Accolsi fra le mie braccia quel debole fringuello bagnato da calde lacrime di disperazione e lo accompagnai nelle mie stanze, posandolo delicatamente sul mio letto.
-Cosa succede? – chiesi semplicemente sedendomi accanto al suo corpo mosso dai singhiozzi e accarezzando il suo capo chino.
- Oh principessa – cominciò la serva – Ho fatto la cosa peggiore che potessi mai pensare di fare e ora mi sento una tale stupida! – si copriva il volto con le mani scuotendo il capo vigorosamente – Calmatevi e ditemi cosa è accaduto di tanto terribile da avervi ridotto in questo misero stato, nel frattempo chiamerò la serva più anziana e farò portare del tè caldo, così vi sentirete meglio. – dissi avviandomi verso la porta, ma la ragazza mi bloccò – Non fatelo! – quasi urlò con i suoi occhi sbarrati e pieni di lacrime – Non voglio che nessuno mi veda. – si affrettò a dire, io annuii consenziente e mi risedetti al mio posto accanto alla ragazza che adesso sembrava una piccola bambina indifesa – Sapete quando amate qualcuno così tanto da aver paura del vostro stesso amore? – vedevo la fatica che faceva a raccontarmi l'accaduto e per cercare le parole giuste, sorrisi annuendo impercettibilmente invitandola a proseguire – Ho provato quest'angosciante paura così a lungo Principessa, da essermi persino dimenticata quando ho iniziato a provarla. Ma qualche giorno fa ho deciso che non potevo più nascondermi ed ho accettato quel vorticoso trambusto d'amore, quel groviglio di sentimenti sferzanti e secchi, stridenti come artigli ma piacevoli come quei bagni caldi che aspetti per tutta la giornata. -
- E questo giovane fortunato? – chiesi curiosa – Chi è? Qualche ragazzo del paese? -
Lei scosse la testa – Sarebbe stato tutto molto più facile – ammise – E' qualcuno a cui io non posso aspirare, serva come sono, forse voi Principessa, forse voi potreste avere il diritto d'amare qualcuno così. – sospirò amaramente – Ma io cosa ne potevo sapere? Cosa potevo saperne della ferita bruciante che la sua risposta mi avrebbe provocato? Ho preso tutto il mio coraggio Principessa, ho respirato piano perché non volevo che il mio cuore accelerasse il suo battito eccitato prima del tempo, e sono corsa da lui speranzosa. Mi sono strappata il cuore dal petto e gliel'ho porto e quel piccolo essere pulsante era tanto felice, le sue arterie si estendevano come braccia in attesa di essere accettato. Ma lui non l'ha fatto, non l'ha voluto. – le sue lacrime sembravano adesso incandescenti d'odio, la sua mascella contratta dalla vergogna.Non osavo immaginare quella povera fanciulla nel momento del rifiuto, ma una rabbia cieca si faceva strada fra le mie viscere nell'udire il suo racconto – Il vostro viso è ormai una maschera d'odio cara, non crucciatevi, sono certa che le intenzioni di questo giovane non erano malvagie, forse se la sua risposta è stata brusca come posso immaginare è solo per qualche sua preoccupazione, ipotizzo, che nulla ha a che vedere con voi. – cercai di consolarla, ma lei mi guardò con due occhi di fuoco – Principessa, voi siete molto fortunata – sibilò – così bella, elegante e soprattutto ricca come vuole il vostro status da figlia di un Re. Ma io sono solo una serva, una sguattera e tale rimarrò per il resto dei miei giorni! Voi non capite, lui ha preso quel mio dolce e tenero cuore di ragazza e l'ha schiacciato, masticato e risputato con insofferenza, la mia anima è solo un piccolo moscerino per lui, non più di un fastidioso ronzio da scacciare! – pianse ancora, le sue lacrime sembravano non avere fine – Ma voi non capite – proseguì in un attimo di lucidità – potrei amarlo con tutto il mio cuore e donargli nuovamente la mia anima, ma non potrei mai averlo in cambio. Voi non capite e non potete capire, non sapete cosa si prova a sentirsi in imbarazzo davanti a tanta bellezza, alle sue parole così piene di passione per qualsiasi argomento. Non potrei mai guardarlo negli occhi, troppo brillanti di vita da essere accecanti, incandescenti come il più bruciante dei fuochi. Non potrei mai essere alla sua altezza, una misera serva dagli occhi spenti, nemmeno se qui ed ora io diventassi voi e voi me. -
Provai a consolarla e a persuaderla, con parole dolci ed esempi rincuoranti, ma tutto sembrava essere inutile.
- Io lo amo con tutta me stessa e questo mi distrugge Principessa, mi sbriciola e mi disintegra, mi consuma e trascina via, come le foglie secche trascinate nel freddo buio dal vento gelido dell'inverno. -- Vi prego, non posso vedervi così, non m'interessa la vostra estrazione sociale, nessuno si merita d'esser ridotta in questo barbaro modo. – mi alzai in piedi, con le mani sui fianchi – Domani mattina parlerete con questo ragazzo e farete valere i vostri diritti, e se costui vi dovesse trattar male una seconda volta, interverrò io e vedremo se avrà il coraggio di fare lo sbruffone anche con me! -
- Oh principessa, il vostro aiuto mi rende così felice, vi ringrazio! – la giovane si asciugò le lacrime riconoscente col dorso della mano che tremava per il lungo pianto, la abbracciai delicatamente come avrebbe fatto una sorella maggiore, o come avrei fatto io se al posto della giovane serva ci fosse stata Helene – Potrei conoscere il nome di questo giovane presuntuoso? – chiesi strizzandole l'occhio – Non adesso, solo se la situazione dovesse peggiorare. – rispose lei sorridendo debolmente, poi uscì dalla stanza.Il resto della giornata non fu molto produttiva, passeggiai come al solito con Lysandros nel giardino durante il tramonto. Chiacchierammo amabilmente ma non volli renderlo partecipe del problema della giovane serva, ritenendo poco opportuno che ne venisse a conoscenza, pur essendo il padrone di casa.
Quella sera la serva anziana annunciò con gioia che la mia gamba era ormai guarita anche se "per quei segnacci ci vorrà tempo" riferendosi alle cicatrici che facevano già capolino sulla pelle rosea.
Per un attimo pensai, prima di ritirarmi nelle mie stanze per la notte, di interrogare Ermete sulla faccenda riguardante mia madre ma scelsi di non farlo, decisa a proseguire il mio intento di abbandonare la ricerca della verità una volta per tutte.***
- Vi siete ripreso così bene da non avere nemmeno più bisogno di aiuto per arrivare nella sala, la vostra degenza mi ha fatto penare, ma sono felice di vedervi star così bene. – constatai allegra vedendo arrivare il Principe – E voi siete di ottimo umore stamattina, questo non fa che farmi stare meglio, se non fosse stato per il voi dubito sarei riuscito a recuperare le forze in così breve tempo. – sorrise il giovane baciandomi delicatamente il dorso della mano – Avete fame? – chiesi come se quella fosse una conversazione abituale.
Pensai alla conversazione avuta nelle mie stanze con la giovane serva mentre Lysandros mi versava del tè caldo, lo stesso che le avevo proposto. La ripensai e sorrisi immaginando che probabilmente il giovane ragazzo di cui si era innamorata aveva finalmente ricambiato i suoi sentimenti e che adesso stesse vivendo felice la sua favola, così come io stavo vivendo la mia.
Mi resi conto solo allora di quanto la mia vita in quel periodo fosse diventata felice ed il tempo sembrava aver rallentato la sua corsa. Io e Lysandros avevamo raggiunto un perfetto equilibrio, con le nostre passeggiate sempre più lunghe e le nostre chiacchierate sempre più fitte, eravamo ormai complici di un complotto inesistente, felici come due bambini che giocano a cacciare farfalle.
- Queste giornate sempre più lunghe non fanno che rallegrare lo spirito, non trovate? – Lysandros mi sorrise gioviale – Potremmo visitare le campagne nei dintorni, in questo periodo sono meravigliose. – alle spalle del ragazzo, seduto e col capo chino, intendo a sorseggiare il suo tè, un albero ricco di foglie d'un verde sgargiante si spostò piano al ritmo del vento.Il cuore sembrò morirmi nel petto – Cosa c'è Corin? State male? – Lysandros corse subito verso di me, guardando d'istinto il piatto in cui c'era il pane che avevo appena addentato e vedendomi pallida come un fantasma – Sentite bruciore? Avete qualsiasi sintomo? Parlatemi! – sembrava allarmarsi sempre di più, una lacrima mi rigò il volto
– Lysandros, oggi è il giorno del solstizio d'estate. -

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Lysandros
Mystery / ThrillerLa guardava fisso mentre dormiva e pensava fosse la ragazza più bella che avesse mai visto. Questo pensiero lo tormentava, la sua bellezza avrebbe significato un enorme pericolo per entrambi. "E' già successo quattro volte, non ce ne sarà una quint...