"Perdita e possesso, morte e vita, sono una cosa sola.
Non ci sono ombre
dove il sole non risplende."-Hilarie Belloc
-Allora, mi dica Suor Angela. -Esordisce Simmons sorridendole. -Cosa può dirci di Samuele Giordano e del suo arrivo in convento? -Siamo seduti attorno ad un tavolo in una di quelle stanza che stanno dietro la chiesa, non ho idea di come si chiamino, non sono mai stata una grande "fan" di nostro signore Gesù. A quanto pare io e Guidi abbiamo in comune la nostra passione per la religione. Con l'unica differenza che io rimango civile, o almeno ci provo.
-Be', aveva solo undici anni quando lo abbiamo trovato. -Fa un lungo respiro. - È stato con noi solo per un anno. -Prosegue poi con tono amareggiato.
-Come mai così poco? -Domanda Simmons, ma nello stesso momento anche io le faccio una domanda.
-Credevo fosse venuto lui da voi. -Le dico sorpresa. In effetti, non so per quale motivo, ma ne ero fermamente convinta.
-Oh, no. -Mi sorride gentilmente la suora. Due piccole fossette le si formano sulle guance. Devo dire che è parecchio giovane, sarà sulla quarantina, non di più. -Stavo andando in giardino per innaffiare le piante, quando ho visto un bambino seduto sotto l'albero di mele. Ho provato a svegliarlo, ma non si muoveva, così sono corsa dentro a chiamare aiuto. All'epoca ero molto giovane, appena arrivata, non sapevo come comportarmi. -Credo che gli occhi mi siano appena usciti fuori dalle orbite.
-Lo portammo subito in ospedale, non avevamo idea di chi fosse. In quel periodo girasse molto la notizia dell'uccisione dei suoi genitori, ma noi non avevamo idea di chi fossero e né tantomeno di chi o come fosse il loro bambino. Diciamo che non ci interessavamo particolarmente dei fatti di cronaca, ci limitavamo al minimo indispensabile. Non avevamo neanche una televisione o, se c'era noi non la guardavamo. Solo ultimamente abbiamo ritenuto utile informarci di più. -Lo credo bene! Queste qui si sono ritrovate per le mani un serial killer in erba e non ne sapevano nulla.
Okay, forse definirlo serial killer ad undici anni è un po' troppo, ma se avessero sentito un qualche notiziario, uno qualunque, a quest'ora non saremmo qui! Bastava anche un giornale!
Inizio a capire la repulsione di Guidi verso la gente di chiesa. Per carità non è colpa loro...almeno fino ad un certo punto. Certe volte il destino è veramente ridicolo. Basta poco per cambiare l'esito di una cosa. In questo caso, sarebbe bastato uno stupido notiziario per salvare molte vite e soprattutto, di ragazzi ancora giovani. -Possibile che non vi sia mai venuto un dubbio? Che nessuno lo abbia mai cercato o riconosciuto? -Le chiede Simmons forse più stupito di me.
-Mio caro, i bambini lasciati davanti al nostro convento sono di senza tetto, persone che non sono in grado di mantenerli, o ragazze che sono rimaste incinte per sbaglio. Ciò significa che dal momento in cui il bambino finisce in mano nostra, i genitori o chiunque ce lo abbia lasciato, non ne vogliono sapere più nulla. Chiedere in giro chi è la madre sarebbe una perdita di tempo e, se il bambino è abbastanza grande da capire, non farebbe altro che farlo sentire ancor più rifiutato dagli altri. Non so se mi spiego. Dopotutto la mente dei bambini è così sensibile... -Dice con rammarico. Già, infatti questo va in giro ad ammazzare gente e ci gioca come fossero bambole, ma hey, tutto normale! -Eravamo sicure che qualcuno ce lo avesse lasciato.
-E non avete pensato che si potesse essere perso? Aveva pur sempre undici anni. Ciò significa che qualcuno lo aveva tenuto con sé per un undici anni quindi perché abbandonarlo proprio ora? Aveva undici anni... -Ripete Simmons. -Se fosse stato come dice lei avrebbero dovuto abbandonarlo sin dalla nascita.

STAI LEGGENDO
Il burattinaio
Misteri / ThrillerAmelia Manes è una giovane detective dell'ICU (International Crime Unit), una unità che si occupa di crimini internazionali con sede a Roma. Essendo la più giovane fra tutti è costretta a dover continuamente dimostrare la sua competenza e, nonosta...