40 amo i miei bambini

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Jennifer

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Jennifer

Osservo estasiata le mie piccole creature.
È stato inutile comprare due culle, visto che appena li divido piangono fino alla sfinimento.
Ancora non mi sembra reale che siano miei.
"Amore è tardi. Vieni a letto"
Maicol mi stringe tra le sue braccia, facendomi appoggiare la testa sul suo petto.

"Non mi sembra vero amore. Sono bellissimi"
"Sono come te tesoro mio. Sai che appena Michelle compirà dieci anni le impedirò di parlare con ogni genere maschile?"
Scoppio a ridere per la frase stupida di Maicol e mi giro per guardarlo negli occhi.
"Se assomiglierà anche solo un po' a me, non ti basterà chiuderla in cantina per proibirle qualcosa"
Affermo convinta.

"Amore, se i nostri figli avranno la tua bellezza e il tuo carattere, sono un uomo spacciato"
Rido ancora per la sua espressione sconvolta.
Mentre torniamo in camera nostra sentiamo le voci soffocate di André e Johanna. Più che voci i respiri affannati.

Maicol mi guarda con un sorriso mozzafiato e alza il sopracciglio, facendo segno di stendermi al suo fianco.
"Maicol sono stanca"
Lui mi guarda con un'espressione da cane bastonato, facendomi sciogliere il cuore.

Inizio a spogliarmi lentamente imitando le spogliarelliste che vedevo esibirsi nei locali.
Ma la mia performance fallisce miseramente, facendomi cadere con la faccia per terra a causa del piede che è rimasto incastrato nel pantalone.
Naturalmente Maicol da gran coglione comincia a ridere e io rimango per terra.

"Potresti almeno aiutarmi"
Sbotto irritata mentre Maicol si piega in due dalle risate e affonda la testa nel cuscino per non farsi sentire.
Mi metto a letto ingorandolo facendo l'offesa.
"Dai jen! Non fare così"
"Tu smettila di ridere"
"Vieni qui brontolona"
Così dicendo mi stringe tra le sue braccia facendo aderire la mia schiena al suo petto scolpito.

"Come hai conosciuto Johanna?"
La sua domanda improvvisa mi spiazza completamente.
"Perché?" Chiedo con un po' d'ansia.
"Siete sempre state in sintonia, anche prima che iniziasse a frequentare André"
"E allora?"
"Stai evitando di dirmi come vi siete conosciute?"
"Semplicemente non voglio parlare di cose che non mi riguardano"
Ribatto infastidita.

"Jennifer, sono tuo marito. Non puoi nascondermi le cose"
"Non sei ancora mio marito e non ti sto nascondendo niente!"
"Evitare di rispondere ad una domanda e come mentire"
Maicol inizia a scaldarsi e la cosa mi infastidisce molto.
Ci siamo ripromessi di dirci ogni cosa, ma è stupido insistere tanto su una cosa accaduta anni fa'.

"Sono stanca Maicol, buona notte"
Rispondo fredda, Maicol si stacca e si gira dall'altra parte.
Per la prima volta dormiamo staccati.
Sento il freddo pungente sulla pelle, e non riesco a dormire.
L'idea che Maicol sia arrabbiato mi rattrista ma non farò il primo passo.

Il pianto incessante dei bambini mi fa saltare come una molla.
"Che ore sono?"
Chiedo guardando la sveglia.
Sono le nove, Maicol è uscito senza svegliarmi. Mi alzo e vado da quelle povere creature che stanno aspettando la pappa.
"Mammina posso entrare?"
"Entra Isabella, prendi Simon per favore" le dico mentre Michelle mi sta prosciugando un seno.

"Aiutami così li faccio mangiare entrambi" fortunatamente appena finiscono di mangiare si riaddormentano, mi accascio sulla poltrona esausta.
Faccio molta fatica a stare dietro ai gemelli e alla casa.
Isabella mi aiuta molto, ma deve andare almeno un paio di ore al giorno in ufficio, e visto che io ho intenzione di cedere la mia quota, dobbiamo trovare un sostituto.

"Questa mattina Maicol era strano, non è che avete litigato?"
Sbuffo e mi giro a guardare fuori dalla finestra, la neve scende leggera mentre l'aria annuncia l'arrivo del natale.
"Voleva sapere come ho conosciuto Johanna, ma non posso dirlo. Sono cose private. Deve essere lei a raccontarlo" rispondo infine.

"Capisco, ieri André e Johanna hanno litigato per lo stesso motivo credo"
"Ieri sera non sembra proprio che stessero litigando" le dico con un sorrisino.
"Forza alza quel bel culo e andiamo a fare colazione"
Do un bacio ai miei amori e scendo in cucina.

"Jennifer, mettiamo gli addobbi di Natale" chiede Isabella con gli occhioni dolci.
In effetti tra un mese sarà natale, il primo natale da mamma, penso con le lacrime agli occhi.

Tra i bambini, le decorazioni e le risate la giornata passa velocemente.
Isabella ha mandato un messaggio a tutti per dirgli di cenare insieme.
Mentre Maicol per la prima volta in due settimane, non ha fatto neanche una telefonata. Da quando sono nati i gemelli chiama in continuazione.

Lukas è il primo a tornare a casa, mentre ci aiuta ad apparecchiare la tavola, Maicol, André e Johanna entrano in casa.
Johanna mi dà subito un bacio sulla guancia mentre Maicol pronuncia un miserabile buona sera e sale di sopra per andare dai bambini.

Inutile dire che mi si è ghiacciato il sangue nelle vene.
"Cosa succede?"
Chiede André confuso
"Succede che mio fratello è un coglione, ora gliene dico quattro"
"Lascialo perdere, non voglio interferenze nel nostro rapporto"
Rispondo secca, continuo ad apparecchiare e anche quando Maicol prende posto a tavola faccio l'indifferente.

L'aria è tesa, i ragazzi cercano di fare conversazione ma faticano visto che Maicol continua a lanciare frecciatine con frasi senza senso.
"Oh, per l'amor di dio! Sei un coglione" replico io non riuscendo più a sopportare i suoi continui commenti sulla fiducia e sulle bugie.
"Perché sarei un coglione eh?
Ti ho fatto una semplice domanda, e tu non vuoi rispondere. Cosa mi nascondi?"

I ragazzi ci guardano con gli occhi sgranati, poi vedo Isabella sussurrare qualcosa a Johanna, che si irrigidisce immediatamente.
"Maicol, se proprio ci tieni ti racconto io come ci siamo conosciute"
Johanna lo guarda deciso, ma il suo gesto mi fa arrabbiare ancora di più.
"No, Johanna lascialo perdere"
"Tranquilla Jennifer, visto che gli uomini di questa famiglia" dice guardando André "ci tengono, racconterò loro la verità"

La vedo a disagio, mentre cerca le parole. Johanna non faceva niente di male, ma si vergogna. Secondo lei era scesa troppo in basso e non voleva che André la guardarse con occhi diversi.
Stingo la mano di Johanna, mentre trucido con lo sguardo Maicol.

"Sono nata in Inghilterra, per motivi che vorrei tenere privati a vent'anni sono andata via di casa, cinque anni fa' per essere precisi. Naturalmente ero sola e senza un soldo. Ho iniziato a lavorare in giro come meglio potevo. Ho fatto la commessa, sono stata anche in un'impresa di pulizie."
Prende un respiro profondo.

"Circa tre anni fa', ho perso il lavoro e sono stata sfrattata, ero disperata e non sapevo dove andare. Mi ricordai di un locale notturno, dove ero stata con l'impresa di pulizie. Il proprietario mi aveva offerto un lavoro dicendomi che col mio faccino avrei fatto soldi a palate."
Tutti guardano sbigottiti Johanna.
Ma io continuo a fissare Maicol che sta diventando sempre più pallido.

"Ci siamo conosciute lì, risparmiamo i dettagli noiosi" intervengo
"Forse è meglio che vada a casa"
Johanna si alza e mette il cappotto.
André guarda ancora la sedia che occupava. Io e Isabella gli diamo contemporaneamente un calcio facendolo sobbalzare.
"Johanna è tardi, resta qui" gli dice andandole incontro e togliendole il cappotto.

"Noi, andiamo di sopra" dice André portandola con la mano.
"Vado anche io"
Appena salgo di sopra prendo un cuscino e una coperta aspettando Maicol che non tarda a salire.
"Tu dormi sul divano"
"Cosa?"
"Mi hai capito bene, ora sparisci dalla mia vista"
Senza attendere una risposta, gli chiudo la porta in faccia.

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