto anche Freddie - continuò. Il riccio annuì, consapevole che, prima o poi sarebbero dovuti arrivare a quel argomento. Ogni volta che Louis ne parlava con il minore, aveva paura di farlo soffrire, quindi preferiva evitare.

- E come sta? - chiese titubante il riccio. - Bene, è cresciuto tanto, ed è bello, bellissimo. Ha quegli occhi grandi e azzurri, quell’enorme sorriso e i capelli castano chiaro - disse con il cuore che, inevitabilmente, batteva all'impazzata. Gli faceva sempre uno strano effetto parlare di Freddie a Harry.

- Penso che abbia preso tutto da Briana - confessò poi, ridacchiando. - Non scherzare - disse l'altro, con un sorriso.

- Lei è diversa, sai? - lo informò poi Louis. - In che senso? - chiese il riccio.

N.A. N.A. N.A. (Non Accalappiare. Non Amare. Non Abbandonare) durante un tour.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora