4- gli horror non mi piacciono

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Maicol

«In effetti mi dispiace, quindi sparisci che devo vestirmi» risponde altezzosa.

I lunghi capelli bagnati le ricoprono quasi tutta la schiena, e con i raggi del sole a illuminarli sembrano avere mille sfumature, che vanno dall'oro all'ambra. Mi avvicino piano arriva quasi alla spalla, e per guardarmi in faccia deve alzare la testa all'indietro.

I suoi occhi sono particolari, di un castano intenso con un verde che contorna le pupille.
«Maicol» sussurra piano.
«Riposati ti chiamo quando è pronto il pranzo»
Esco senza aspettare nessuna risposta, volevo restare un po' con lei a parlare, ma appena l'ho guardata meglio, mi sono accorto dei lividi che le ricoprono il collo e che scendono fino a sparire nell' accappatoio.

Solo il pensiero che le abbiamo fatto del male, mi fa una rabbia terribile, scendo in cantina per scaricare la tensione sul mio sacco da boxe.

Dopo un'ora decido di fare una doccia, passando davanti alla camera di Isabella sento Liz piangere. La porta è semi aperta, lei e stesa sul letto, stringe forte il cuscino. Mi avvicino piano
«Alex non farlo» mormora tra il sonno.

Le accarezzo i capelli. Ha solo una felpa che le arriva a metà coscia, mostrando orribili lividi su gambe e caviglie, che rovinano la sua pelle candida. La ricopro con la coperta e vado a fare una doccia.

Mentre l'acqua calda scorre i ricordi viaggiano nel tempo. Quasi la vedo mentre corre sul prato di casa era una piccola peste. Lei aveva poco più tre anni e io sei. Passavamo i pomeriggi a litigare per un gelato.

Mi vien da ridere pensando a quando mi spinse la testa nella torta di compleanno. So che a quella età non si può parlare di amore, ma io ne ero innamorato.

Era un amore puro,quello che si prova per un genitore o per il tuo cane, quello che si prova da bambini è amore incondizionato, senza interessi, senza malizia, solo bene allo stato puro.

Torno in camera mia per vestirmi quando un urlo mi fa correre subito da Liz. Grida, si agita, piange. Cerco di svegliarla ma sembra inutile.
«Liz svegliati Liz...»
«Cosa succede?» Isabella entra in camera agitata.
«Maicol» Liz mi stringe le braccia talmente forte da graffiare la pelle, si guarda intorno stordita e poi perde conoscenza.

Jennifer

Un odore di muschio bianco mi invade le narici, mi sento stordita e non riesco ad aprire gli occhi.
Qualcuno che mi accarezza piano la testa.

«La signora ha avuto un crollo, causato da un forte stress» spiega una voce maschile.
«Dottore pensa che sia necessario portala in ospedale?»Chiede Isabella
«No meglio farla restare a riposo, chiamatemi appena si sveglia» mi sento stanca e scivolo in un sonno agitato, ci sono io che scappo, e un angelo che mi insegue, è dannatamente bello quanto crudele.

Mi sveglio di scatto, con il respiro irregolare e la fronte sudata, ormai e notte, dalla finestra vedo la luna piena e splendida. Con un po' di amarezza noto che sono sola nella stanza, eppure credevo che Maicol mi tenesse la mano ma forse l'ho solo sognato.

Scendo in cucina e trovo André ai fornelli.
«Non dirmi che mi stai preparando la cena?» bisbiglio sentendo la gola in fiamme.
«hey, come ti senti » chiede mentre mi bacia la fronte, rimango di sasso non mi aspettavo un gesto simile.

«Sto bene anche se non ricordo cosa sia successo» rispondo dopo un po'.
«Stavi urlando nel sonno, Maicol ha cercato di svegliati. Quando finalmente hai aperto gli occhi, sei arrivata a pronunciare il suo nome per poi svenire » spiega preoccupato.
«Ti sto preparando una zuppa particolare. Maicol la preparava sempre quando io o Isabella stavamo male» mi avvicino ai fornelli e devo ammettere che si sente un odore delizioso.

«Ci sono almeno trenta tipi di verdure e legumi è un'ora che sto aggiungendo ingredienti in base alla cottura»
È stato un gesto davvero bello, anche se un po' mi dispiace che non sia stato Maicol a farlo.
«Ti è stato tutto il giorno vicino, alla fine l'ho dovuto costringere per lasciarti un po' sola, rischiavi di svenire di nuovo se ti svegliavi mentre ti fissava»
Non posso fare a meno di sorridere per la tenerezza e la sensibilità di questo ragazzo sembra che sappia sempre cosa dire.

Lo aiuto ad impiantare la zuppa con gli occhi luccicanti, ho una gran fame.
«Forza, mangiamo la zuppa» propongo saltellando come una bambina che vuole un dolce.
«Ma è buonissima» ammetto con la bocca aperta mentre sventolo la mano davanti alla lingua, mi sono scottata.

Mangiamo in salotto mentre trasmettono un film dell'orrore, fuori ha iniziato a piovere. Il ché rende tutto più inquietante. André è tranquillo, ma io odio questi film, infatti rimango a fissare la televisione, con il cucchiaio pieno a due centimetri dalla bocca.

Non ho il coraggio di muovermi, la ragazza nel film sta scendendo le scale per capire da dove viene un rumore, ma quale idiota scenderebbe in uno scantinato, dopo che hanno sterminato un'intera famiglia? scappa cretina!

All'improvviso la luce del salotto si accende ed io presa alla sprovvista caccio un urlo da premio Oscar.
Maicol mi guarda perplesso, poi sposta lo sguardo su André e scoppia a ridere, mi giro a guardarlo e mi ritrovo un André pieno di zuppa, con il piatto tra le mani. Solo ora mi rendo conto di averlo lanciato quando mi sono spaventata, che spreco inutile di cibo, avevo anche protestato quando ha messo il film horror ma naturalmente non l'ha voluto togliere, ben ci sta.

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