22- voglio solo dimenticare

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Rimango tutta la mattina a letto, oggi è sabato e non lavoro, la visita di Maicol mi ha scossa molto, ma deve starmi lontano, non posso permettermi distrazioni tantomeno sentimenti

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Rimango tutta la mattina a letto, oggi è sabato e non lavoro, la visita di Maicol mi ha scossa molto, ma deve starmi lontano, non posso permettermi distrazioni tantomeno sentimenti.

Per lui provo qualcosa, ma ho fatto la mia scelta tempo fa e non tornerò sui miei passi.
Alex è morto per colpa mia, è stata solo colpa mia, l'unica cosa che posso fare è portare al termine quello che avevamo progettato.

Ivan mi porta il pranzo in camera, e in più mi porge un mazzo di rose gialle e un biglietto. Resta fermo ai piedi del letto guardandomi truce.
Ignoro le sue occhiate e apro il biglietto.

Mia cara, vorrei avere l'onore di passare una serata in sua presenza.
Vi aspetto per le venti e trenta.
Cordiali saluti
Mister Barker

Un sorriso involontario mi nasce sul viso e Ivan mi guarda male.
Da quando è morto Alex lui mi è stato sempre vicino, era il migliore uomo di Alex e penso si senta in colpa per quello che è successo.

"Signora se permettere, non dovrebbe mescolarsi con questa gente, è giovane è bella vada via e si faccia una vita tranquilla. Alex non avrebbe voluto questo per lei"

Ivan abbassa lo sguardo e posso vedere il rossore nei suoi occhi.
È un uomo alto e robusto con folti capelli neri.
Ha circa quarant'anni, anni fa uccisero sua moglie e sua figlia, da quel giorno Alex gli diede una casa e la giusta vendetta.

"Ivan, ormai ho fatto le mie scelte, ora vai pure ci vediamo stasera alle venti e trenta devo stare in questo posto"
Gli dico porgendogli il biglietto del locale.

Mangio poco e niente, per poi fare un lungo bagno caldo.
-mister Barker-
Penso al nostro primo incontro, è un uomo particolare ha poco più di trent'anni.
Ci siamo conosciuti ad uno degli incontri di Daniel.

La giornata passa veloce e io mi ritrovo a fissare in mio riflesso allo specchio. Un lungo vestito nero aderente ricopre il mio corpo, i capelli sono sciolti e mossi.
Ho truccato con precisione gli occhi e messo un rossetto rosso.

Ivan mi porta al ristorante e dopo le sue soliti raccomandazioni va via.
Un ragazzo mi apre la porta e scorta in una sala privata.
La stanza è piccola ma elegante, grandi tende rosse coprono le finestre, un lampadario di cristallo molto particolare illuminata l'ambiente.

Al centro della stanza c'è un tavolo tondo,apparecchiato con posate e bicchieri di gran classe.
Mister Barker si alza e mi viene incontro.
"Bellissima come sempre"
Dice dandomi un bacio sulla guancia.

Sono rapita dai suoi occhi verdi, è molto alto e robusto.
Capelli castani che gli arrivano al collo e una barba che lo rende terribilmente bello. 
Indossa un completo elegante e una camicia bianca.

"Anche tu stai bene, mister Barker"
Rispondo mentre mi fa accomodare.
"Sai Jenn, quando mi chiami per cognome sei sexy"
"Hahah oddio Vincent smettila di fare il casca morto"
Gli rispondo ridendo.

"Hai ragione Jennifer, tanto sappiamo entrambi come finirà la serata"
Mentre lo dice sento i brividi percorrere la schiena, il verde dei suoi occhi mi fissa con insistenza, e mi sento lusingata dal suo sguardo.

Il cameriere arriva e inizia a servire la cena, naturalmente Vincent aveva già ordinato per entrambi.
Un piatto con una composizione di riso carry e verdure mi viene servito.
Prendo una piccola pozione e la porta alla bocca, tutto sotto lo sguardo di Vincent.

"Mh, buono" dico dopo aver assaporato il gustoso miscuglio di sapori.
"Sono contento che ti piaccia"
Dice facendomi un sorriso strepitoso.
"Allora Jennifer, come vanno gli affari?"
"Cosa c'è Vincent ti hanno messo all'angolo?"

"Jenn, ho bisogno che mi fai entrare nella cerchia di Daniel"
"E pensi che portandomi a letto ci riuscirai?"
Chiedo io per stuzzicarlo.
"No cara, ti porto a letto perché lo vogliamo entrambi"
Risponde lui calmo.

La cena prosegue tra battute e risate, le pietanze sono tutte buonissime e il vino aiuta a rendere l'aria leggera.
Vincent ha spostato la sedia e ora ci ritroviamo a parlare a pochi centimetri di distanza, la sua mano sul mio ginocchio e il suo profumo forte e piacevole mi invade.

Il cameriere ci osserva imbarazzato per poi posare un piatto con una fetta di torta sul tavolo.
Vincent prende la forchetta e porta un pezzo di dolce alla mia bocca.
Il sapore del cioccolato fondente esplode nella mia bacca.

È un dolce buonissimo erano mesi che non mangiavo così.
Istintivamente chiudo gli occhi e assaporo il dolce.
Vincent mi afferra la testa e inizia a baciarmi con passione.
La barba punge la mia pelle, mentre la sua lingua calda invade la mia bocca.

"Sei troppo bella, andiamo via prima che ti prendo su questo tavolo"
Mi dice con il fiato corto.

Vincent

In poco tempo arriviamo nella camera di Jennifer, dire che è bella è poco. Si toglie il vestito mentre io la guardo sempre più eccitato, mi fissa nel suo completo di pizzo nero.
"Che c'è Vincent, sei diventato muto"
Dice lei cercando di provocarmi, lo fa sempre cerca sempre di portarmi al limite.

"Sai jenn, penso che dovresti smettere di provocare potresti farti male"
Ma in tutta risposta lei ride e inizia a togliermi i vestiti, sa bene come muoversi e come portarmi al limite.
Passiamo la notte nel suo letto, i baci si trasformano presto in morsi, le carezze in graffi, sembra una sfida a chi fa più male all'altro.

La stanza si riempie di gemiti e urla è una donna focosa e passionale.
Peccato che tra noi non ci sarà mai niente di più, è stata chiara sin dal primo giorno, e forse è meglio così.

Un bussare frenetico ci risveglia, Jennifer si stacca con riluttanza dal mio corpo, indossa la mia camicia e va ad aprire.
"Ivan cosa vuoi?"
"Signora il signor Daniel sarà qui a breve, sarebbe il caso che il suo ospite vada via"
"Decido io quando deve andare via, ora farci portare la colazione"

Così dicendo chiude la porta e torna da me.
"Buongiorno"
Le dico facendole spuntare un sorriso.
"Tra un po' sarà un buon giorno"
Risponde mentre si sistema a cavalcioni su di me. Le sue mani scendono sul mio petto nudo, e con la bocca inizia a baciare il mio collo.

Dallo specchio vedo tutta la scena al contrario, le tolgo la camicia e inizio ad ammirare le ali che ha tatuato sulla schiena.
Due lunghe ali che partono dalle spalle e scendono fino alla vita.

"Jennifer che cos'è questa storia?"
Mister Rudolf ci guarda furioso, mentre Jennifer si ricopre con calma.

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