Alto, con le spalle larghe, i capelli corvini con qualche ciuffo ribelle che incorniciava la maschera argentea, le labbra incurvate verso l'alto. I miei occhi correvano cercando di memorizzare ogni centimetro della sua figura che mi era possibile vedere, stranamente non riuscii a capire il taglio dei suoi occhi, nonostante li avessi fissati a lungo – Fantasma dell'opera? – dissi sforzandomi di non fare una voce stridula e idiota, lui sorrise annuendo – Come mai una mia carrozza è appena scappata via? – chiese squadrandomi.Mi voltai incamminandomi verso il grande salone e raccontai a Lysandros l'accaduto – Ora non so come liberarmi del marito. – lui rise – E' già ubriaco e ci ha già provato con tre dame. – pensò un attimo al da farsi – Credo che questo sia sufficiente. – estrasse dalla tasca un pezzetto di legno nero e lucido ricamato in oro con preziose incisioni di fiori e foglie che, al suo tocco, scoprì una lama affilata di coltello – Vorresti ucciderlo? – chiesi sbalordita con gli occhi inchiodati al riflesso della lama dorata – Credo sia l'unico modo. – lo fissai incredula, con le labbra semiaperte e i piedi fissi nel pavimento – Cosa c'è? Nessuno ha mai ucciso nessun altro lì da voi? – scossi la testa per riprendermi – Tu uccidi i tuoi nemici? – mi allontanai di un passo – Certo che no! Questa è solo l'ultima spiaggia, l'ultima possibilità quando davvero non c'è più nulla da fare. – fece spallucce – E credi che quello sia l'unico metodo? – ripetei cercando di dissuaderlo indicando l'arma, la mano tremava ma cercai di apparire ferma e decisa – Ascoltate Corin, quell'uomo verrà coperto da vostro padre e dal padre della vostra amica e da qualsiasi altro uomo del vostro regno, troveranno Helêne e lei rimpiangerà i giorni in cui veniva violentata. – soppesai le sue parole, capendo che purtroppo aveva ragione – Allora qual è il piano? – chiesi sconfitta.
- Voi siete Haistolf, giusto? – chiesi all'uomo rubicondo e spelato che barcollava aggrappandosi alle vesti di due donne più ubriache di lui – E voi siete un bel bocconcino. – disse lui prendendomi per la vita e stringendo forte, il suo alito sapeva di vino e i suoi denti erano violacei, o perlomeno quelli che rimanevano o che non erano stati sostituiti da volgari placche in oro massiccio – Venite, ho una cosa da mostrarvi. – tentai di essere il più maliziosa possibile seppur quell'uomo fosse ripugnante, lui si sistemò il cavallo dei pantaloni e con un vocione roco urlò frasi che poco si addicono all'orecchio umano, immaginarsi quello di una fanciulla d'alto rango.
Lo accompagnai fingendo profondo interesse verso quell'essere ripugnante in una stanza piccola e buia che mi aveva indicato Lysandros poco prima – Vuoi giocare? – disse lui sogghignando – Sì. – ammisi io maliziosa – Al gatto e al topo, indovina chi fa il topo? – in quel momento dal buio sbucò una mano che tenne ferma la testa dell'uomo coprendogli la bocca prima che potesse urlare e con l'altra, lentamente, ne aprì la gola con un taglio netto e preciso. Il sangue iniziò a zampillare ed io indietreggiai affinché il mio abito non si rovinasse, vidi qualcosa fuoriuscire dal collo dell'uomo ma non volli approfondire. Durante il processo l'uomo emetteva strani versi soffocati, più simili al grugnito di un cinghiale che alle preghiere d'un uomo assassinato.
I suoi occhi persero velocemente la vivacità che ne contraddistingue la vita ed il suo corpo si accasciò pesantemente sul pavimento, lasciandolo freddo e sgozzato in una pozza di sangue scuro e denso.- Chiederò ad Ermete di pulire. – disse Lysandros gettando i guanti neri che aveva indossato fino ad allora sul corpo esanime dell'uomo – Sembri abbastanza tranquillo. – constatai, mentre io stavo per vomitare.
- Mio padre è morto quando ero piccolo, ho dovuto imparare tutto da solo, come ad esempio difendermi da chi vuole la mia terra o la mia testa. – spiegò con noncuranza facendo spallucce.
- Com'è morto vostro padre? – chiesi facendo finta di non sapere – In molti dicono arresto cardiaco, ma io non ci ho mai creduto, propendo più per l'assassinio. – spiegò – Dopo di voi. – disse aprendo la porta della stanza e offrendomi il braccio che accolsi con infinita gioia.
Aveva appena sgozzato un uomo per difendere una mia amica che lui nemmeno conosceva senza batter ciglio, accettare quell'invito era il minimo che potessi fare – Mentre vostra madre dov'è? Se non sono indiscreta. -
- Lei è morta dandomi alla luce, sono sempre stato un ragazzo un po' particolare, Ermete non ve l'ha mai detto? – chiese sorridendo, c'era malinconia in quel sorriso privo del suo tipico sbuffo – Vi ha presentato così, definendovi come "Un ragazzo un po' particolare." – dissi imitando la voce del maggiordomo e facendolo ridere, e sentendo il suo sbuffo capii che stava ridendo per davvero.Passeggiammo lentamente verso la sala da ballo dove tutti iniziavano a chiedersi dove fosse finito il principe – Signori! – mio padre pretese l'attenzione di tutti vedendoci arrivare – Come da tradizione, il proprietario di casa, in età da marito, dovrà ballare con la ragazza che più lo aggrada, la prescelta avrà un posto privilegiato fra la lista di giovani fra cui l'uomo sceglierà la propria moglie! Credo che sia arrivato il momento anche per il nostro Re! – disse indicando con gesto teatrale Lysandros che cercò di trattenere una smorfia per quell'appellativo che lui tanto detestava. Tantissime ragazze si avvicinarono improvvisamente a lui con occhi dolci e movenze sensuali mentre io fui costretta ad indietreggiare di qualche passo spinta da una ragazza alta e dal collo lungo ed elegante, morbidi capelli rossi raccolti in un'elegante crocchia.
Fra le ragazze Madame la Voisin si fece largo con decisione, spingendo via chiunque trovasse sul suo percorso e raggiungendo Lysandros con poche ampie falcate, fino ad essere così vicina a lui da quasi sfiorarne la pelle del viso – Principe, dopo questi meravigliosi giorni a castello credo che l'ultimo ballo sia il dono migliore per separarci.–In disparte notai che la serva giovane guardava con occhi attenti quella scena, quasi a sapere cosa sarebbe accaduto dopo, aveva uno strano ghigno sul volto e le dita si muovevano a formare piccoli disegni nell'aria. Quando si accorse di me mi salutò gioviale ed io mi avvicinai a lei lasciando perdere tutte quelle donne strillanti – Cosa fate qui in disparte? – chiesi sorridendo – Potrei farvi la stessa domanda principessa. – rispose - Mi diverte guardare queste scene ai balli, era da tanto che non ne vedevo una. Non crede che gli umani siano anche peggio degli animali sopra i quali si ergono così prepotentemente? Le guardi, tutte indaffarate per ottenere attenzioni da un solo uomo, quando ce ne sono altri cento in questa sala pronti ad offrir loro molto di più. Ora guardi lui, osservi la perfidia con cui, seppur con un sorriso, spezzerà i loro fragili cuori scegliendo solo una di loro, che avrà come unico vanto l'aver danzato come "prescelta". Tanta confusione per accaparrarsi un solo attimo di supremazia sulle altre. – osservò lei fissando il gruppo di dame che si accalcava sempre più fittamente attorno alla figura del ragazzo che ormai a stento riuscivo a vedere – Penso abbiate perfettamente ragione. – ammisi io voltandomi verso le donne e quasi ridendone – Noi due allora cosa siamo? – chiesi voltandomi verso la serva, ma lei era sparita, volatilizzatasi senza alcun rumore o spostamento d'aria, come se fosse diventata d'un tratto pulviscolo.
Vidi le donne aprirsi a semicerchio lasciando che Lysandros si potesse aprire un varco – Signore siete tutte magnifiche, ma questa sera non sceglierò nessuna di voi, ci sarà un altro ballo quest'estate ed allora sceglierò la mia sposa. – sorrise sistemandosi la giacca sgualcita dalla calca di avvoltoi dai capelli acconciati e dal naso incipriato – Siete un ottimo attore. – ammisi avvicinandomi, lui mi sfiorò le nocche della mano chinandosi leggermente – Ma io non stavo affatto scherzando, quest'estate compirò ventisei anni e sarà la mia ultima occasione per amare qualcuno per il resto dei miei giorni. – lo guardai perplessa, forse non era così diverso dagli uomini della corte di mio padre – Ma come potete innamorarvi di una donna conosciuta in una sera e sposarla passando con lei il resto della vostra vita? – sentii il suo sbuffo, sottile e pieno d'affetto, anche se non riuscivo ancora a comprenderne il tipo – Ma io sono già innamorato di una donna. – si voltò ed andò in contro a Madame la Voisin per sussurrarle qualche parola all'orecchio.
La festa era quasi finita, le opere d'arte erano state tutte vendute e sul mio cuore gravava un peso di ferro e acciaio bollente; Lysandros mi vedeva solo come una principessa capitata lì per caso.

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Lysandros
Misterio / SuspensoLa guardava fisso mentre dormiva e pensava fosse la ragazza più bella che avesse mai visto. Questo pensiero lo tormentava, la sua bellezza avrebbe significato un enorme pericolo per entrambi. "E' già successo quattro volte, non ce ne sarà una quint...