CAPITOLO 34

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Louis decise che era il momento adatto per poter parlare ad Harry di Eleanor e del matrimonio. Sapeva che avrebbero litigato, eppure non poteva più tenere questa informazione nascosta alla persona che amava.

Negli ultimi giorni aveva notato che Harry era sempre più chiuso in se stesso, e questa cosa non lo faceva ben sperare.

Vide il suo ragazzo seduto sul divano, intento ad usare il suo cellulare, e decise di sedersi affianco a lui.

- Dobbiamo parlare - iniziò. Harry spense lo schermo del cellulare, lo posò sul tavolino di fronte e si voltò verso Louis.

- Ti prego, so già che non porterà a niente di buono - disse. - Harry, non possiamo evitare i nostri problemi - prese le sue mani. Il più piccolo abbassò la testa, guardando le loro dita intrecciate e facendo sì che qualche ciocca di capelli gli ricadesse sul viso.

- Sono stanco - ammise. Louis gli sorrise teneramente, sistemandogli la ciocca di capelli dietro l'orecchio, e gli accarezzò il viso con il pollice.

- Lo so, amore. Anch'io sono stanco e vorrei che potessimo risolvere tutto, ma senza il tuo sostegno e la tua opinione non riesco ad andare avanti - spiegò.

Harry annuì.

- Hai ragione… Allora, c'è qualche novità? - chiese timoroso. - Sì, purtroppo - rispose Louis.

- Quale altra novità potrebbe essere peggiore di quella di avere di nuovo Eleanor come copertura? - domandò.

Louis sospirò, spaventato dalla reazione di Harry. - Quella di doverla sposare - confessò.

Il suo fidanzato sgranò gli occhi e si allontanò di scatto. - C… Come? - chiese. - Harry… - Louis non poté finire, dato che Harry lo interruppe.

- Cosa!? - urlò, alzandosi dal divano.

- Io… Lo so, fidati, ti capisco perfettamente - cercò di calmarlo, inutilmente.

- Come puoi accettare una cosa del genere, eh!? - domandò l'altro esasperato. - Am… - Louis gli venne in contro, ma Harry non volle sentir ragioni.

- Non sei stufo di essere manipolato in questo modo? Di essere trattato come un pupazzo? Di dover fare costantemente la parte dell'attore? - chiese.

- Sì, Harry, lo sono, va bene? - Louis sbuffò. - E allora perché continui a stare ai loro giochi? Perché non ti opponi un po’? - chiese più gentilmente il primo.

- Perché c'è un contratto, Harold! Un fottutissimo contratto! E se io non lo rispetto, posso dire addio alla band, lo sai bene! - esclamò irritato l'altro.

- No, okay? Non è sempre così! Ti ricordi com'ero qualche anno fa? Come mi facessero sembrare una specie di puttaniere a cui non frega niente delle ragazze? Ti sembra che io abbia la stessa immagine di cinque anni fa? - domandò Harry.

- No, Harry, ma con te è diverso… - incominciò il maggiore. - Pensi che io non abbia lottato un minimo per, non dico fare un coming out, ma almeno mostrare al mondo quello che sono veramente! - esclamò Harry.

- Non potevano fare a meno di te, tu sei speciale, insostituibile, al contrario di me - spiegò Louis.

Il minore si fermò un attimo, riprendendo a respirare normalmente, mentre cercava di scorgere negli occhi di Louis un velo di ironia, con scarsi risultati.

Non poteva davvero credere che anche dopo tutti quegli anni il suo ragazzo fosse così insicuro.

- Pensi che non abbiano ricattato anche me? - chiese, con più gentilezza, avvicinandosi lentamente.

N.A. N.A. N.A. (Non Accalappiare. Non Amare. Non Abbandonare) durante un tour.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora