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"Rifletti bene Alice, perché se bevi da bottiglie,
che non sai cosa contengono,
prima o poi ne pagherai le conseguenze".

-Alice nel paese delle meraviglie

Sono le undici di sera, e finalmente sono a casa. Sta volta la ragazza era appesa alla perfezione. Le mani di Arianna, è così che si chiamava la ragazza morta, non erano squarciate come quelle di Alessia. Erano perfettamente intatte, l'assassino ha perfezionato la sua tecnica e ha diminuito il tempo fra un omicidio e l'altro. Alessia è sopravvissuta per una settimana, Arianna cinque giorni. Arianna era appesa in stile marionetta e, oltretutto, era truccata alla perfettamente: fondotinta, blush, matita e sopracciglia perfettamente definite. Sembrava una bambolina magra com'era e, con quei boccoli appena fatti. L'Si si è dato parecchio da pare con questa vittima.

-L'assassino si è perfezionato alla grande. -Ha fatto notare Guidi.

-Ma è solo la seconda vittima! -Ha osservato JJ. -Come può aver fatto un miglioramento del genere?!

-Potrebbe aver fatto pratica.

-Sì, ma quando?

-E soprattutto, su chi?!-Ha precisato poi Simmons. Così siamo tornati tutti a casa. Domani presenteremo il profilo dell'assassino non appena avrò detto a Guidi ciò che ho saputo dalla barista. Prima non sono riuscita a dirglielo, in quanto non appena ho finito di parlare con la ragazza, ci hanno chiamati dalla centrale per il ritrovamento della vittima e ci siamo dovuti precipitare a Villa Ada di corsa. Credo che Guidi abbia battuto un qualche record di formula 1 data la velocità con la quale siamo arrivati. Dopo il sopralluogo invece ero talmente sovrappensiero che mi è passato di mente. Devo ammettere che la memoria di ferro nulla può fare contro la mia capacità di distrarmi per qualunque cosa.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello di casa che per poco non mi fa cadere un bicchiere per terra. Dovrei smetterla di spaventarmi per ogni minimo rumore o rischio davvero di rompere qualcosa.

-Ma chi diavolo è a quest'ora! -Strillo dirigendomi verso la porta, ma senza avere una risposta. Controllo dallo spioncino e vedo William. E adesso cosa vuole questo? È da un anno che vivo qui e non è mai venuto a bussare alla mia porta che io ricordi. E se non lo ricordo, state pur certi che non è accaduto.

Apro la porta, ovviamente è senza maglia, come sempre.

-Che cosa vuoi? -Apro la porta, ma appena mi avvicino a lui una puzza di alcol mi infiamma le narici. -Dio santo, puzzi come una distilleria! -William alza un dito e apre la bocca nel tentativo di dire qualcosa:

-Io...Io in verità volleevo torn...tornare a casha, credo...credo di aver shbagliato porta...

-Direi proprio di sì. -Confermo mentre lui dirige verso la porta di casa sua tentando in vano di infilare la chiave giusta nella serratura. Vorrei tanto lasciarlo lì e tornarmene a casa, ma il mio buon senso mi dice che se lo facessi potrebbe non finire bene.

-Vieni qui. -Lo afferro per un braccio e lo trascino in casa chiudendomi la porta alle spalle. So già che me ne pentirò, ma se decidesse di fare un volo dalla finestra a causa dell'alcol probabilmente me ne pentirei ancora di più.

-Questa non è casa mia! -Ribatte imbronciato non appena gli ordino di sedersi.

-Ma dai? -William lancia chiavi e telefono sul tavolo, o per lo meno ci prova, ma l'unica cosa che centra è il pavimento, così lo prendo e lo trascino in camera mia. Non voglio neanche immaginare cosa potrebbe combinare se lo mollassi da solo. Come minimo mi distruggerebbe il soggiorno. Come se già non fosse abbastanza in disordine. Cerco una maglia da dentro l'armadio. Mio fratello è stato qui il mese scorso per una settimana a causa di alcuni lavori di ristrutturazione a casa sua   e ha lasciato qualche maglia e qualche pantalone nel caso dovesse tornare e gli servissero dei vestiti. Prendo una delle sue maglie e torno in soggiorno, ma William non c'è.

Il burattinaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora