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"Il giorno in cui il  bambino si rende conto che
tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente;
il giorno in cui li perdona, diventa un adulto;
il giorno che perdona se stesso, diventa un .saggio".

-ALDEN ALBERT NOWLAN

Mi sveglio con un gran mal di testa, è come se avessi dei trapani nel cranio. A proposito di trapani! Deve venire l'addetto ai lavori questa mattina e non ho avvisato l'ufficio che oggi non andrò.

Afferro il telefono e cerco il numero di Roberto, sicuramente mi urlerà contro rimproverandomi di non averlo avvisato prima.

-Capo...

-Sì Manes? Che c'è?

-Oggi non posso venire a lavoro.

-E perché mai? -Mi chiede a metà fra il divertito e l'infastidito. "Certo che quest'uomo è davvero strano".

-Ho un impegno. -Avrei potuto dirgli che non mi sento bene, ma mentire non è mai una buona idea con lui, non si sa come, ma viene sempre a scoprire la verità. Inizio a sospettare che abbia telecamere nascoste piazzate nelle case di tutti noi.

-E perché non mi hai avvisato prima?! -Ecco, adesso sta urlando. Sembrava strano che non avesse iniziato ancora.

-Me ne ero dimenticata! -Ribatto mantenendo un tono calmo, o almeno ci provo.

-Sono circondato da imbecilli! -Sbraita prima di attaccarmi il telefono in faccia. Be', meglio di come mi aspettassi, anche se sono certa che anche questa me la farà pagare.

Vado in bagno a lavarmi, prendo le prime cose che trovo e mi vesto appena prima che bussino alla porta.

-Arrivo! -Urlo correndo e tentando di farmi una coda e di non inciampare.

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L'addetto è stato tutta la mattina a prendere misure su misure, fare domande e chiedermi quanto voglio che siano spessi i muri. Avrei voluto rispondergli: "Quanto basta perché sia come se quel coglione del mio vicino non ci fosse.", ma mi sono contenuta limitandomi a dirgli di fare in modo che non si senta assolutamente nulla. Quando l'addetto se ne è andato sono andata a fare un giro in centro rendendomi conto che, se non lavoro, non ho davvero nulla da fare, non ho una vita sociale, al di fuori del lavoro. Sono quasi peggio di mio fratello Leonardo.

Sono le tre di pomeriggio e, ovviamente, mi dirigo verso la porta di William per urlargli contro, in effetti urlare contro di lui è rilassante, è uno sfogo. Non posso urlare contro Guidi, ma contro William sì.

-William! -Urlo sbattendo i pugni contro la sua porta. Lui mi apre quasi subito. Miracolo!

-Eccomi tesoro. -Esclama lui sorridendomi. -Cosa desideri?

-Spegni la radio. -Detto ciò mi volto e mi dirigo verso la mia porta. Voglio analizzare alcuni documenti che ho portato a casa da lavoro, c'è qualcosa che non quadra qui.

Elisa era una ragazza che scappava di casa, indisciplinata, e invece Alessia...era l'esatto opposto. Se non fosse che si somigliano fisicamente direi che sono del tutto diverse l'una dall'altra.

E poi... la fissa bizzarra che ha quest'uomo! Esporre le ragazze come... Come fossero opere d'arte. L'imprecisione del nostro primo caso, voglio dire, se è davvero lo stesso assassino di cui parlano quelli dell'analisi comportamentale, dovrebbe essere esperto, dovrebbe sapere perfettamente cosa fare senza indugiare, e invece...

I miei pensieri vengono interrotti dallo squillo del telefono.

-Pronto?

-Sono JJ.

Il burattinaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora