- Principe, come vi sentite? – chiesi mantenendo un tono di voce basso e pacato, preoccupata che il minimo rumore potesse dolergli – Credo che il mio viso esprima appieno la mia situazione, non servono queste domande di circostanza. – brontolò lui accigliato – Cosa diamine è successo? – chiese continuando a tenere gli occhi socchiusi – Volete che tiri le tende? Vi dà fastidio la luce? – chiesi premurosa non facendomi scoraggiare dal malumore del giovane, lui annuii debolmente ed io mi precipitai sul lato opposto della stanza per esaudire le sue richieste. Un fruscio di coperte mi fece voltare – Non pensateci nemmeno, non vi alzerete da questo letto finché il medico non lo riterrà opportuno. – il Principe sbuffò visibilmente infastidito – Non m'importa di ciò che crede il medico sia meglio per me. Sono molto accaldato e la camicia è intrisa del mio stesso sudore, ho bisogno di un bagno caldo. – posai le mie mani sul suo petto in modo delicato ma al contempo deciso, costringendolo a stendersi – Vi dovrò aiutare a cambiarvi d'abito ogni tre ore, non sono concessi bagni o passeggiate. –
Mi voltai dirigendomi verso il grande armadio presente su una delle pareti laterali della stanza quando, con la coda dell'occhio, vidi una figura barcollante dirigersi verso il bagno – Lysandros! – lo richiamai andandogli in contro per poi afferrarlo per un braccio, ma la mia presa risultò troppo forte per quel corpo afflitto dai fumi del veleno ed il suo corpo finì per scontrarsi contro la parete – Non dovete alzarvi, per nessuna ragione al mondo, sono stata chiara? – quell'affetto materno che improvvisamente si espresse attraverso le mie parole sorprese entrambi – Sono felice che siate rimasta con me. – mi sussurrò osservandomi nella penombra, per fortuna non accorgendosi del rossore sulle mie guance – Ed io sono felice che vi siate svegliato, ero molto in pensiero per voi. – ammisi sospirando – Ma adesso, vi prego, tornate a letto. -
il Principe come un docile bambino febbricitante mi prese il braccio e barcollante raggiunse il letto, addormentandosi dopo poco.
Attesi pazientemente che il suo respiro divenisse calmo e regolare, segno che avrei potuto cambiare i suoi abiti senza che lui se ne accorgesse. Sfilai la camicia con attenzione, consapevole delle mie guance in fiamme e del mio fiato sospeso, la sua pelle era ancora calda ma non bollente come qualche ora prima e questo mi fece sperare in un rapido miglioramento. La mia mente seguiva attentamente i movimenti delle mie mani, ed io ero ben attenta a far in modo che non pensasse ad altro così da non causarmi ulteriori ed immotivati imbarazzi.Slacciai piano i pantaloni di stoffa morbida ma, nel momento in cui stavo per sfilarli, un sorriso sornione apparve sul volto del Principe, che si trasformò presto in una risata sommessa – Da quanto tempo siete sveglio? – chiesi avvampando come mai da quando ero arrivata al Castello, portai una mano a coprirmi il viso voltando repentinamente il volto – Più o meno da quando avete chiuso il cassetto. – rispose lui che ancora ridacchiava – Non è affatto divertente. – risposi io nel tentativo di allontanarmi, ma lui mi bloccò prendendomi per un polso facendomi avvicinare a lui – Dovete finire il lavoro, sono troppo debole l'avete detto anche voi. – e poi sogghignando aggiunse – Voi invece avete dormito per tutto il tempo quando sono stato costretto a svestirvi. – mi liberai velocemente dalla presa e andai verso l'altra parte della stanza, troppo imbarazzata per poterlo guardare o anche solo stargli vicina.
Lo sentivo ridere e quella risata mi irritò, la trovavo irrispettosa e fuori luogo. Compiendo quel gesto andavo contro tutti i precetti etici che mi erano stati impartiti fino ad allora e che avevo da sempre considerato moralmente ineccepibili e lui ne rideva, prendendosi gioco di me.
Respirai piano cercando di riacquisire la calma e la compostezza che si addicono ad una principessa.
- Siete davvero maleducato. – lo accusai avvicinandomi algida al letto, reso indistinto dal resto del mobilio sia dalle tende tirate che da quel poco di luce, ormai notturna, che filtrava dagli spiragli – Ho solo fatto ciò che mi era stato chiesto di fare per il vostro bene, senza nessun altro fine, mentre voi vi prendete gioco di chi si è offerto di aiutarvi. – completai il mio lavoro impettita concentrandomi su come Lysandros fosse stato sgarbato piuttosto che al suo corpo sotto le mie dita – Fatto. – dissi infine alzandomi dal letto per posare in una cesta gli abiti madidi di sudore.- Non volevo ferirvi. – sentii sussurrare piano nel buio della stanza – Perdonatemi. – proseguì il sussurro, sempre più sommesso – Non pensavo che vi recasse un imbarazzo tale da ferirvi, la mia risata voleva essere un semplice scherzo, un gioco innoquo. -
Sapevo che sarebbe stato meglio rimanere lì dov'ero, in piedi e ben distante dal ragazzo con lo sguardo rivolto altrove, come quando non si ha il coraggio di guardare in faccia mentre si ammette di aver torto, ma non lo feci.Mi avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia – Non affannatevi per adesso, riposate piuttosto. – non sapevo esattamente cosa dire, ma sapevo di non voler perdere la vicinanza che si era creata fra di noi. Il ricordo dei nostri litigi i giorni prima del ballo in maschera mi gelarono il sangue.
Avevo bisogno di sentirlo vicino, di sentire la sua pelle calda e viva, di sapere che si sarebbe rimesso e che sarebbe andato tutto per il meglio, che la vita non lo avrebbe abbandonato in così giovane età – A cosa pensate? – chiese prendendo la mia mano ancora posata sul suo volto – A nulla, sono solo molto sollevata di vedervi qui, difronte a me, vivo. -
- Mi spiace di avervi fatto preoccupare Corin, io... - provò a dire il ragazzo ma subito lo interruppi – Non pensateci neanche, non è stata colpa vostra, nessuno era al corrente del veleno nel vino. -
- Non posso nemmeno immaginare il vostro stato d'animo. Se fosse successo a voi, oh Corin vi assicuro che non avrei saputo mantenere la stessa vostra compostezza – pensai al mio piccolo scontro con Ermete, ma non credetti opportuno metterne il Principe al corrente in quel momento – Se vi dovesse succedere qualcosa di grave, io impazzirei. – ammise infine baciandomi le nocche della mano.Ecco un'altra prova del suo affetto per me, un'altra frase che mi riempiva il cuore di gioia, saltellando allegro su e giù per la mia gola e che mi faceva contorcere lo stomaco, sensazioni a cui forse non volevo ammettere di saper dare un nome piuttosto che far finta di non riconoscere.
Se Lysandros fosse morto quella mattina, probabilmente avrei fatto molto peggio che perdere semplicemente il senno. Tutta la mia anima si sarebbe fermata assieme al suo cuore, i miei occhi sarebbero diventati vitrei per le lacrime di dolore cristallizzate, il mio corpo si sarebbe abbandonato al tormento provocato dall'assenza dell'unica persona che era stata capace di amarmi e che, in una parte nascosta ai miei stessi occhi, amavo anche io. Ma con Lysandros che mi guardava in attesa di una risposta, con i capelli corvini arruffati e la candida pelle perlacea resa ancor più pallida dalla spossatezza non potevo più fingere di essere cieca.
Così decisi di ammetterlo, di dire la verità e di non pensare all'etichetta o alle imposizioni dovute al mio status, di regalare i miei sentimenti seppur avere sentimenti era quasi indecoroso per una donna del mio rango nel Regno del Sole, dove le donne dovevano essere buone mogli e madri, non amanti.Così lo ammisi, ammisi che il cuore pulsava a quelle sue parole e che il mio corpo intero sussultava quando lui apriva il suo cuore al mio, troppo povero per poter fare altrettanto.
Gli occhi del giovane si illuminarono, e la stanza immersa nel buio fu inondata da nuova luce, una calda e meravigliosa luce sprigionata da quegli occhi che avrei potuto guardare all'infinito.Quegli occhi di cui ahimè, per fattura o meno, mi ero innamorata.
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Lysandros
Mystery / ThrillerLa guardava fisso mentre dormiva e pensava fosse la ragazza più bella che avesse mai visto. Questo pensiero lo tormentava, la sua bellezza avrebbe significato un enorme pericolo per entrambi. "E' già successo quattro volte, non ce ne sarà una quint...