Sapevo che c'era qualcosa di subdolo in quella donna e, a quanto pare, anche in mio padre.
Non conoscevo il passato di Lysandros e non sapevo nulla di suo padre o della sua morte, ma dal bel faccino della donna e dal tono frivolo con cui parlava non ci volle molto a collegarla alla nuova moglie di mio padre, chissà la sua precedente che fine avesse fatto, povera anima.
Forse mantenermi a castello era stata tutta una tattica per avvicinarmi a Lysandros e fargli abbassare la guardia. Di certo ora non potevo più incolparlo per aver voluto soltanto prendersi cura dei suoi sudditi, cosa che quel velenoso di mio padre non aveva mai fatto da quando era sul trono.
Dovevo avvisare Lysandros e convincerlo delle mie parole, sebbene dopo la nostra discussione di quella sera sapevo sarebbe stato un compito difficile.Sfrecciai nel buio verso la stanza del principe senza pensarci troppo, sicura di trovarlo lì. Era quasi ora di cena e lui non si faceva mai vedere durante i pasti né suonava il pianoforte in biblioteca e nel giardino passeggiava solo dopo che i suoi invitati avessero cenato.
Entrai furtivamente nella stanza che trovai immersa nel più buio dei silenzi e solo allora mi resi conto di avere ancora il dipinto stretto fra le mani, lo girai repentinamente in modo da nascondere la tela dietro la mia schiena. Uno sprazzo di luce si allargò alla mia sinistra e mi nascosi furtivamente dietro le tende spesse, il primo nascondiglio che il mio occhio riuscì a catturare, sperando di non essere vista.- Perché vi nascondete lì dietro? – la sua figura si scagliava in controluce, era fermo e non sembrava aver intenzione di spostarsi di lì – Scusatemi – dissi balbettando scostando timidamente la tenda – ho sentito un rumore e mi sono spaventata. – ammisi, lui sbuffò infastidito – Prima mi cacciate e poi piombate in camera mia senza preavviso? – sembrava annoiato ed irritato ma non ne capivo il motivo, in fondo avrei avuto tutte le ragioni per essere arrabbiata con lui se non avessi scoperto la verità – Ho detto che mi dispiace. – ripetei con tono più deciso ma evitando di guardarlo in volto – Siete venuta qui per darmi quello? – sapevo si riferisse al quadro seppur non avesse mosso un muscolo per farmelo capire – Oh no, non per questo, si tratta di Madame La Voisin. – dissi cercando di non tradire l'odio che serbavo per lei – Madame? Cosa le è successo? – il suo tono cambiò improvvisamente divenendo preoccupato – Nulla, ma ho scoperto che è venuta qui per uccidervi, sta architettando un piano perfetto da attuare la sera del ballo. – risposi indispettita dalla sua preoccupazione, lui rise amaramente – Siete completamente matta. – e si voltò di spalle scomparendo nella stanza da cui era venuto, lasciando la porta aperta.
Mi sarei aspettata una reazione negativa alle sue parole, ma addirittura essere accusata di pazzia mi sembrava eccessivo – Perdonatemi se, nonostante vi siate comportato meschinamente con me in questi ultimi giorni, ho avuto il buon cuore di avvertirvi della pericolosità di quella donna! – gli corsi dietro furente, ma non entrai in bagno. Il rispetto che provavo per lui sembrava essere più forte dei suoi comportamenti lunatici – Ascoltatemi, Corin. Siete una brava ragazza ma altrettanto nevrotica, come pensate che io possa credervi dopo che avete manifestato tanto odio nei confronti di quella donna? – strinsi le mani attorno al quadro per evitare che si avventassero contro di lui – Forse perché ho ragione! Vi ha definito moccioso e ha detto che dopo il ballo mi darà del sonnifero per togliermi di torno e poi vi avvelenerà convincendovi a brindare con lei! L'ho sentita con le mie stesse orecchie! – ero disperata ed il mio tono si alzava ad ogni parola, finendo quasi per urlare, non capivo perché mi considerasse una bugiarda, nevrotica e matta, quando avevo sempre agito secondo la più limpida delle logiche, non gli avevo mai mentito da quando ero lì ed ero sempre stata fin troppo chiara nei miei voleri.Seguirono attimi di silenzio in cui potei riprendere fiato, attendendo che mi rispondesse o che mi cacciasse in modo brusco.
Un rumoraccio mi fece sussultare, seguì un rumore di legno in frantumi e supposi che avesse sfogato la sua rabbia sul mobilio da bagno – Siete folle, ecco cosa siete! State architettando tutta questa storia solo per gettar veleno su di me e su Madame che tanto si sta prodigando per aiutare il popolo! Volete cacciarla così da essere sicura di rimanere sola al castello, magari siete voi a volermi uccidere! Madame mi aveva avvisato sui vostri comportamenti destabilizzanti ma non avevo voluto crederci, fino ad ora almeno! Tutto quello che mi avete raccontato è una menzogna! Voi siete una pazza e lo siete sempre stata! – ringhiava nascosto dalle pareti che dividevano la camera da letto dal bagno, irato per qualcosa che non avevo commesso – Mi ha detto cosa succedeva a castello, mi ha parlato delle vostre notti da ubriaca e mi ha parlato dei vostri comportamenti anomali e dei vostri atteggiamenti psicotici, mi aveva avvertito di stare attento soprattutto ai vostri momenti di calma perché nascondevano il germe di una delle vostre frequenti crisi, ma il mio cervello si era rifiutato di credere a ciò che ingenuamente avevo creduto semplici cattiverie, ma dopo queste vostre fandonie insensate posso capire il perché Madame La Voisin mi aveva messo in guardia! Dopo il ballo sarete cacciata dal castello, ho già abbastanza problemi. – calde lacrime mi rigavano il volto, la mia testa girava e le gambe stavano per cedere.
Non capivo di cosa stesse parlando.
E' vero avevo una predilezione per il nettare di Bacco ma mai avevo dato mostra di atti osceni o riprovevoli in pubblico, ero sempre stata equilibrata e modesta, cercando di passare il più possibile inosservata seppur principessa. Come donna non avevo molti diritti e l'unica mia trasgressione era quello di battermi affinché ne avessi di maggiori, ma non ero mai stata considerata una matta, come invece mi stava dipingendo Lysandros. Come poteva credere alle parole di una donna che voleva assassinarlo? Perché dava più peso alle sue fandonie che alle mie verità?
- Perché credi a lei – chiesi ormai in lacrime – e non a me? Chi ti assicura che lei dica il vero? – proseguii – E chi mi assicura che a dire il vero sia tu? – rimbeccò il ragazzo con tono stanco.
Un singhiozzò tradì il pianto silenzioso che cercavo di nascondere, facendomi scoprire – Non vi preoccupate – conclusi – come da vostro volere dopo il ballo andrò via dal vostro castello. – lanciai in avanti il quadro in un moto di rabbia sperando che si frantumasse e corsi via sbattendo la porta.Ritornai in camera ed asciugai le lacrime, poi raggiunsi la sala da pranzo dove Madame La Voisin mi attendeva sorridente.
Se Lysandros non voleva salvarsi da solo, l'avrei salvato io.

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Lysandros
Misteri / ThrillerLa guardava fisso mentre dormiva e pensava fosse la ragazza più bella che avesse mai visto. Questo pensiero lo tormentava, la sua bellezza avrebbe significato un enorme pericolo per entrambi. "E' già successo quattro volte, non ce ne sarà una quint...