41- un vero natale

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La notte passa lenta e stancante

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La notte passa lenta e stancante.
I gemelli hanno pianto quasi tutta la notte, e ora non riesco neanche più a muovermi.
Fortuna che è domenica, almeno Maicol può occuparsi di loro.
Più di una volta sono scesa di sotto per farlo salire a dormire, ma poi il mio orgoglio mi ha impedito di svegliarlo.
"Jennifer"
Parlando del diavolo.
Non rispondo mentre sento Maicol entrare in camera e appoggiarsi sul letto.

Mi giro attirata da un buon profumo, e vedo un vassoio con la colazione e una rosa.
- ed ecco a voi l'orgoglio che va a farsi benedire-
- eh? Zitta coscienza. Parli proprio tu che questa notte hai dato di matto perché quando sono scesa, non gli ho saltato addosso?-
- cosa centra? Il sesso selvaggio è l'ingrediente di un buon matrimonio-

"Sei ancora arrabbiata?"
Chiede Maicol notando la mia indifferenza.
"Forse" rispondo evitando di dirgli che sta per sposare una psicopatica che parla da sola.

Prendo un dolcetto dal vassoio e lo mangio senza smettere di guardare Maicol. Lo vedo sorride e spostare il vassoio per avvicinarsi.
Mi blocca con le braccia, e inizia a baciare il mio collo scoperto.
- oddio Si! urla la mia coscienza-
"Mh, no" dico sentendo i gemelli che piangere.

Andiamo nella camera dei piccoli che piangono disperati.
Cerchiamo di calmarli ma sembra tutto inutile. Non hanno fame, e sono puliti.
Inizio a spaventarmi mentre Simon diventa sempre più rosso a causa del pianto.
Johanna ha preso Michelle e la tiene di sotto, in modo che possa dormire.
"Maicol, quando arriva?"
Chiedo nervosa cercando di cullare Simon.
"Tranquilla amore, il pediatra sarà qui a momenti"

Ma io non riesco a tranquillizzarmi.
Mi tremano le gambe, tremo tutta.
Mordo nervosamente le labbra, non riuscendo a staccarmi da Simon.
Il suo pianto mi spacca i timpani, e inizia a scottare terribilmente.
"Amore, shhh. Dai piccolo calmati"
Gli dico tra le lacrime.
Poi improvvisamente tace, non piange più non si muove niente.

"Maicol! Maicol aiutami. Non respira, oddio no. Maicol"
Strillo come una dannata nonostante Maicol sia a pochi passi da me.
Prende subito Simon dalle mie braccia e contemporaneamente entrano Isabella e il pediatra.
Il panico si impossessa di me, non facendomi capire più niente.

Mi lascio cadere a terra piangendo. Il dottore cerca di rianimare il piccolo. I secondi sembrano ore, e i battiti martellate.
Poi il suono più bello del modo ritorna a riempire la stanza.
Simon riprende a piangere, come se niente fosse.
Prendiamo i bambini e seguiamo il dottore in ospedale.

Dopo molte visite e accertamenti ci rassicurano che stanno entrambi bene. Simon ha delle piccole coliche ma niente di grave, il suo pianto straziante gli aveva fatto mancare il respiro.
Ritorno a casa, ancora scossa per l'accaduto e porto i bambini nel mio letto. Decisa a non lasciarli soli.

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