20 - sono un'altra donna

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                       Un anno dopoDopo una lunga giornata di lavoro, Jennifer rientra in albergo, come ogni sera la sua entrata è  caratterizzata dagli sguardi curiosi delle persone

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                       Un anno dopo
Dopo una lunga giornata di lavoro, Jennifer rientra in albergo, come ogni sera la sua entrata è  caratterizzata dagli sguardi curiosi delle persone.

Per mesi il suo volto è stato fonte di interesse, tutti i giornali parlavano della sua vicenda.
Ma lei cammina tranquilla, con la testa alta e lo sguardo freddo.

Arrivata in camera, toglie le sue costose scarpe col tacco vertiginoso.
Poi passa alla gonna, giacca e camicia.
Si guarda allo specchio, anche se è dimagrita il suo fisico coperto solo dal completino in pizzo è bello.

I suoi capelli ora corti e neri le ricadono mossi sulle spalle.
E i suoi occhi, quei splendidi occhi chiari sono in qualche modo scuri e tenebrosi.

Qualcuno bussa alla porta, lei si copre con una vestaglia e và ad aprire.
"Mi perdoni signora Rudolf, il capo la sta aspettando"
"Grazie Ivan, arrivo subito"

Richiude la porta e si riveste, un lungo vestito nero con spacco.
Tacchi alti, e naturalmente una pistola fissata all'interno della coscia.

Jennifer scende nella holl dell'albergo, dove Daniel Rudolf la sta aspettando con un vestito fatto su misura.
L'uomo la guarda compiaciuto, tutti nella holl osservano la scena, tutti in un silenzio tombale.

Lei è la donna più ricca di New York, e lui il più pericoloso del continente.
Un miscuglio di potere odio e vendetta che non può portare a niente di buono.

"Buona sera bambina, sei splendida"
Dice lui dandole un bacio in fronte.
"Buona sera padrino" risponde lei con il suo solito tono freddo e apatico.
Ivan la guardia del corpo di Jennifer, li scorta entrambi fino alla limousine.

Un anno prima

Jennifer

"Cavolo Jennifer, guarda cosa hai combinato" tuona Alex tra il divertito e l'esasperato.
"Ho avanti è solo una camicia, e poi il blu ti dona"

"Posso sapere come sei riuscita a farla diventare blu?" Mi chiede ormai arreso.
"Non lo so amore, ma ora devo andare a lavoro, e comunque se proprio ci tieni alle camicie portale in lavanderia"

Gli dico prima di baciarlo e scappare via, ormai sono tre mesi che discutiamo sulle mansioni in casa.
Io sono troppo impegnata con il lavoro, e lui lo stesso.

Devo ammettere che avrei preferito che cambiasse lavoro, ma lui è così, non sopporto che si occupi di affari illeciti, ma non posso cambiare la sua natura.
In fondo so che anche io sono uguale a lui, il periodo trascorso in Italia mi ha fatto capire tante cose.

Il signor Rudolf mi portava sempre con se, ho dovuto assistere a vere e proprie esecuzioni, e anche io ho le mani sporche di sangue.
"Buongiorno signorina Ariston"
"Buongiorno signora black, ci sono novità?"
"No, ma il signor Evans la sta aspettando nel suo ufficio"

-iniziamo bene, da quando sono tornata con Alex Maicol è scontroso e irrequieto, un po' mi dispiace, ma deve farsene una ragione-

Entro in ufficio e trovo Maicol seduto su un divanetto, mentre osserva il panorama con aria assente.
"Buongiorno Maicol"
"Buongiorno a lei, signorina Ariston"
Dice in tono cattivo.

"Maicol, avanti per quanto ancora pensi di trattarmi in questo modo?"
Dico mentre lui si alza e mi osserva afflitto. Ha la barba leggermente più lunga, il viso sciupato e stanco.
Mi avvicino cauta e gli poggio la mano sulla guancia, lui chiude gli occhi e sembra bearsi per questo contattato.

"Sembri stanco perché non ti riposi?"
Dico in un sussurro, ma lui mi afferra il polso e riapre gli occhi.
"No Jennifer, non avrò pace, ne riposo finché non cambierai idea"

"Maicol ti prego non ricominciare, lui è cambiato mi ama, e non voglio ritornare sulle mie decisioni"
Gli dico con un nodo alla gola.
"Tu non puoi sposarlo!"
Ringhia quasi furioso.

"Perché no, eh! Dammi una ragione per non farlo"
"Perché io ti amo! Come fai a non capirlo eh! Dovrei vederti con un uomo che ti ha massacrato di botte e essere felice? E questo quello che vuoi?".
Urla Maicol senza smettere di fissarmi.

Ma non rispondo, afferrò la borsa ed esco da questo dannato palazzo.
Domani mattina mi sposerò e non ho intenzione di farmi rovinare il mio giorno. Ancora non ci credo che Alex voglia fare un passo simile.

Ritorno a casa e mi butto nella vasca, lasciando che l'acqua calda mi coccoli.
Alex torna presto e prepara il pranzo per entrambi.
"Che hai? sei silenziosa"
"Niente tranquillo, mi sto preparando la voce per la luna di miele"

Rispondo io con fare provocatorio, scatenando in Alex una reazione indecente, infatti non faccio in tempo a correre via che mi prende e porta in camera da letto.
"Penso che dovremo iniziare a fare le prove per la luna di miele, mia cara provocatrice"

Il giorno dopo arriva in fretta, Isabella e Lukas sono piombati in casa come dei bulldozer, da quando si sono fidanzati fanno paura. Sono i nostri testimoni e sono felice di costatare che Alex e Lukas sono diventati buoni amici.

Mentre Lukas trascina Alex in albergo per prepararsi, Isabella e la parrucchiera iniziano a prepararmi.
Dopo un paio di ore e un sacco di risate sono pronta.

Il vestito é lungo e bianco, con un corpetto a cuore stretto fino in vita e una gonna che scende leggermente larga. Il tutto con decorazioni in Swarovski, semplice ma bello.
I capelli sono semi raccolti, e quelli sciolti scendono lunghi e ricci fino alla vita. Ho un trucco leggero e delicato.

Il nonno mi aspetta vicino ad una limousine bianca, sarà lui ad accompagnarmi, proprio come aveva fatto con la mamma.
Dire che sono emozionata e poco, ha preparato tutto Alex io ho dovuto scegliere solo il vestito.

Ci fermiamo di fronte ad una piccola chiesa addobbata, scendo dalla macchina mentre in nonno mi porge il braccio. Il sole di aprile mi riscalda il viso, è una domenica bella e calda anche troppo per il mese.

Entro tremando come una foglia, Alex mi aspetta all'altare con un vestito nero, e gli occhi lucidi, quasi non ci credo. Arrivata al mio posto il nonno mi dà un bacio e va a sedersi.
"Sei stupenda" dice Alex facendomi emozionare, ma trattengo lacrime.

Ci teniamo la mano per tutta la cerimonia, con la paura che sia solo un sogno. Ma questo non è un sogno.
È il suo bacio passionale mi dimostra che sono sveglia e che siamo sposati.
Gli invitati battono le mani, e il mio cuore va a mille.
"Ben venuta in famiglia, figliola"
Dice il signor Rudolf dandomi un bacio sulla guancia.

Vi è mai capitato di essere colpiti da un tornato? La mia vita è stata cosi.
Ho combattuto contro il vento e tutto il resto, fino a quando non è cessato.
E allora cosa fate?
Vi godete la calma e il sole, la famosa quiete dopo la tempesta.

Peccato che la tempesta non è ancora cessata e quello che credevo fosse  il sereno, era solamente l'occhio del ciclone.

Alexander

Vedere Jennifer tra le braccia di mio padre felice e radiosa è bellissimo, è una donna stupenda, è la mia vita.
Qualcuno attira la mia attenzione, nessuno si è accorto della donna che avanza verso di noi con una pistola tra le mani.

Non faccio in tempo a reagire che punta l'arma su Jennifer e spara.
Tutto accade in un secondo, spingo via Jennifer mentre il proiettile mi entra nel petto.

Cado a terra,  Jennifer si inginocchia e mi prende la testa tra le mani, il mio sangue inizia e sporcare il bianco del suo vestito.
Ha il viso terrorizzato e inizia a piangere.

"Non puoi lasciarmi, non ora che tutto andava bene" le sue lacrime bagnano il mio viso, mentre la vista si annebbia sempre di più.
"Ti amo, non dimenticarlo mai"
Gli dico consapevole che tra qualche secondo le tenebre mi accoglieranno.
Strano il destino, dopo tante avversità credevo di avercela fatta.
E invece tutto finisce in un mare di sangue.

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