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"Credo negli esseri umani che hanno coraggio,
coraggio di essere umani."

-Esseri umani, Marco Mengoni

Quando mi sveglio impiego qualche secondo a realizzare di non essere a casa. Mi giro e mi accorgo che lo spazio di fianco a me è vuoto. La notte scorsa mi torna immediatamente alla mente. Compresa di dettagli dettagli...

Non appena sono entrata in casa sua, William mi ha fatta sedere al tavolo in soggiorno. Tutto era preparato alla perfezione. La tovaglia blu notte, i piatti e le posate ben disposti a tavola, e un girasole in mezzo al tavolo e aveva preparato tutto lui! Chi se lo sarebbe mai aspettato? Io no di certo e da lui poi!

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la cucina nella speranza di trovarci William. Non ho idea di come orientarmi in questa casa. Non ci ero mai stata se non qualche settimana fa per il caso, ma niente di che. Ieri sera non gli ho certo chiesto di farmi fare un tour dell'appartamento. Le uniche stanze che ho visto sono state il soggiorno e la camera da letto.

Arrivata in cucina non trovo nessuno. Dopo pochi secondi sento dei passi provenire da dietro le mie spalle. Mi volto. Come mi vede William mi offre uno dei suoi bellissimi sorrisi, cosa che mi fa perdere tutto l'autocontrollo. Vado verso di lui e gli metto le braccia attorno al collo. Lui mi solleva per la vita portandomi alla sua altezza. I miei capelli cadono sulle sue spalle. Mi bacia dolcemente sulle labbra. Sento il suo profumo, così confortevole che sospiro di piacere tra le sue labbra. Lui rafforza la sua presa sulla mia vita e mi bacia dolcemente sulla fronte.

Veniamo interrotti dallo squillo del mio telefono. Non mi va di rispondere, ma potrebbe essere importante. Prendo il telefono e rispondo senza neanche controllare chi è. Mai sbaglio fu più grande:

-Manes dove diavolo sei finita! -Sbraita la voce del mio capo dall'altra parte del telefono. Ma che ore sono? Controllo l'orologio appeso al muro della cucina...Le nove e mezza. Oh cazzo. -Un'ora di ritardo Manes! Un'ora! Ti rendi conto! -Continua ad urlare e per poco non si strozza. -Io giuro che ti ammazzo Amelia Manes! -Fa una pausa, ma non mi dà neanche il tempo di ribattere e dopo meno di un attimo riprende la sua sfuriata. Se continua così gli verrà un ictus. -Mi hai fatto fare una figura di merda! Avevo detto a tutti che avresti presentato tu il nuovo profilo dell'assassino. E tu non ti presenti a lavoro! Io non dico che tu debba venire tutti i giorni, meno ti vedo meglio sto, ma almeno avvisami porca miseria!

-Io...ecco...la sveglia non è suonata e mi sono svegliata solo poco fa. -Mento. Ma in effetti non è tutta una bugia, mi sono davvero svegliata poco fa e la sveglia non è suonata veramente, o meglio, non all'orario in cui avrebbe dovuto. -Dammi dieci minuti e sono lì!

-Non importa ormai. Puoi anche restartene a casa. -Dice chiudendo la chiamata. Mi sento terribilmente in colpa. Non avevo mi era mai capitato di tardare così tanto. Mio malgrado devo ammettere che Guidi ha ragione.

-Chi era?

-Il mio capo. -Rispondo andando in camera da letto con l'intenzione di vestirmi e correre a lavoro. Probabilmente Guidi mi colpirà con la prima cosa che avrà sotto mano, ma se non vado sarà molto peggio, anche se lui mi ha espressamente detto di non presentarmi. -Perché non mi hai svegliata? -Domando irritata a William che mi ha seguita fino in camera da letto.

-Credevo non volessi. Dormivi così bene... -Risponde con aria innocente.

-E non hai pensato che forse, e dico forse, sarei dovuta andare a lavorare? Adesso Guidi ce l'avrà con me per il resto della mia vita, sempre se mi va bene. -Dico vestendomi alla velocità della luce.

-Mi dispiace, io non volevo... -Si scusa con aria da cane bastonato. Proprio non ce la faccio a vederlo così, dopotutto non è stata neanche colpa sua. Non del tutto. Voglio dire, che gli costava svegliarmi, ormai lo sa come è fatto il mio capo: totalmente privo di pazienza in generale, ma quando si tratta di me sembra ne abbia ancora di meno del solito.

Il burattinaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora