Le trombe squillavano felici mentre dame e baroni si accalcavano nella grande sala, resa ariosa dalle porte finestre ben aperte, curiosi per il discorso del Principe, tutti sapevano che oggi avrebbe scelto la sua diletta.Da quando la Ninfa Nemesi era morta, ed il suo corpo bruciato per evitare che ritornasse in vita, Lysandros aveva riaperto le porte del castello e non furono pochi gli uomini e le donne che vennero a porgere gli omaggi al Principe, lodandone la bellezza e complimentandosi per le proprie virtù morali sviluppate splendidamente. Le stanze buie ora risplendevano di luce e la servitù era aumentata, il sole di fine giugno dorava qualsiasi angolo, rendendolo caldo ed accogliente. Era da poco passato il ventuno, l'estate faceva appena capolino fra le foglie degli alberi e dal cielo terso d'un azzurro brillante.
Ermete poté finalmente prendersi una pausa, ritornando ad indossare le vesti di consigliere e non più di maggiordomo, seppur trovava sempre l'occasione per ammonire i servi e consigliarli sui gusti del Principe e su come tenere lindo e pinto il castello – E' stato per così tanti anni servo che ora le vesti di nobile non sembrano più addirgli. – ne rideva Lysandros quando osservava divertito quelle scene.
Lo guardavo estasiata, ferma in un angolo, mentre ballava a turno con tutte le dame e le sue aspiranti mogli così come voleva la tradizione. Vidi più in là mio padre con una ragazza, sembrava avere all'incirca la mia età. La cingeva per i fianchi ed era già evidentemente ubriaco, la sua vista mi disgustò ma mi diede anche un senso di irrequietezza e paura – Corin – sentii alle mie spalle, mi voltai sorpresa di sentire quella dolce voce, la madre di Helene mi sorrise e mi abbracciò forte – Ti ringrazio per aver salvato mia figlia dallo stesso destino che ho avuto io e tutte le altre nobildonne del Regno, te ne sono grata. – ricambiai l'abbraccio e le consigliai di cercare Helene, la quale era stata invitata alla festa ed era sotto la protezione del Principe, e di spiegarle tutto quanto – Non è mai troppo tardi. – mi congedai sorridendole.
Chiacchierai amichevolmente con tutti gli ospiti, raccontando di come Lysandros fosse stato così gentile da ospitarmi per mesi dopo la mia brutta disavventura con un animale selvaggio che mi aveva attaccata durante la notte, preferii omettere con tutti ciò che era successo tra me ed il Principe e la faccenda della maledizione, che precisai essere una diceria falsa ed insensata, considerandomene prova vivente.
Mancava poco al discorso del Principe ed il mio cuore non voleva sentire ragioni, continuava a palpitare sempre più forte, respiravo a malapena e continuavo a torturarmi le mani nervosamente. Ricordavo le sue parole e ricordavo ogni singolo attimo passato in sua compagnia, ma questo non aiutava a tranquillizzarmi e anzi mi rendeva più inquieta che mai. Non ebbi il coraggio di ballare neppure una volta con lui, terrorizzata da una reazione improvvisa ed inaspettata del mio corpo.
- Signori e Signore, radunatevi tutti attorno! Il Re sceglierà la sua sposa! – urlò mio padre, o quel che ne rimaneva dopo tutto il vino trangugiato, barcollando fino a poggiare la sua mano sulla spalla di Lysandros, tutti gli invitati si accalcarono per vedere la scena ed anche io lasciai il mio angolo per assistervi.
- Avete ragione mio caro! – rispose il Principe con un tono sorprendentemente allegro, che fece inarcare le sopracciglia anche a mio padre – Ma prima di scegliere la sposa, accetterò con gioia il vostro dono. – tutti si guardarono senza capire – Già, dimenticavo, non tutti sanno questa storia. – rise il Principe abbandonando il fianco di mio padre.- Ci sarà da divertirsi, Principessa. – rise Ermete che era apparso al mio fianco, lo guardai dubbiosa ma lui mi invitò ad ascoltare le parole del ragazzo che ora si muoveva disinvolto nel cerchio formato dagli invitati, ora guardando un lato, ora l'altro.
- Quando ero piccolo, mio padre, il Re del Regno del Sole, anche se allora non era questo il suo nome ma voi tutti ne siete a conoscenza, morì in circostanze misteriose. Io ero troppo piccolo per poter proseguire la dinastia e così il suo grande amico nonché successore, questo grand'uomo qui presente – indicò teatralmente il volto di mio padre, che stava assumendo una smorfia indecifrabile – mi concesse di vivere nel castello del Regno di Kore, ben lontano dai pettegolezzi della città, affinché potessi crescere e, una volta scelta la mia compagna di vita entro i ventisei anni, riprendermi il regno e proseguire la dinastia di famiglia. In questo percorso il mio più fedele amico Ermete è stato di grandissimo aiuto e se sono ciò che sono, oggi, lo devo totalmente a lui. – Il volto dell'uomo al mio fianco si riempì di orgoglio paterno a quelle parole – Purtroppo, verso i miei vent'anni d'età, ho dovuto chiudere le porte del castello per certi briganti che disturbavano sia la mia quiete che quella degli abitanti di Kore, ma questo ha portato da me quelle maldicenze che tanto ho rifuggito, per cui il magnanimo Re Lorenzo ha reso questo mio Regno provvisorio libero ed autonomo. – il suo sguardo si rabbuiò – Ho vissuto cinque anni sapendo che tutti credevano che nel mio castello si potesse morire. – risollevò il capo deciso, con un sorriso smagliante stampato sul volto - Ma, bando ai convenevoli, sarò felice di accettare il Regno come vostro dono di matrimonio! – Concluse Lysandros raggiungendo mio padre, ormai col volto di un morto, per abbracciarlo – C'è qualcosa che non va, mio caro e fedele amico? – chiese il giovane vedendo l'espressione dell'uomo.
Non sapevo se ridere per quella pantomima di falsi sentimenti tanto ostentati dal Principe o essere incredula per le notizie che avevo appena appreso sul passato di Lysandros.
- Voi non potete avere il mio Regno, il Regno del Sole porta il mio nome! – indietreggiò mio padre disgustato dal comportamento del ragazzo. – In realtà – un piccoletto dalla schiena gobba e con pochi capelli bianchi come la neve avanzò fra la gente che osservava incredula e si sistemò gli occhialetti tondi dalla montatura leggera sul naso, prima di riprendere – In realtà, dicevo, come avvocato del padre del Principe Lysandros ho tutti i documenti che attestano quanto da lui appena detto, Lorenzo. – il mancato appellativo di Re fece trasalire mio padre – Io sono il Re! – urlò – Mi dispiace, Lorenzo, da oggi non più, hai firmato il documento venticinque anni fa. – l'uomo che diceva essere l'avvocato del Principe sorrise e sistemò ancora una volta gli occhiali sul naso, come se fosse un tic nervoso.
- Perciò – sorrise maligno il Principe – dato che sono il Re, anche se odierò per sempre queste due lettere insignificanti davanti al mio nome, come primo mio atto incredibilmente magnanimo, esilio voi, Lorenzo Sole, nelle Terre Lontane, per atti vili contro la corona. – ci fu un attimo di sorpresa generale, mio compreso – Poiché siete stato voi, Lorenzo, ad assassinare mio padre usurpandogli il trono. – un mormorio incredulo si levò, rimbombando violentemente nella sala da ballo.Notai in quel momento un altro uomo, quasi identico all'avvocato del Principe, se non fosse per dei folti baffi bianchi che gli coprivano il labbro superiore, scribacchiare qualcosa su un foglio, mentre l'altro, che continuava a sistemarsi gli occhiali, annuiva soddisfatto.
- Voi non potete farlo! – urlò mio padre – Tecnicamente... - avanzò l'anziano con gli occhiali tondi, ma l'uomo urlò di tacere – Non avete prove a mio carico! – proseguì – Tecnicamente, dicevo, le prove ci sono tutte, ma il Principe non ha mai voluto divulgarle. – l'avvocato del Principe avanzò con fogli e scartoffie in mano, facendoli vedere a tutti i presenti. Erano fogli pieni di scritte, di date e di dialoghi: fra queste riconobbi delle conversazioni fra mio padre e un uomo di cui non riconobbi il nome.
L'uomo, ormai sempre più bianco in volto, trasalì ulteriormente – Oh non disperate – lo rassicurò Lysandros – Non vi ho mica mandato alla forca. – rise – E visto che sono davvero magnanimo, do la possibilità a vostra moglie e ai vostri figli, qui con noi oggi, di decidere se continuare la loro vita con la vostra eredità oppure seguirvi, spogli di qualsiasi bene, verso le Terre Lontane, proseguendo lì gli anni che vi separano dalla morte. – sorrise verso la famiglia che sarebbe dovuta essere anche la mia: una ragazza della mia età mi avrebbe fatto da madre e tanti ragazzi, più o meno grandi, alle sue spalle, sarebbero stati i miei fratelli.
Nessuno di loro raggiunse mio padre, che pur cercava di convincerli ad andare con lui in un ultimo slancio di finto amore ed evidente disperazione.
- Bene, credo che la scelta sia stata fatta, portatelo via. – Lysandros fece cenno a degli omoni, che mai avevo visto a castello, i quali lo afferrarono per le spalle e le braccia trascinandolo verso l'uscita.- Aspettate! – urlò mio padre – Corin, mia unica figlia, tu vorrai venire con me vero? Sono stato un padre tanto buono con te, così amorevole. – il Principe con un altro cenno fece fermare gli uomini che mollarono improvvisamente mio padre, che cadde per terra con un sonoro tonfo, e si voltò verso di me in attesa di una mia risposta – No. – risposi ferma – Io non ho mai avuto un padre, ho avuto una madre, ma ella è morta quando ancora ero piccola. L'uomo che mi ha cresciuta, malvagio e millantatore, mi ha esiliata mesi fa, rinnegata, temendo potessi sottrargli una parte della sua mai sudata eredità. – proseguii.
Gli uomini, grassi ed alti, ripresero a trascinare mio padre, che dopo la mia risposta si era lanciato in un'invettiva nei confronti miei, del Principe e di qualsiasi ospite lì presente.Ci fu un attimo di silenzio quando le porte si chiusero alle spalle di Lorenzo Sole, uomo esiliato e presto dimenticato da tutti, prima che Lysandros, col suo solito sorriso smagliante, annunciasse – Che i musici inizino a suonare, adesso posso finalmente scegliere la mia sposa! -
I violini pizzicati diedero vita ad un suono lieve e dolcissimo, accompagnati da quello melodioso del pianoforte, io arretrai di qualche passo senza motivo, fremente e spaventata allo stesso tempo, mentre distoglievo lo sguardo.- Hai intenzione di guardare il pavimento tutto il giorno? – la voce di Lysandros risuonò ancora più piacevole della sinfonia che lo avvolgeva, lo guardai stretta nelle spalle e gli sorrisi.
Mi tendeva la mano, invitandomi a ballare.
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Lysandros
Mystery / ThrillerLa guardava fisso mentre dormiva e pensava fosse la ragazza più bella che avesse mai visto. Questo pensiero lo tormentava, la sua bellezza avrebbe significato un enorme pericolo per entrambi. "E' già successo quattro volte, non ce ne sarà una quint...