Rimasi fra le coperte fino a tarda sera, con la mente vuota e allo stesso tempo affollata di mille pensieri differenti. La voce di Lysandros continuava a rimbombarmi nelle orecchie, la mia mente fantasticava sul suo volto e si chiedeva il perché di comportamenti così strani, improvvisi ed inusuali.
Ermete mi aveva avvertito delle sue particolarità, ma spesso queste non sembravano avere alcun nesso, come se facesse la prima cosa gli passasse per la mente.- Oh, principessa, già dormite? – la serva giovane aveva aperto piano la porta – Ero preoccupata per voi, non avete cenato. – proseguì con tono dolce – Vi ringrazio per l'interessamento, ma non avevo molta fame. – risposi, avrei preferito rimanere sola. Lei entrò comunque, seppur avessi volutamente mantenuto un certo distacco per farle capire i miei voleri ed iniziò a sistemare distrattamente la stanza – Chi mi ha portata qui? – chiesi approfittando della sua presenza – Ermete ha detto che non era saggio svegliarla e che aveva avuto una brutta giornata, ma non so null'altro. – rispose distrattamente – Cercate qualcosa? – chiesi, invece di rassettare sembrava che stesse mettendo disordine, come chi ha perso un oggetto importante e mette tutto a soqquadro pur di ritrovarlo – Oh, nulla, sto solo sistemando, c'è un tale disordine. – non si voltava e sembrava sempre più preoccupata, il suo comportamento iniziava ad infastidirmi. Ero pur sempre una principessa, seppur esiliata, e esigevo del rispetto dalla servitù – Vi prego di dirmi cosa cercate. – dissi alzandomi dal letto e avvicinandomi a lei – Oppure siete libera di lasciare la mia stanza. – lei si voltò di scatto sentendomi arrivare – Eccolo! – disse mostrandomi un anellino d'argento sottile – L'ho perso questa mattina, è di mia madre e vale molto per me. – sorrisi dolcemente – Perché non me l'avete detto? – lei si allontanò a passo svelto – Devo andare ho molto, molto da fare. – e si richiuse la porta alle spalle.
In questo castello dovevano avere tutti qualche rotella fuori posto, era l'unica spiegazione plausibile.
Dopo un bagno caldo, ancora in accappatoio, sentii provenire da lontano una triste melodia. Scalza mi avviai verso la biblioteca dove c'era il pianoforte, sapevo di trovarlo lì e volevo ringraziarlo per quel pomeriggio, ero certa in cuor mio che fosse stato lui a portarmi in camera anche se quel pensiero mi faceva arrossire. Avvicinai l'occhio allo spiraglio creato dalla porta semichiusa e lo vidi di spalle mentre suonava ripiegato sui tasti riproducendo suoni strazianti di dolore e malinconia – Entrate pure. – disse
- Volevo solo ringraziarvi per oggi pomeriggio, p-per avermi riportata nelle mie stanze. – lui restò di spalle senza muovere un muscolo – L'accappatoio vi dona. – rispose ed io arrossii nuovamente.
c'era una strana aria in quella stanza, eravamo a pochi passi l'uno dall'altra, io stretta nell'accappatoio e lui di spalle con le dita posate sui tasti lucidi del suo pianoforte a coda – Volevate parlarmi soltanto di questo? – chiese, i capelli corvini creavano netti giochi d'ombra con la luna, chinai il capo ed uscii dalla stanza con uno strano peso sul cuore – A chi era riferita quella triste melodia? – chiesi rientrando velocemente nella stanza, non so cosa mi aspettassi di trovare ma rimasi delusa nel vederlo ancora lì immobile – Una donna che ho amato. – rispose – E che amate ancora? – chiesi io maledicendomi subito dopo per quella domanda inopportuna – Spero di no. – rispose – Buonanotte Corin. – tagliò corto ed io uscii definitivamente dalla stanza ripercorrendo il percorso a ritroso facendo ben attenzione a non far rumore, il legno freddo a contatto coi piedi nudi mi faceva rabbrividire.Entrai nelle mia stanza e al centro, illuminato dai raggi lunari c'era un piccolo cavalletto con una tela bianca e su un tavolino accanto colori e pennelli.
" Spero apprezziate questo mio dono Corin,
Lysandros
P.s. I vestiti da dama sono troppo complicati da togliere, questo pomeriggio mi sono spesso domandato come facciate a cambiarvi così in fretta."Citava il bigliettino posato accanto alla tavolozza.
Sentii le mie guance andare a fuoco e la bocca spalancarsi, sperai con tutta me stessa si stesse prendendo gioco di me.
Guardai la tavolozza e la tela vergine illuminata biecamente dai raggi freddi della luna, sapevo cosa volevo dipingere.Passai l'intera notte sulla tela, cercando di riprodurre tutti i piccoli dettagli ben incisi nella mia mente. Con le dita ancora sporche di tempera presi frettolosamente la mappa e cercai la stanza che mi interessava, era dall'altra parte del castello rispetto alla mia ma c'era un piccolo corridoio ai piani inferiori che avrei potuto velocemente attraversare senza esser vista.
Lasciai che il colore si asciugasse e, vedendo che era appena l'alba, ne approfittai per sgattaiolare fuori dalla mia camera ancora a piedi nudi e quasi corsi verso la mia destinazione.
Anche questa volta trovai la porta socchiusa.
La aprii lentamente e difronte a me, in un letto rosso, una chioma folta e arruffata dormiva come un bambino di appena due anni, con il viso nel cuscino e le braccia aperte, il corpo completamente abbandonato ed il respiro lento.
Rimasi qualche istante a fissare quella scena col quadro fra le mani, sentendolo mugolare mi riscossi e poggiai delicatamente la tela ad un angolo della stanza, vicino ad un armadio in legno scuro.
- Cosa ci fate qui? – la sua voce grave mi fece sussultare – Nulla. – risposi dandogli le spalle – Stavo giusto andando. – il mio cuore batteva all'impazzata ed ero paralizzata, non sarei dovuta entrare o perlomeno avrei dovuto bussare prima di irrompere nella sua stanza – Perdonate la maleducazione, non so cosa mi è preso. – feci un rapido inchino e corsi fuori – Corin aspettate. – la sua voce mi immobilizzò, incapace di proseguire la mia fuga – Vi ringrazio per il dipinto, è molto bello e voi siete molto capace. – disse, sentivo in quelle parole un accenno di sorriso che mi scaldò il cuore, ma scappai ugualmente, rossa in volto e senza sapere se quel rossore fosse dovuto alla sua presenza o all'essere stata colta in flagrante mentre mi introducevo nella camera da letto di un ragazzo che dormiva seminudo.Continuavo a domandarmi dei suoi comportamenti senza tener conto dei miei che erano diventati sconsiderati da quando alloggiavo a castello.
Cosa mi stava succedendo?

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Lysandros
Mystery / ThrillerLa guardava fisso mentre dormiva e pensava fosse la ragazza più bella che avesse mai visto. Questo pensiero lo tormentava, la sua bellezza avrebbe significato un enorme pericolo per entrambi. "E' già successo quattro volte, non ce ne sarà una quint...