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"La grandezza dell'uomo si misura
in base a quel che cerca
e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca".

-Heidegger

-E questo macello cos'è? Che siamo in un liceo?! -Urla Guidi non appena arriva in ufficio dopo aver visto tutti i ragazzi fuori dalla porta del suo studio.

-Hai voluto la bicicletta? E ora pedala. -Gli risponde Garcia divertito.  Satana non risponde, si limita a fulminarlo con lo sguardo quando fa così significa che sta tramando qualcosa.

-Bene detective Garcia, vista la sua dedizione al lavoro, metà dei ragazzini qui fuori li interrogherà lei. -Sentenzia con un sorriso maligno stampato sul volto. -Il resto ve lo dividerete voi. -Prosegue poi indicando gli altri presenti.

-Sei serio?!-Esclama Garcia sconvolto.

-Ho mai scherzato? -Nessuno risponde. in effetti non credo di averlo mai sentito scherzare da quando lavoro qui, se non per prendere in giro qualcuno di noi. -Ecco, appunto. A lavoro, su! -Mi affretto ad uscire dalla stanza prima di fare la fine di Garcia. Sta volta non mi faccio fregare.

Solitamente sono io quella che rimane incastrata dalle brillanti idee di Roberto Guidi.

-Dove credi di andare? -Domanda lui poi afferrandomi per un braccio bloccandomi.
Dannazione!

Era troppo bello per essere vero. Mi volto con lo sguardo di chi sa che sta per andare dritto alla sua  esecuzione. -Oh, non fare quella faccia, non devo mica ucciderti! -No, infatti, quello sarebbe molto meglio!

-Cosa c'è? -Chiedo mentre tiene ancora il mio polso stretto fra le mani. Lui mi guarda con aria interrogativa ed io, per tutta risposta, abbasso lo sguardo sulla sua mano fissandola.

Fortunatamente Guidi se ne accorge senza che debba aggiungere altro.

-Ah, sì. -Dice lasciandomi. -Tu farai gli interrogatori assieme a me.

-Che? Perché? -Chiedo all'armata. Dov'è la fregatura?

-Non fingere di non essere contenta! -Ribatte uscendo dalla stanza. 

In effetti ha ragione, non mi aveva mai chiesto di assisterlo durante un interrogatorio, aspettavo questo momento dal primo giorno in cui ho messo piede qui, ma non mi va di gonfiare il suo ego dicendoglielo, non gli farebbe bene.

-Perché io? -In teoria non dovrei chiederlo, nessuno sano di mente chiederebbe il perché quando Guidi gli impone di fare qualcosa e, per di più, rischio di fargli cambiare idea, ma voglio per sapere cosa ho fatto per meritarmi questo privilegio.

-Hai già letto le loro deposizioni, mi serve qualcuno che sappia cosa hanno già detto, per un confronto... Vedere se omettono o aggiungono qualcosa o cambiano versione dei fatti.

-Se te le fossi lette, sapresti anche tu ciò che so io. -Azzardo, ma me ne pento immediatamente, Guidi mi lancia un'occhiataccia in grado di terrorizzare anche il più forte qui dentro.

-Se la principessa Amelia non vuole venire, provvederò a spedirla da qualche altra parte. Son certo che Garcia avrà bisogno di aiuto con quei cinquanta ragazzi. -Dice chiudendo la porta della sala interrogatori.

-Chi è il primo? -Domando ignorando le sue parole sperando che non mi mandi via.

-Brava ragazza. Allora, la prima è Serena Bianchi.

-Ah.

-Perché quella faccia?

-Non ho nessuna faccia! -Replico immediatamente. Guidi alza gli occhi al cielo esasperato.

Il burattinaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora